Raccolta differenziata due nuovi impianti in città
La Giunta comunale di Bari approva i progetti Amiu per Ceglie e Poggiofranco. Nasceranno i centri per lo stoccaggio di carta e vetro - da La Gazzetta del Mezzogiorno del 04.11.2009
05 November, 2009
Massimiliano Scagliarini
I due centri comunali di raccolta per la differenziata sorgeranno in piena città. Uno a via Martin Luter King, alle spalle del giardino di Poggiofranco, l’altro a Ceglie sulla strada provinciale per Valenzano: saranno costruiti grazie a un contributo regionale del 70% su una spesa complessiva di circa 700mila euro. «E finalmente - dice Maria Maugeri, delegato all’Ambiente - Bari sarà all’altezza di tutte le altre grandi città italiane».
Negli scorsi giorni la giunta ha espresso parere favorevole sui progetti redatti dall’Amiu, che si è accollata il 30% dell’investimento e che in questi giorni presenterà la domanda per accedere al bando del nuovo Por. La Regione ha infatti stanziato 15 milioni per i consorzi Ato, soldi destinati appunto a realizzare i centri di raccolta: «In questo modo - spiega la Maugeri - i due centri non ci costeranno nulla, dal momento che la parte non coperta dal Por sarà finanziata direttamente dal bilancio Amiu».
Ma a cosa servono questi centri di raccolta? Si tratta di un punto intermedio nella catena di trattamento dei rifiuti differenziati. In sostanza, sono aree di stoccaggio temporaneo in cui confluiscono la carta, il cartone, il vetro e la plastica: il materiale viene accumulato, scelto e controllato prima di essere venduto agli acquirenti (cioè alle aziende che materialmente effettuano il recupero). Qual è il vantaggio? «C’è una razionalizzazione della catena - spiega la Maugeri - perché si possono raccogliere e quindi consegnare quantità maggiori di materiale. In più, è possibile effettuare un controllo di qualità: spesso i carichi di carta, ad esempio, ci vengono rimandati indietro perché sono “sporchi”. I centri di raccolta intermedia servono anche ad assicurarsi che il materiale sia idoneo ad essere venduto». I due impianti di via Martin Luter King e di Ceglie, che oggi ospitano i depositi di zona dell’Amiu, sono sufficienti a coprire la produzione di rifiuto differenziato dell’intera città: «Al momento - conferma la Maugeri - non è prevista la necessità di realizzarne altri». Ma non è un problema realizzarli in piena città? «No, perché i materiali sono inerti. Si fa così dappertutto. Il centro di raccolta ha senso proprio se è in città: facendolo in zona industriale si perderebbero tutti i vantaggi».
A Bari la raccolta differenziata non riguarda ancora l’intero territorio comunale: manca, ad esempio, la città vecchia. Eppure il capoluogo di regione sfiora già il 20%, che è uno dei dati più alti d’Italia per le città metropolitane, contro una media pugliese di circa il 14%. Un dato in crescita, anche se molto basso se confrontato con l’obiettivo fissato dal piano regionale (60%).
Negli ultimi anni Bari ha comunque fatto passi importanti nella gestione dei rifiuti. È recente la realizzazione dell’impianto di biostabilizzazione dell’Amiu, alla zona industriale, che a regime permetterà di risparmiare spazio in discarica e soprattutto 2 milioni di euro l’anno. Bari è dotata anche di un impianto per il trattamento delle alghe (per le quali c’è una particolare procedura), e ora manca solo l’impianto per la produzione di cdr (combustibile da rifiuti) che è già finanziato dalla Regione. A regime, la chiusura del ciclo dei rifiuti (ovvero la catena del trattamento, che va dalla raccolta al recupero finendo allo stoccaggio in discarica per tutto quello che non si può riciclare) dovrebbe portare risparmi consistenti che si rifletteranno sulla Tarsu.