Percorribili in bici 80 marciapiedi
Da La Repubblica del 24.11.2009
24 November, 2009
"Piste ciclabili sui dieci più larghi"
I pedoni sono cauti: "Un ciclista in più equivale spesso a un automobilista in meno che inquina, e quindi siamo favorevoli a nuovi spazi per le bici - fa saoere Mario Schiavoni, presidente di Cammina Milano - ma solo a condizione che le nuove piste vengano ben segnalate e collocate sui marciapiedi più larghi"
di Lucia Landoni
In ottanta punti della città ci sono marciapiedi abbastanza larghi - oltre il metro e mezzo - per accogliere le piste ciclabili annunciate dal neoassessore all´Ambiente, Paolo Massari. La mappa, tracciata dall´associazione ciclisti Ciclobby, esiste da due anni: «È allegata a una mozione che ho presentato nel settembre 2007 ed è stata approvata dal consiglio comunale - spiega Maurizio Baruffi, ex Verdi e ufficialmente nel Pd - però finora è rimasta lettera morta. Nessun assessore ha preso in mano quei documenti per decidere su quali zone intervenire».
Massari garantisce però che le cose cambieranno: «Sono ben felice di accettare l´indirizzo espresso dal consiglio comunale. Io e l´assessore De Corato prenderemo dieci dei marciapiedi indicati nella mozione e da lì partiremo per realizzare le nuove piste». Le indicazioni di Ciclobby abbracciano tutta Milano, da via Larga a piazzale Cuoco, da corso Como a Foro Buonaparte, passando per Città Studi, Rubattino e Quarto Oggiaro: «È stato svolto un significativo lavoro di mappatura - rimarca Eugenio Galli, presidente di Fiab Ciclobby Milano - Si potrebbe iniziare dai marciapiedi che costeggiano le caserme, i cimiteri e le stazioni, dove ci sono vie molto trafficate e poco frequentate dai pedoni. Per esempio via Nono, accanto al Monumentale. Lì il marciapiede è abbastanza ampio da garantire la sicurezza dei ciclisti e quella dei pedoni. Il codice della strada stabilisce che le bici possono viaggiare sul marciapiede, a patto che il Comune emetta un´ordinanza e installi la segnaletica».
Se però i ciclisti guardano con favore al progetto di aumentare i marciapiedi a "uso promiscuo", ovvero aperti al transito delle biciclette, i pedoni sono cauti: «Un ciclista in più equivale spesso a un automobilista in meno che inquina, e quindi siamo favorevoli a nuovi spazi per le bici - dichiara Mario Schiavoni, presidente di Cammina Milano, l´associazione che tutela i diritti dei pedoni - ma solo a condizione che le nuove piste vengano ben segnalate e collocate su marciapiedi più larghi di un metro e mezzo. Dev´essere chiaro che i marciapiedi sono innanzitutto nostri, altrimenti si chiamerebbero "marciainbici". In strada siamo perseguitati dall´incubo Suv, non vogliamo ritrovarci con l´incubo ciclisti anche dove dovremmo stare tranquilli».