Della Casa, critico a pedali: "In bici anche all´aeroporto"
Non è per tenere la linea, ma per non inquinare. E poi so sempre con precisione l´orario di arrivo. La sistemo vicino al posto di polizia così non me la rubano. Quella da corsa invece non la uso quasi mai. In totale ne ha undici, tra qui e Roma: "Ma a Torino si gira meglio" - da La Repubblica del 13.09.2008
15 September, 2008
Federica Cravero
Di biciclette ne ha undici, due a Roma, tre a Torino, le altre in campagna. Steve Della Casa, critico cinematografico e presidente di "Piemonte Film Commission, ha fatto dei pedali il suo principale mezzo di trasporto. «Pensi un po´, è dal 1978 che mi muovo su due ruote. Vado anche in giro per divertimento ogni tanto, ma soprattutto per trasporto, ne faccio un uso baracchino. A Torino ho una bici da corsa che non uso mai, una da poco per girare in centro e una leggerissima per andare in aeroporto».
Addirittura in aeroporto?
«Sì. La lascio davanti al posto di polizia così non me la rubano. D´estate ci vogliono cinque minuti di decantazione prima di entrare nello scalo perché c´è l´aria condizionata troppo forte e se si è sudati... Altrimenti non ci sono problemi: solo una volta ho trovato la neve».
Mai preso in giro da qualcuno?
«Sempre. Molti credono che sia un vezzo da eccentrici o che lo faccia per la linea».
Invece?
«Invece è una questione di rispetto per l´ambiente, ma soprattutto il modo di rendere piacevole la più grande e lunga rottura di scatole della giornata, che sono gli spostamenti nel traffico. E poi c´è un altro vantaggio: in bici sai sempre quanto tempo ci vuole per arrivare in un posto perché non esistono incidenti, manifestazioni, la bici schiva tutto, più ancora del motorino. A meno che non si fori o non te la rubino…».
E capita spesso?
«In tutta la vita me ne avranno rubate cinque o sei. E per evitare di bucare le gomme uso quelle col battistrada. Se capita a Torino me le riparo io o le porto dai 3 o 4 ciclisti che sono rimasti».
E quanto ha risparmiato in trent´anni di bici?
«Ah, non lo so. Ma so che a Roma una bici si ammortizza in una settimana. Girare con la propria auto è impossibile e per chi come me è sempre in giro in taxi si spendono anche 80-90 euro al giorno».
Per la bicicletta è meglio Torino o la capitale?
«Torino, senza dubbio. Primo ci sono più bici in circolazione e più rispetto. Secondo a Roma ci sono i colli: se uno non è allenato anche la salita di Villa Borghese è un problema. E poi le distanze sono troppo lunghe, non sono nemmeno mai andato a Cinecittà in bici, ci vorrebbe più di un´ora».
E poi ci arriverebbe sudatissimo…
«Beh, sì. E comunque una volta sono arrivato madido a un incontro al ministero. C´era l´aria condizionata e mi sono preso un raffreddore E questo è anche il motivo per cui d´estate uso le borse per la bici e non lo zainetto per portare le cose».
Qual è l´inconveniente più grande per chi si muove in bici in città?
«Mah, forse le rotaie. L´unica volta che sono volato è stata per colpa loro. Con gli automobilisti e i pedoni, invece, bisogna fare attenzione, ma anche i ciclisti devono avere rispetto per gli altri».
Come giudica le politiche cittadine per i ciclisti?
«Buone. Le piste ciclabili sono abbastanza usate: l´altro giorno in via Bertola ho contato una trentina di ciclisti in dieci minuti. Magari qualche rastrelliera in più non guasterebbe».