Wwf, 2018: finisce un altro anno senza svolte su clima e biodiversità
La presidente del WWF Italia Donatella Bianchi traccia un bilancio dell’anno che si avvia a conclusione
31 December, 2018
“L’anno che si avvia alla conclusione ci lascia insoddisfatti perché, a livello globale, è mancato di un vero scatto in avanti rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e alla difesa della biodiversità che, come dimostrano i dati presentati dal WWF con il Living Planet Report continua ad essere in rapido declino in tutto il mondo: in soli 50 anni è scomparso più del 20% della superficie delle foreste dell’Amazzonia, mentre gli ambienti marini del mondo hanno perso quasi la metà dei coralli negli ultimi 30 anni. Nemmeno il preoccupatissimo allarme lanciato dall'ultimo rapporto sul cambiamento climatico pubblicato dall’IPCC è riuscito a fare aprire gli occhi ai decisori politici segnalando l’urgenza di un cambio di paradigma nel modo in cui gestiamo l’energia, i suoli, l’industria, le costruzioni, i trasporti e le città”.Lo dichiara la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi facendo un consuntivo dell’anno che si avvia alla fine.
“Anche per l’Italia il 2018 è stato un anno in cui, spesso, alle attese non sono seguiti i fatti. Da un lato c’è stata finalmente una presa di coscienza contro il nemico dei mari e delle spiagge: la plastica. Si tratta di un tema su cui il WWF si è speso molto nel 2018 (ricordiamo il Tour Spiagge Plastic Free che ha coinvolto 1000 volontari in 41 appuntamenti, la petizione che ha raccolto più di 600.000 firme e il Report Mediterraneo in Trappola) e continuerà ad impegnarsi a fondo anche nel 2019 con tantissime iniziative tra cui la collaborazione con il Jova Beach Party (il tour 2019 di Jovanotti) che supporterà la nostra campagna di contrasto all’inquinamento da plastiche. Su questo tema vanno segnalate le iniziative assunte dal Ministero dell’Ambiente sul tema, anche grazie alla spinta propulsiva del ministro Costa. È stato, invece, un anno da dimenticare per la biodiversità italiana. A causa dei calendari venatori e altri provvedimenti sulla caccia varati dalle regioni, il 2018 può essere considerato come un vero e proprio annus horribilis. Il WWF ha difeso i nostri animali selvatici nei tribunali con ben 12 ricorsi di cui 9 andati a buon fine”, continua la leader dell’associazione.
“Nonostante il 2018 fosse cominciato con la sottoscrizione in campagna elettorale del Patto per l’ecologia, proposto dal WWF per rilanciare sul piano nazionale ed internazionale il Ministero dell’Ambiente, da parte di tutte le maggiori forze politiche (un segnale che avevamo colto con fiducia) purtroppo nella parte finale abbiamo assistito ad un clamoroso dietrofront, con il decreto Genova, divenuto il contenitore di alcuni provvedimenti gravissimi, come quelli sul condono di Ischia e sullo spandimento dei fanghi in agricoltura.
Per le nostre aree protette restano aperte tutte le criticità messe in luce dalCheck-Up Parchi pubblicato a settembre dal WWF con i Parchi Nazionali che necessitano di un serio rilancio e le Aree marine protette che non solo non possono continuare ad essere ‘aree protette di serie B’ ma che devono acquisire dignità a livello economico e gestionale. Anche il 2018 ha messo in evidenza come il nostro territorio sia particolarmente esposto ai fenomeni estremi che con i cambiamenti climatici tendono ad aumentare in frequenza e intensità. È necessario che gli investimenti annunciati per affrontare il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza diventino subito concreti e reali. Infine, le bonifiche: devono uscire dalla carta su cui rimangono da decenni e diventare realtà”.
PLASTICA
L’emergenza ambientale che nel 2018 è esplosa in tutta la sua gravità è certamente l’inquinamento da plastica. Come messo in evidenza dal report lanciato dal WWF durante la Giornata mondiale degli oceani le stime più recenti riportano come oggi siano presenti oltre 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani del mondo. Senza un’efficace inversione di rotta, entro il 2025 gli oceani conterranno 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà, in peso, più plastica che pesce: la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge del Mediterraneo, che si sta trasformando in un Mare Plasticum. Nel 2018 il WWF Italia ha lanciato una petizione con la richiesta di 4 azioni urgenti che ha raccolto più di 600.000 firme e ha annunciato la collaborazione con il Jova Beach Party proprio sul tema della riduzione dell’inquinamento della plastica per il mare e le spiagge: uno grandissimo sforzo che non solo ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ma che punta ad intervenire direttamente sugli stili di vita delle persone raggiunte.
CLIMA
Per il clima, il 2018 è stato un anno bollente. Non solo perché l’anno in corso finora si è rivelato il più caldo mai registrato in Europa, con ripetuti fenomeni estremi in tutto il continente e persino incendi estivi al circolo polare artico, per spegnere i quali l’Italia ha inviato in aiuto i suoi Canadair. Ma perché anche dal punto di vista politico, nonostante i tentativi dell’amministrazione Trump di far cadere il tema dall’agenda politica, il report scientifico dell’IPCC sulla possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, richiesto da tutti i Paesi a Parigi tre anni fa e pubblicato a ottobre, ha riproposto l’estrema urgenza di intensificare esponenzialmente l’azione climatica. Alla COP 24 di Katowice, in Polonia, il tentativo di fermare l’approvazione delle regole necessarie perché l’Accordo di Parigi entrasse in vigore è fallito, ma i governi non hanno cambiato passo, nonostante gli appelli di scienziati e di un altro interlocutore arrivato per restare: gli adolescenti, coloro che rischiano di subire le peggiori conseguenze del cambiamento del clima, che stanno sempre più mobilitandosi in tutto il mondo. Si stanno mobilitando, anche negli USA, gli attori non statali (città, regioni e stati federati, aziende) che nel settembre 2018 hanno tenuto una grande conferenza in California. L’Europa ha approvato alcuni provvedimenti molto importanti in materia di rinnovabili, efficienza energetica, emissioni degli autoveicoli e furgoni, mercato elettrico: nonostante i target non siano i migliori possibili, sono stati decisamente resi più ambiziosi e coerenti grazie anche al ruolo più incisivo e ambizioso assunto da Spagna e Italia.