Un solo passeggero: il guidatore
16 July, 2012
Provate, in questi giorni d'estate, a sedervi su una panchina ed osservare le auto che passano, e contate gli occupanti. Dopo dieci minuti, mezz'ora, un'ora, sarete sorpresi del risultato: quante auto trasportano effettivamente uno o più passeggeri?
I dati parlano chiaro: il 90 percento delle auto circolanti ogni giorno non ha passeggeri a bordo. Si formano così code interminabili, formate da enormi station wagon e suv con nessuno a bordo oltre al guidatore.
Potrebbe sembrare quasi una condizione dell'anima, un modo di essere: “l'automobilista solitario” basta a se stesso, grazie alla buona compagnia di un programma radio mattutino o di tutto il silenzio post-risveglio di cui ha bisogno. Ma avviene un fenomeno curioso, opposto, in determinate occasioni: come il venerdì o sabato sera, dove frotte di persone si organizzano per poter utilizzare un'unica auto e recarsi nei luoghi dei locali notturni o della movida. La domanda che sorge spontanea é: perché? E la risposta è semplice: perché hanno come obiettivo un'unica destinazione, per di più carente di parcheggi.
Ma non hanno forse un'unica destinazione anche molte persone che lavorano nella stessa azienda, o nello stesso ufficio?
Posto che non possano prendere la bici, il tram o il treno, le alternative ci sono e hanno nomi ben precisi: car sharing e, soprattutto, car pooling. Condividere l'auto, dividere le spese, ridurre i veicoli circolanti, inquinare meno. Negli States, in autostrada, ci sono corsie riservate alle vetture che hanno più di un occupante a bordo; a quando un paio di posti auto per il car pooling anche in Italia, magari all'interno dei nostri sterminati parcheggi sotterranei?
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