Piano nazionale sull'energia, ancora un rinvio: forse entro fine anno la prima bozza
L'Italia attende da anni una strategia nazionale in materia di energia, ma la promessa estiva del ministro Romani di approntare una bozza entro la metà di settembre non è stata mantenuta. E ora il sottosegretario Saglia indica la fine dell'anno come il termine utile entro il quale il Governo «spera» di provvedere
26 September, 2011
Doveva essere pronto entro la metà di settembre, e invece dovremo aspettare almeno fino alla fine dell'anno per conoscere il nuovo piano energetico nazionale del Governo italiano. La promessa di una prima bozza della strategia nazionale pronta entro il 15 del mese in corso era giunta dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani, mentre ora è toccato al sottosegretario Stefano Saglia comunicare l'inevitabile allungamento dei tempi. Saglia ha ammesso il rinvio a margine dell'undicesimo Energy Italian Summit organizzato dal Sole24Ore, precisando che «la strategia è in corso di realizzazione». Secondo il sottosegretario, in questo momento è in corso uno studio preliminare affidato all'Enea, che dovrebbe portare, entro la fine dell'anno, alla definizione di una prima bozza di piano energetico. Il condizionale è d'obbligo, perché lo stesso Saglia ha parlato della presentazione della strategia entro tempi brevi come di una speranza e non di una certezza.
L'elaborazione di un piano energetico nazionale che definisca una volta per tutte la politica a medio e lungo termine dell'Italia in materia di rinnovabili, efficienza e approvvigionamento energetico è attesa ormai da anni ed è stata più volte sollecitata da parte di addetti ai lavori e associazioni di settore, ma anche la Confindustria ha recentemente chiesto al Governo di provvedere al più presto. Di qui la promessa del ministro Romani, a quanto pare destinata a rimanere disattesa ancora a lungo. «Il clima politico non è proprio dei migliori», ha ammesso Saglia, cercando di giustificare il rinvio, ma il sottosegretario spera ancora che su un tema così importante per la ripresa economica del Paese si riesca a trovare «un consenso anche al di fuori dell'area di maggioranza». In ogni caso, la sostanza è sempre la stessa: l'Italia non ha ancora una strategia nazionale in materia energetica e non si sa per quanto tempo ancora dovrà restarne priva.