Milly Moratti: temo siano promesse che poi non si realizzano mai
L´esponente dell´Unione: le prove d´ingegno non servono, basterebbe far rispettare le regole che già esistono - da La Repubblica del 21.12.2006
21 December, 2006
<b>Andrea Montanari</b>
«Per aiutare i ciclisti non servono le prove di ingegno, basterebbe far rispettare le regole che già esistono». Milly Moratti, consigliere comunale dell´Unione, critica il piano di ampliamento delle piste ciclabili dell´assessore alla Mobilità Edoardo Croci e dà la sua ricetta. «Linea dura contro le auto in doppia fila e bici a noleggio ai parcheggi di interscambio della metropolitana».
Signora Moratti, è una bocciatura senza appello la sua?
«A noi consiglieri dell´opposizione farebbe piacere se qualche volta l´assessore Croci ci consultasse prima di presentare anticipazioni sui suoi progetti. Potremmo dare il nostro contributo. Meno male che almeno nel coordinamento c´è Ciclobby, ma non basta».
Cioè?
«Per prima cosa il Comune dovrebbe realizzare tutto quello che ha promesso negli anni scorsi e poi non ha fatto. Questa è una città che tratta i ciclisti come degli intrusi».
Ad esempio?
«In otto cortili su dieci non c´è l´obbligo di ospitare le biciclette. E non sto parlando solo di case di lusso. Questo già la dice lunga sulle capacità di accoglienza di questa città. A Milano il ciclista dà fastidio agli automobilisti ed è ostacolato in tutti i modi. Le rastrelliere ben vengano, ma basterebbero gli archetti per facilitare il parcheggio delle biciclette. La verità è che si continua a chiedere solo a noi ciclisti di avere buona volontà».
A che cosa si riferisce?
«Al traffico selvaggio, alle auto in doppia e tripla fila. Ha provato a percorrere via Manzoni al mattino? Le cose non cambiano né a San Siro né in periferia: andare in bicicletta può essere molto pericoloso».
Perché?
«Non serve aumentare le piste ciclabili se, ad esempio, in via Meravigli per evitare i binari sei costretto a salire sul marciapiede pigliandoti gli insulti dai pedoni. Quando non succede, poi, che chi parcheggia in seconda fila non ti apra di scatto la portiera in faccia. E se non ci sono i binari c´è il pavé. Insomma, prima di pensare a nuovi piani strategici il Comune farebbe a far rispettare il codice della strada. Lo sa che gli ascensori della linea gialla del metrò non caricano le biciclette?».
Fin qui la sua protesta, ma le sue proposte?
«Noi ciclisti abbiamo bisogno di parcheggiare la bicicletta senza il rischio che ce la rubino. Inoltre le piste ciclabili dovrebbero diventare veramente un percorso protetto. In via Monte Rosa ad ogni incrocio è tutto un saliscendi per lasciare più spazio ai parcheggi delle auto. Farebbe piacere vedere il Comune pensare al futuro, ma da quello che vedo pensa ancora al passato».
Altre proposte?
«Spesso i ciclisti hanno il problema delle riparazioni. Si potrebbe favorire la costituzione di cooperative che potrebbero dotarsi di alcuni tricicli come quelli che una volta usavano gli arrotini. Così potrebbero girare per la città e offrire il servizio a chi non può spostarsi dal suo quartiere. Ma non basta».
Prego.
«Non si può pretendere che i pendolari usino la bicicletta per venire a Milano. Se ogni stazione ospitasse un servizio noleggio le cose potrebbero cambiare. È vero che in passato le hanno rubate, ma oggi esiste un sistema di protezione a schede che potrebbe evitare questo rischio».