Caro Isfort, ma come è possibile che gli spostamenti in bici e a piedi siano in calo da dieci anni?
Lettera aperta del direttore di Eco dalle Città Paolo Hutter a Carlo Carminucci, direttore dell'Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti: secondo il rapporto Isfort 2011, siamo passati da piu di 1 spostamento su 4 in bicicletta a meno di 1 spostamento su 5 in dieci anni. Può essere dovuto all'invecchiamento della popolazione?
12 March, 2012
Caro Carlo Carminucci, Direttore di Isfort,
Sono sbalordito da quanto tutti quanti, compresi noi di Eco dalle Città, siamo stati superficiali e distratti in tutti questi anni: non ci siamo accorti che gli spostamenti in bicicletta e a piedi calavano. Questa frase la posso scrivere col punto esclamativo o interrogativo, può essere ironica o quanto mai seria. Cito dal nostro articolo su quanto emerge dal vostro ultimo rapporto:
"Se confrontiamo i dati 2010-2011, per vedere la tendenza dell’ultimo anno, vediamo che la percentuale di spostamenti in moto è rimasta esattamente uguale (sempre 4,2%), mentre sono aumentate leggermente le percentuali degli spostamenti in auto (da 64,3 a 65,6%) e sui mezzi pubblici (da 10,7 a 11,4%), a discapito di biciclette e piedi, che calano di due punti percentuali: dal 20,8 al 18,8%.
Si tratta della percentuale più bassa dal 2001 ad oggi; tuttavia, analizzando le quote modali degli ultimi dieci anni si nota che la percentuale degli spostamenti in bici o a piedi rispetto agli altri mezzi è quasi sempre stata in leggero calo: era 26,9% nel 2001, 26,8% nel 2002, 25,7% nel 2003, 26% nel 2004, 24,3% nel 2005, 22% nel 2006, 20,5 nel 2007, 21 nel 2008 e nel 2009, 20,8 nel 2010 fino al 18,8% nel 2011".
Mi sto riferendo solo ed esclusivamente ai dati in percentuale, cioè al cosiddetto modal split, l'indice modale. Fatti 100 gli spostamenti , l'indice modale ci dice quanti sono fatti in maniera motorizzata, quanti in trasporto privato o collettivo, e quanti con la mobilità dolce. Nell'argomentare sul calo dell'ultimo anno, particolarmente accentuato per gli spostamenti a piedi o in bici, avete provato a ragionare sugli spostamenti per il tempo libero che si riducono nella crisi. Non lo capisco bene, ma il punto è un altro. E' che - come dimostra lo sconcerto degli ambientalisti che abiamo cominciato a intervistare in proposito - la tendenza al calo della mobilità a piedi e in bici è costante dal 2000, crisi o non crisi. Siamo passati da piu di uno spostamento su quattro a meno di uno spostamento su cinque in dieci anni. Si tratta di un mutamento molto significativo, direi epocale.
Ed è contro-intuitivo, perchè mai si è parlato così bene di bicicletta e di pedonalità come nell'ultimo decennio. Cosa è successo? Potrebbe anche darsi che Isfort sbagli, anche perchè si basa su sondaggi e non su dati veri e propri. Ma sbagliare per dieci anni di fila è difficile...
Speriamo che si sbagli almeno sulle bici, e che se si rifanno le statistiche e i sondaggi separando i piedi dai pedali, le due ruote non risultino in calo. Mi permetto comunque di avanzare una personale ipotesi per cercare di spiegare perchè, nonostante le nuove tendenze ecologiche, potrebbe esserci stato questo calo degli spostamenti in bici e a piedi (superiori ai 5 minuti, attenzione a questo particolare).
E' la vecchia Italia che invecchia, a mio parere, e la ripetizione è voluta. La popolazione che non era cresciuta nella monocultura dell'auto e della moto, e che era ancora significativa nel 2000, quando magari un nato nel 1935 aveva 65 anni, ogni anno che passa è un po' più vecchia. In bici o a piedi non ci va più. Viceversa i relativamente giovani, quelli che hanno la piena possibilità fisica di sgambettare e pedalare, sono nati e cresciuti in automobile o in motorino. E oltretutto, come è noto, i giovani sono di meno, sul totale della popolazione. Potrebbero essere gli immigrati a riequilibrare la bilancia, ma quelli prima di tutto si rivolgono ai mezzi pubblici.
Se la mia intuizione è valida, lo è forse anche per altri paesi, non solo per l'Italia. Può darsi che voi dell'Isfort con un paio di occhiate esperte, sappiate rispondere subito. O viceversa diteci qualcosa. Ma non può restare misteriosa e inesplorata una flessione così grande.
Paolo Hutter
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