L'economia circolare è donna
18 February, 2020
Da velista che conquistò nel 2005 il record per la circumnavigazione più veloce in solitaria del globo a paladina dell'Economia Circolare. Sempre più aziende internazionali decidono di cimentarsi con il nuovo modello di business che Ellen MacArthur promuove con la stessa tenacia con cui affrontava il mare e sin dalla più tenera età.
Dopo aver dato l'addio al mondo dei professionisti della vela nel 2010,ed essere stata fatta Dama dell'Ordine dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta, l'ex velista dà vita all' omonima Fondazione per diffondere i benefici dell'economia circolare, un modello in antitesi all'attuale che tiene conto delle risorse finite del nostro pianeta.
Ogni anno raggiungiamo sempre prima l'Overshoot day ossia il giorno dell'anno in cui l’umanità esaurisce il suo budget ecologico annuo secondo il Global Footprint Network, che si occupa di misurare l''impronta ecologica' del pianeta. Dopo il 20 di agosto manterremo il nostro debito ecologico prelevando stock di risorse ed accumulando anidride carbonica in atmosfera.
Mentre nel modello attuale di economia lineare lineare le risorse vengono impiegate in un percorso unidirezionale dalle fasi di estrazione - produzione - consumo – smaltimento (dalla culla alla tomba ) il modello circolare usa le risorse nel modo più efficiente possibile facendole girare il più a lungo possibile nel ciclo economico attraverso il riuso e il riciclo (dalla culla alla culla). La concezione di rifiuto in questo modello viene eliminata o ridotta al minimo sin dalla fase di progettazione che include quella di approvvigionamento delle materie prime e poi quelle di progettazione dei processi produttivi e dei prodotti imperniate sui concetti di rigenerazione e ripristino delle risorse. In questa prospettiva i prodotti durevoli non dovranno essere soggetti all'obsolescenza programmata ma progettati per durare il più a lungo possibile, inoltre si dovrà andare verso un possesso condiviso di tanti beni con formule simili al leasing e al noleggio.
Tornando alla storia di Ellen McArthur sono 5 le prime aziende che nel 2010 aderiscono alla sua Fondazione: B&Q, BT, Cisco, National Grid ( il gestore di rete britannico) e Renault.
Il primo passo fu quello di commissionare uno studio alla società di consulenza McKinsey per quantificare il valore economico dei materiali che vengono sprecati nella produzione e fine vita dei beni e proporre soluzioni.
La fase successiva -in atto- è stata la realizzazione di una piattaforma di intenti CE100 capace di riunire in un'alleanza globale grandi aziende, innovatori ma anche regioni o nazioni. Tra le adesioni più recenti SAB Miller (Peroni, Nastro Azzurro) e il Governo della Scozia.
Il rapporto Towards a Circular Economy è uscito nel 2012 con il primo volume e nel 2013 con il secondo, entrambi scaricabili gratuitamente dal sito della Fondazione.
Tra i dati più eclatanti rivelati nel primo volume c'è quello della quantità di materie prime che il sistema economico attuale “divora” annualmente. Per ora siamo a 65 miliardi di tonnellate ma, se non verranno prese serie contromisure, si arriverà ad 82 annue nel 2020 con un inevitabile aumento delle quotazioni delle materie prime.
Eppure -sempre secondo il report- se l'industria europea usasse le risorse naturali in maniera più efficiente potrebbe risparmiare fino a circa 630 miliardi di dollari all'anno, che corrisponde a circa un quarto di quanto spende per approvvigionarsi e a 3-4 punti percentuali di Pil.
Nel secondo volume si trovano alcuni esempi di economia circolare possibili nei settori dei prodotti alimentari e bevande, dei prodotti tessili, e dell'imballaggio che rappresentano insieme l'80% del mercato totale dei beni di largo consumo.
Il coinvolgimento di questo settore ha un'importanza strategica se si considera che assorbe come valore circa il 60 % della spesa totale dei consumatori, il 35% degli input di materiali nell'economia, il 75% dei rifiuti urbani e assorbe più del 90% della produzione agricola (risorsa a rischio in un futuro non più così distante..).
Ecco un estratto dell'intervista recentemente rilasciata al Financial Times dalla McArthur.
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