I messaggeri in bici che beffano il traffico
da La Repubblica del 14.11.2009
14 November, 2009
L´idea è nata da tre amici appassionati di ciclismo che si sono inventati un lavoro. Oggi i corrieri a pedali sono 450
Tra i clienti studi professionali ma anche università e aziende sensibili alla difesa dell´ambiente
I vantaggi: "Non inquiniamo e passiamo ovunque" I problemi: "Tra le auto è un mestiere pericoloso"
di TIZIANA DE GIORGIO
(segue dalla prima di Milano)
L´idea è partita da un gruppo di tre amici appassionati di ciclismo che, per colpa della crisi, hanno dovuto reinventarsi un lavoro. Una scommessa iniziata quasi per gioco che nel giro di un solo anno, dal nulla, ha dato vita a una vera rete di corrieri a pedali: oggi se ne contano 450. Tra le fila dei nuovi pony ecologici ci sono per lo più giovani laureati disoccupati, studenti universitari precari o lavoratori in cassa integrazione che cercano di arrotondare. Unici requisiti indispensabili: avere forza nelle gambe e buona resistenza. Perché da quando il passaparola ha diffuso la notizia della loro esistenza le richieste di "consegne ecosostenibili" sono aumentate a vista d´occhio e per accontentare i clienti bisogna essere pronti a scattare verso ogni angolo del centro o della periferia.
«In un anno abbiamo risposto a 2.300 chiamate - spiega Roberto Peia, uno degli ideatori dell´impresa insieme ad Andrea Vulpio e Luca Pietra -. Un numero incredibile, se si pensa che, a differenza di quello che succede nelle metropoli straniere, a Milano questo servizio fino a pochi anni fa era totalmente sconosciuto». Gli "Urban bike messenger" all´estero ci sono da tempo: i primi si sono visti a San Francisco alla fine degli anni ´70. A Londra e Berlino i pony express ecologici sono attivi dai primi anni ´90, mentre a New York all´inizio del 2000 se ne contavano già oltre un migliaio. Da allora il servizio si è esteso in Europa a Vienna, Berlino, Parigi.
«Pensando che i bike courier sgusciano da anni nel traffico di San Francisco, che è tutta salite e discese - racconta Peia - ci sembrava impensabile che mancassero proprio nella Milano dell´Ecopass: la città è piccola e completamente in pianura, perfetta quindi per le consegne in bicicletta. Certo, il problema delle piste ciclabili non è secondario: le poche esistenti sono pericolosissime perché sporche e piene di vetri. Finiamo dunque per correre solo in strada e non è il massimo della sicurezza: sarebbe importante anche per noi "professionisti", come per tutti i ciclisti urbani, che il Comune mantenesse le promesse di costruire una vera rete di piste protette».
Ma come funziona il servizio di trasporto a pedali? Praticamente come un taxi: basta contattarli al telefono o via Internet e all´indirizzo del cliente viene inviato il biker più vicino. Nei grandi zaini impermeabili un bike courier può trasportare fino a 10Kg di carico e il prezzo della consegna è di circa 5 euro per chi compra un carnet da minimo dieci corse, dai 7 ai 20 euro per le richieste fuori abbonamento (per informazioni e contatti: www. urbanbm.it). I vantaggi del pony in bicicletta sono due: è rapidissimo, perché rispetto a un normale corriere a motore un Bike messenger non solo può dribblare facilmente gli ingorghi nelle ore di punta, ma non ha alcun problema a percorrere le strade a traffico limitato. Il secondo vantaggio è di natura ecologica: diversi studi e uffici hanno deciso di abbandonare il classico corriere in motorino per abbracciare una filosofia ecosostenibile. Fra questi fotografi, avvocati, notai, pubblicitari, odontoiatri, oltre a università come la Bicocca, che ricorrono ai Bike messenger per lo scambio di materiale fra sedi diverse o per consegnare atti e pratiche ai clienti. «Lo stesso discorso vale per le aziende, che possono inserire il nostro servizio nel bilancio socioambientale - conclude l´ideatore dei Bike messenger sotto la Madonnina - : quest´anno in 60 hanno fatto questa scelta. Una risposta molto positiva: è il segno che forse sta davvero nascendo una nuova sensibilità verso il rispetto dell´ambiente».