Se si sceglie di non scegliere
14 November, 2013
Inutile provare a interrogarsi sulle motivazioni che hanno spinto l’assessore alla mobilità Lubatti - e al commercio Mangone - a re-introdurre, dopo dieci anni, le strisce blu gratis nelle domeniche pre-natalizie.
Inutile, perché non c’è una logica di fondo.
Se a pochissimi mesi dall’approvazione del Biciplan, grazie soprattutto all’associazione Bike Pride, si sceglie un provvedimento totalmente in controtendenza con i principi di mobilità nuova, ma anche solo di buonsenso, allora si è scelto di non scegliere.
Si è scelto soltanto di ascoltare chi “urla più forte”, forse chi porta per le vie di Torino migliaia di biciclette, o chi - come l’associazione dei commercianti - ha molta influenza e molto potere.
Questa è un’amministrazione che non ha una linea di indirizzo, se non nell’ormai famoso programma elettorale del 2011, dove si promettevano pedonalizzazioni e mobilità sostenibile.
Forse si spera che accontentando le richieste di tutti si possa aumentare il consenso elettorale; non funziona così.
Meglio rinunciare all’ipocrisia di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, meglio avere un progetto e perseguirlo, invece che ascoltare a turno le istanze di chi, contrapponendosi, combatte per due modelli diversi e contrapposti di città e di mobilità.
Gli assessori sopra citati hanno scelto di non scegliere un progetto chiaro, nemmeno uno auto-centrico, reazionario ma almeno palese nei suoi intenti; non hanno un’idea, in sostanza, di come vorrebbero fosse la mobilità urbana a Torino.
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