Discarica di Basse di Stura scaduta : "o resta aperta per una parte dei rifiuti o aumenta la Tarsu"
Il Sindaco Chiamparino, contestato durante la riunione con la cittadinanza per la chiusura di Basse di Stura: “Allora aumenta la TARSU”. Comune e Amiat vorrebbero continuare a conferire le terre, i rifiuti assimilati e i fanghi fino ad esaurimento degli spazi ancora disponibili
11 November, 2009
Eco dalle Città aveva anticipato i programmi della giunta Chiamparino in relazione alla chiusura della discarica di Basse di Stura: proroga fino al riempimento degli spazi rimanenti con le terre di scavo prodotte dai cantieri, i fanghi del depuratore Po Sangone, i rifiuti speciali non pericolosi (scarti dell’edilizia, imballaggi, ritagli dalle imprese, etc.).
Con questa proposta il sindaco Chiamparino si è presentato il 10 novembre alla riunione con la cittadinanza. Proposte rigettate in blocco dall’assemblea, che, dopo cinque proroghe (l’ultima datata 2005) chiede la chiusura definitiva dell’impianto,che ci siano spazi residui o meno.
Dall’altra parte il Comune vorrebbe utilizzare gli spazi approvati dalla Provincia nel 2005 e non utilizzati completamente, sospendendo il 31 dicembre il conferimento di rifiuti solidi urbani e, andando in deroga ai termini temporali che la stessa Provincia aveva fissato. Insomma completando le vasche nuove rimaste vuote ercè non sono arivati bbastanza rifiuti. Con rifiuti assimilati, già autorizzati per l´impianto. Cosa sarebbero? «Scarti della produzione, da gomma a plastica, passando per cartone, non riciclabile, oppure linoleum, pelle, moquette e rimasugli dei cantieri edilizi. Materiali che non provocano odori»
Amiat e Comune di Torino, d’altra parte lamentano quello che a loro dire sarebbe un “buco” di 40 milioni di euro legato alla chiusura della discarica: costi di chiusura, aggravio delle spese per il conferimento nella discarica di Pianezza e mancati introiti per la cessazione del conferimento a Basse di Stura (dove è ancora disponibile molto spazio). Una voragine che, continuando con il conferimento fino ad esaurimento dei lotti ancora utilizzabili, si restringerebbe di 7 milioni di Euro.
Ma le ragioni economiche non fermano gli abitanti della zona. “Abbiamo subito troppi disagi, ora si deve chiudere definitivamente la discarica” è la frase più ripetuta.
Anche la Provincia di Torino sembrerebbe non disposta a concedere un’ulteriore proroga alla chiusura, in linea con chi, come Paola Brigantini, presidente della V Circoscrizione, denuncia il tentativo di un colpo di mano da parte del Comune: «Un conto è ragionare sulle terre di scavo, e magari sui fanghi del depuratore, ma i rifiuti solidi urbani e quelli assimilabili sono praticamente la stessa cosa».
La situazione sembra innervosire il primo cittadino Torinese, che sulla carta stampata ha bollato la mozione della Provincia come “ridicola” e, alla fine della riunione di fronte ad una rumorosa contestazione, ha sbottato: “Va bene - dice - se volete che finisca qui, finisco. Ma sappiate che non si decide qui questa sera. Si decide in altri luoghi perché è una scelta che riguarda tutta la città e non solo la zona Nord. E non possiamo chiudere gli occhi. Abbiamo spazi liberi e il termovalorizzatore, non per colpa dell´amministrazione, è in ritardo di un anno e mezzo”, prospettando un aumento del 30% della Tarsu in caso di mancata proroga della chiusura della discarica.