Rinnovabili, intesa con la Tunisia per esportare il know-how italiano
Siglato un accordo tra Roma e Tunisi per la promozione di iniziative congiunte nel campo delle fonti rinnovabili sul territorio tunisino. L'Italia darà un contributo economico, ma nei progetti saranno impiegate solo aziende della Penisola
02 March, 2012
Gia' alleate da tempo nel campo della ricerca nel campo energetico, Italia e Tunisia hanno rinsaldato il loro antico rapporto con la firma di un accordo - siglato dal ministro Corrado Clini e dal collega tunisino Mohamed Chakari, titolare del dicastero dell'Industria e del Commercio - che rafforzera' i gia' forti legami soprattutto nel settore delle rinnovabili, avviati dal 2004 e che gia' hanno dato risultati incoraggianti. ''L'accordo - spiega il ministro Clini di fatto azzera il costo degli interessi per chi acquista. L'Italia, in esso, da' un contributo in termini finanziari, ma la Tunisia prende su di se' l'impegno di coinvolgere solo aziende italiane''. Quindi un accordo complessivo in cui la Tunisia riceve (vedi contributo dell'Italia) e rida' (leggi: utilizzo nei programmi del know how italiano).
L'accordo ha come cornice l'attivita' gia' in essere nell'ambito di Medrec (Centro mediterraneo delle energie rinnovabili), un organismo di cui lo stesso Corrado Clini e' stato promotore sin dalla meta' degli anni 2000, da direttore generale del Ministero dell'Ambiente. L'intesa parte da una base operativa che ha consentito, grazie alle energie rinnovabili legate al solare, di portare nuove tecnologie (tutte rigorosamente ''made in Italy'') dapprima in abitazioni residenziali, quindi in grandi strutture ricettive (alberghi, villaggi) per poi puntare alle industrie. Un programma importante ed ambizioso che ha gia' il sostegno dell'angenzia energetica delle Nazioni Unite (Unep) e che, una volta entrato nella sua piena potenzialita', ha l'obiettivo di aiutare la Tunisia, Paese privo di fonti d'energia proprie, sul cammino dell'affrancamento della dipendenza dall'estero, per come e' oggi, dipendendo dall'Algeria per il suo fabbisogno di gas naturale (la forte piu' utilizzata, grazie alla diffusione capillare della rete di distribuzione) che le deriva come royalties per il transito del gasdotto verso l'Europa. Temi, questi, che hanno avuto poi riflesso nella 'lectio magistralis' che Corrado Clini e' stato chiamato a tenere su ''L'economia verde della nuova Tunisia verso una crescita durevole'' e che ha visto una numerosa partecipazione di studenti e addetti ai lavori, alla Cite' des Sciences di Tunisi.
Lo stesso accordo prevede poi una intesa con il gruppo Benetton (che in Tunisia da' lavoro , direttamente e con l'indotto, a circa settemila persone) per avviare un progetto anche nello stabilimento di Monastir, uno dei piu' importanti del gruppo. Il programma che l'Italia sta portando avanti in Tunisia (del valore complessivo di quattro milioni di euro) e' parte di un piu' ampio piano - fortemente sostenuto da Clini - il cui mosaico e' composto da intese similari con Egitto, Marocco, Montenegro e Macedonia. (ANSAmed).