Basse di Stura: Chiamparino scrive a Saitta
Era stata annunciata giorni fa ed è arrivata la lettera che il sindaco Sergio Chiamparino ha scritto al presidente della Provincia Antonio Saitta per esporre le ragioni del Comune e la richiesta di una proroga della discarica fino all'esaurimento degli spazi disponibili. Pubblichiamo il testo della lettera
18 November, 2009
Ti confermo la decisione dell’Amministrazione comunale di rispettare la programmazione provinciale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani approvata da Ator, anche con il concorso del Comune di Torino.
Tra questi impegni, certamente la chiusura della discarica di Basse di Stura, rappresenta l’elemento più qualificante di un sistema orientato ad una gestione a “discarica zero”.
Si ritiene infatti che l’impatto ambientale su Torino Nord, con la parallela programmazione provinciale di un nuovo ciclo integrato dei rifiuti, fondato sul forte sviluppo della raccolta differenziata e sulla realizzazione del termovalorizzatore del Gerbido, localizzato grazie alla Città di Torino, dopo il rifiuto di tutti i Comuni della Provincia, debba essere radicalmente alleggerito.
Sulla base di questi presupposti, la Provincia disponeva un’ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2009, individuando discariche alternative a Basse di Stura, autorizzando ulteriori conferimenti fino a 500 mila metri cubi.
Va valutata positivamente, da allora ad oggi, la gestione tecnica
della discarica da parte di AMIAT, che ha avuto al riguardo
ampi riconoscimenti da parte dei numerosi operatori del settore
che negli anni hanno visitato l'impianto, in particolar modo
per quanto riguarda l'alto grado di efficienza del sistema di captazione del biogas sviluppato prioritariamente al fine di minimizzare gli eventuali fastidiosi impatti odorigeni, che AMIAT ha saputo recuperare anche come preziosa fonte di energia alternativa mediante la realizzazione di uno degli impianti fra i più grandi a livello europeo.
La discarica è quindi un impianto industriale, che sin dall’anno
2001 ha ottenuto, e detiene, la Certificazione Ambientale secondo
la Norma ISO 14001. Grazie all’attenta conduzione da parte di tutti i soggetti pubblici coinvolti, la discarica è stata – e lo è tuttora - ben gestita anche al fine di contenere al massimo
l’impatto odorigeno conseguente alla putrescibilità della frazione
organica contenuta negli RSU.
Come Comune, inoltre, abbiamo anche disposto delle agevolazioni
fiscali, in termini di TARSU, per i cittadini residenti a Torino Nord.
Siamo ora prossimi alla scadenza di fine 2009, e disponiamo di un’
imprevista rilevante volumetria residua, dovuta sia a risultati di
RD migliori di quanto a suo tempo previsto che alla recente minor
produzione di rifiuti, causa la nota crisi economica in cui tutti ci dibattiamo.
Ci pare quindi serio prendere in considerazione l’opportunità di
utilizzo, anche oltre la formale scadenza di fine dicembre, di
questa volumetria residua, che oltretutto dovrebbe essere poi
saturata con altri materiali di riempimento, a titolo oneroso per
la collettività, ai fini del necessario ri-modellamento finale della discarica.
L’utilizzo della capacità residua dell’impianto di Basse di Stura
dovrebbe portarci naturalmente a richiedere una proroga per il
conferimento di ulteriori RSU, tuttavia, per evitare il protrarsi di possibili inconvenienti odorigeni, derivanti dalla presenza della frazione organica negli RSU, avvertibili per la popolazione di Torino Nord residente in aree prossime all’impianto, si propone una soluzione alternativa. Come Giunta, infatti, abbiamo pensato alla proposta di chiedere l’autorizzazione della Provincia
per un ulteriore periodo della discarica per il conferimento di
RSA, di fanghi e di terre e rocce da scavo, per i residui 250.000
m3 circa, per i mesi necessari al completo esaurimento delle volumetrie residue e comunque non oltre il 2010.
Lo abbiamo pensato, e qui lo ribadisco, per l’assenza di organico
all’interno delle suddette tipologie di rifiuti.
La nostra proposta di ulteriore utilizzo per il 2010 di Basse di
Stura per lo smaltimento di RSA e fanghi e terre e rocce da scavo,
ovviamente solo fino al completamento delle volumetrie già autorizzate, può anche limitare la pesante ricaduta economica conseguente alla chiusura della discarica, a cui deve far fronte la sola Città di Torino.
La chiusura di Basse di Stura, dal punto di vista sia dei cessati introiti che dei maggiori oneri logistici per lo smaltimento dei rifiuti nel nuovo impianto di Cassagna, cumulata con i rinnovi contrattuali del personale AMIAT, comporterà infatti nel prossimo 2010 oneri aggiuntivi per il bilancio del Comune stimabili in circa 40 milioni di euro. Inoltre, si deve tener conto del ritardo di entrata in funzione dell’impianto del Gerbido che determina ulteriori oneri a carico del sistema pubblico.
Con questo spirito e volendo anche tenere in considerazione
quanto emerso nella recente Assemblea pubblica a Torino, alla
Cascina Marchesa, convocata dalle due Circoscrizioni competenti,
Ti chiedo un incontro per poter compiutamente presentare all’Ente che rappresenti i contenuti, anche tecnici, della nostra proposta di uso della capacità residua dell’impianto di Basse di Stura a Torino.
Sergio Chiamparino