Negli Emirati Arabi stop ai sacchetti di plastica dal 2013
Dal 1 gennaio 2013 anche negli Emirati Arabi Uniti saranno aboliti gli shoppers in plastica tradizionali. Dovranno essere sostituiti da più ecologici sacchetti biodegradabili e da borse riutilizzabili. Intanto è già partita nel paese una campagna triennale di sensibilizzazione per promuovere queste soluzioni alternative e l’Emirato di Ajman ha già vietato i sacchetti usa e getta dal 1 gennaio 2010
11 January, 2010
Massimiliano Milone
Dal 2013 addio alle buste di plastica
Negli Emirati Arabi Uniti (EAU) il sacchetto di plastica ha i giorni contati. Il Ministero dell’Ambiente e della Conservazione delle Acque (Ministry of Environment and Water Conservation) ha annunciato un piano ambizioso per vietare i sacchetti di plastica dal 2013. Una sfida non impossibile per uno tra gli stati al mondo più ricchi di petrolio, patria anche del consumismo e del lusso! Il divieto segue le orme di altri paesi, come l’Australia e l’Irlanda, che hanno già introdotto un divieto simile.
Il Ministero sta già lavorando alla normativa che vieterà i sacchetti non biodegradabili: la legge, ancora in fase artigianale, dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2013, ma prima che ciò accada i negozianti avranno preparato delle alternative (sia riutilizzabili sia monouso) e i consumatori avranno già preso confidenza con borse di altri materiali come cotone, carta, plastica biodegradabile…
Per ora è partita una campagna pubblicitaria di affissioni in prossimità e all’interno dei centri commerciali (e non solo), per ricordare la necessità di avere sempre una borsa a portata di mano.
Nei prossimi tre anni la campagna di sensibilizzazione vedrà il coinvolgimento massiccio dei media e delle scuole. Una curiosità: finora il messaggio ha avuto molta risonanza tra i giovani!
Lo slogan della campagna: Emirati Arabi Uniti liberi dai sacchetti di plastica
Secondo uno studio del Ministero dell’Ambiente gli Emirati Arabi Uniti consumerebbero oltre un miliardo di sacchetti di plastica all’anno, che rappresentano il 10,9% del totale dei rifiuti domestici prodotti dal paese: una cifra impressionante!
Per affrontare al meglio questo problema (e soprattutto per cercare di risolverlo) il Ministro dell’Ambiente Rashid Ahmed Bin Fahad ha lanciato una campagna triennale dal titolo EAU liberi dai sacchetti di plastica, un’iniziativa che si colloca all’interno del più ampio Piano di riduzione dei sacchetti di plastica.
La campagna, che proseguirà nei prossimi tre anni, intende non solo sensibilizzare ed educare i consumatori sui pericoli per l’ambiente derivanti dall’uso dei sacchetti usa e getta, ma anche radicare nella società il concetto di “riduzione d’uso” delle buste di plastica ed incoraggiare l’impiego di sacchetti biodegradabili e di comode ed eleganti sportine riutilizzabili “amiche dell’ambiente” in tela, iuta, cotone, carta o in altri materiali (preferibilmente riciclati).
«Con questa campagna di sensibilizzazione ci auguriamo di poter cambiare gli atteggiamenti e le abitudini della gente nei confronti dei sacchetti di plastica. Vogliamo insegnare alla gente a ridurre il numero di sacchetti che usano quando vanno a fare shopping» ha dichiarato Hunaida Qayed, Direttore del Ministero dell’Educazione e della Sensibilizzazione (Director of Education and Awareness).
Lo slogan della campagna cambierà con cadenza annuale da qui al 2013 (a seconda del tema su cui il Ministero dell’Ambiente intenderà focalizzare l’attenzione), anno in cui saranno definitivamente banditi dal paese gli shoppers in plastica.
Le fasi della campagna
La campagna, iniziata a fine 2009, è suddivisa in quattro fasi: la prima, in corso di attuazione, intende educare e creare consapevolezza nella popolazione sulle questioni relative alle materie plastiche. La seconda fase, anch’essa già iniziata, si concentra sulla ricerca di un’alternativa valida ai sacchetti di plastica: l’obiettivo è quello di introdurre borse fatte di materiale diverso dalla plastica in negozi e supermercati. La terza fase riguarderà gli aspetti legali che adotteranno le autorità competenti.
Nel 2012 inizierà l’ultima fase in cui saranno presentate applicazioni reali per ridurre e prevenire la produzione di sacchetti di plastica e nel contempo si informerà la popolazione che dal 2013 i sacchetti di plastica non saranno più disponibili.
La strategia di comunicazione: target, mezzi e luoghi della campagna
La campagna coprirà diversi media in diverse lingue per spiegare a tutti l’impatto negativo derivante dall’abuso dei sacchetti. Manifesti, materiale divulgativo e documenti tecnici che illustrano nel dettaglio come le emissioni da combustione di plastica siano nocive per l’ambiente sono solo alcuni dei mezzi che il governo federale intende adottare per contrastare l’uso delle buste di plastica. Anche il sito del Ministero farà la sua parte attrezzandosi per contenere tutte le informazioni e le risposte necessarie per affrontare il cambiamento di abitudini a seconda del profilo dell’utente (cittadino o esercente).
I destinatari principali della campagna saranno la scuola (insegnanti, genitori e bambini), gli studenti universitari, i negozianti e i clienti, le amministrazioni pubbliche e le aziende private.
I luoghi in cui verrà attivata la campagna nei prossimi tre anni saranno i supermercati, i parchi pubblici, i cinema, le scuole e le università, i centri commerciali, le stazioni di servizio, le aziende, gli aeroporti, il Dubai Shopping Festival, le moschee, i luoghi di aggregazione dei giovani, le società sportive…
Ridurre l’uso della sportina indistruttibile, valorizzare le alternative, vivere in un ambiente più pulito senza sacchetti di plastica: una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori che, grazie ai suoi messaggi, si preannuncia forte e pervasiva.
La plastica killer è arrivata anche nel deserto
«Abbiamo avviato una campagna di tre anni perché vogliamo coinvolgere i cittadini su questo problema e spiegare loro quali siano realmente i pericoli per l’ambiente causati dall’uso dei sacchetti di plastica» ha sottolineato Mariam Al Shenasi, Direttore Esecutivo per gli Affari tecnici (Executive Director for Technical Affairs) presso il Ministero.
Lo stop degli Emirati Arabi Uniti ai sacchetti di plastica è una gran bella notizia per l’ambiente. Monto spesso infatti sacchetti, bottiglie ed involucri alimentari in plastica, gettati con superficialità in mare o sulle spiagge che si trasformano in discariche di fortuna, sono causa di morte per uccelli marini, pesci, foche, tartarughe e delfini, che vi rimangono intrappolati o li scambiano per cibo.
Tra gli animali che muoiono per ingestione di immondizia ci sono anche bovini, ovini, caprini, gazzelle, struzzi e cammelli. I deserti infatti sono inquinati come non mai. Un tappeto di rifiuti di plastica sparsi in aree desertiche vicino a Dubai sta uccidendo la fauna selvatica e animali domestici in numero allarmante. Una ricerca condotta dal Ministero dell’Ambiente ha rilevato che un cammello su due muore mangiando sacchetti di plastica.
In un angolo remoto del deserto a circa un’ora di auto da Dubai, la Death Valley (Valle della morte) decine di carcasse di cammelli, bovini e altro bestiame con all’interno la plastica killer calcificata riposano tra le dune sabbiose.
Questa è la minaccia ambientale più grave degli Emirati Arabi e proprio per evitare che la morte degli animali possa raggiungere proporzioni epidemiche il governo federale ha deciso di intervenire, anche se in ritardo rispetto agli allarmi ripetuti degli ambientalisti, “condannando a morte” la plastica!
Amaro il commento di Al-Shenasi: «La pericolosità della plastica non finisce qui: le buste, se incenerite, producono materiali dannosi per l’ambiente; se invece vengono abbandonate, nella loro lenta decomposizione che può richiedere centinaia d’anni, rilasciano nel terreno sostanze tossiche».
E pensare che stiamo parlando di un oggetto che ha una vita “utile” di circa 15 minuti, il tempo medio che passa tra la cassa del supermercato e il frigorifero. Poi, diventa un rifiuto e la sua vita come oggetto “inutile” varia da 20 a 200 anni. Una sproporzione che ha dell’assurdo!
Ad Ajman il divieto è già scattato il 1 gennaio 2010
L’Emirato di Ajman ha già mandato in pensione i sacchetti in plastica. Il blocco è scattato il 1 gennaio 2010 contro il timeout generale del 2013, che prevedeva un lasso di tempo da dedicare alla riconversione ecologica. L’Emirato si è dichiarato già pronto e pertanto le borse di stoffa hanno rimpiazzato definitivamente le buste di plastica.
Il divieto interessa ipermercati, negozi al dettaglio e mercati: nessuno potrà più distribuire buste non degradabili. Khalid Moeen Al Hosani, Direttore del Dipartimento Ambiente e Salute del Comune di Ajman ha dichiarato che il Dipartimento pubblicherà l’elenco di tutte le fabbriche che producono sacchetti biodegradabili.
Abu Dhabi, in attesa del divieto, ha deciso di potenziare il sistema di riciclo dei rifiuti porta a porta. I residenti che si adopereranno per ridurre gli sprechi prendendo parte al processo di riciclo potranno beneficiare di incentivi mentre pesanti sanzioni saranno previste per coloro che non si atterranno alle nuove regole, per ora in attesa di approvazione.
«Stiamo lanciando un sistema di riciclaggio eco-friendly, il primo del suo genere nella regione, per contribuire a rendere la nostra città un luogo più verde. Il suo successo dipenderà dalla partecipazione di tutti i cittadini» ha affermato Majid Al Mansouri, che dirige il Centre of Waste Management (CWM).
L’obiettivo del programma, che verrà presto esteso ad altre città dell’Emirato, è quello di ridurre lo smaltimento in discarica e di massimizzare il recupero delle risorse.
Un esercito di volontari addestrati sta andando casa per casa a distribuire opuscoli illustrativi, a spiegare l’importanza del riciclo e in che modo deve essere fatto.
Il coinvolgimento dei produttori di materie plastiche
I funzionari del Ministro dell’Ambiente hanno visitato le principali fabbriche che producono materie plastiche negli Emirati Arabi Uniti in città come Abu Dhabi, Al Ain, e Sharjah: in totale 26 stabilimenti. A tal proposito Al-Shenasi ha riferito: «Sebbene 14 di esse abbiano prodotto nel 2008 circa 26.000 tonnellate di sacchetti di plastica per uso interno, solo 2.000 tonnellate erano biodegradabili». Una quantità che il governo spera di aumentare!
Abdulaziz Al Midfa, Direttore generale dell’Autorità per l’Ambiente e le Aree Protette (Environment and Protected Areas Authority) dell’Emirato di Sharjah ha assicurato che i produttori delle materie plastiche «che hanno già creato un grave problema ambientale devono assumersi le loro responsabilità nei confronti della società ed essere pienamente coinvolti nella ricerca di una soluzione. I produttori potranno facilmente utilizzare formulazioni biodegradabili per i sacchetti di plastica».
Il divieto è stato annunciato con tre anni di anticipo proprio per dare il tempo all’industria chimica di riconvertirsi ed adeguarsi a standard più innovativi. Auguriamoci che in questi tre anni il bando non venga disatteso e che si dia effettivamente seguito a quanto promesso per accompagnare il percorso di abbandono degli shopper non biodegradabili!
Presto una legge che conterrà nuovi standard per i sacchetti
Una commissione ministeriale sta intanto lavorando ad un progetto preliminare sulle specifiche e gli standard obbligatori che dovranno avere le borse del futuro negli Emirati Arabi Uniti. Il progetto è stato presentato al Consiglio dei Ministri, il quale introdurrà queste nuove regole per i produttori di materie plastiche.
«Attualmente stiamo lavorando con le fabbriche che producono sacchetti in modo da poter avviare la produzione di sacchetti alternativi a quelli non biodegradabili. I dettagli specifici per gli additivi da utilizzare nelle nuove miscele di plastica dovrebbero essere previsti nel 2010» ha dichiarato Al Shinasi. I produttori di materie plastiche dovranno quindi rispettare le specifiche, in linea con l’unità nazionale del Ministero.
A queste richieste del governo federale l’industria della plastica non ha esercitato un’azione di contrasto, anzi: ha manifestato fin da subito la volontà di collaborare. Infatti grazie a quest’iniziativa potrà diventare protagonista del cambiamento, guadagnare credibilità e acquisire un’immagine nuova. Inoltre il mercato e le richieste dei consumatori stanno andando spontaneamente in questa direzione: le industrie innovative godono di sempre maggior successo, aumentano le produzioni di sacchetti ecologici e anche le grandi catene di supermercati si stanno attrezzando per offrire volontariamente ai consumatori alternative alla plastica inquinante.
Stop agli shoppers di plastica nei centri commerciali
Nel mondo degli ipermercati e dei super-centri commerciali da cinque-sei sporte per volta, gentilmente offerte alle casse, qualcosa sta cambiando! È partito infatti il programma sperimentale per la progressiva riduzione della commercializzazione delle buste di plastica, previsto come percorso di avvicinamento e come condizione del divieto nel 2013.
Secondo il piano ministeriale, i negozi sono già stati incoraggiati a passare a sacchetti amici dell’ambiente. Al momento la scelta di eliminare le buste di plastica è affidata alla coscienza ecologica e alle valutazioni di convenienza delle singole catene commerciali. Alcune catene della grande distribuzione temporeggiano ancora, altre ci stanno pensando, molte invece scommettono sulla coscienza “verde” dei clienti e offrono alternative riciclabili o riutilizzabili alla plastica inquinante. La sperimentazione sembra essere incoraggiante!
È il caso ad esempio degli ipermercati Carrefour e Lulu, che hanno già inserito nei loro punti vendita shoppers biodegradabili e borse riutilizzabili in materiale resistente. Carrefour, ad esempio, vende in tutti gli Emirati Arabi due modelli di borse riutilizzabili dai colori vivaci ad un prezzo contenuto: un formato più piccolo a 0,5 AED (0,09 €) e un formato più grande a 2,5 AED (0,47 €).
Geant Hypermarket Dubai/Le Marché Supermarket è stata invece la prima grande catena di distribuzione degli Emirati Arabi ad aver introdotto da febbraio 2008 una tassa “rimborsabile” di 30 fils (0,06 €) sui sacchetti di plastica. I clienti possono restituire in qualsiasi momento gli shoppers acquistati e ricevere in cambio i 30 fils. Il ricavato raccolto grazie al contributo dei clienti, che finora ammonta a 600.000 Dhs (circa 113.700 €) è stato donato agli Emirates Wildlife Society – World Wildlife Fund (WWF). In alternativa il supermercato offre la possibilità di acquistare borse riutilizzabili in iuta in due formati, uno al prezzo di 5 Dhs (0,95 €) e uno a 7 Dhs (1,33 €).
Scorci di degrado ambientale e immagini che mostrano gli effetti delle buste di plastica sulla fauna selvatica sono solo alcune delle immagini mostrate in tutti i negozi Geant/Le Marché. Inoltre è stato esplicitamente chiesto a tutti i cassieri di domandare ad ogni cliente, che richieda alla cassa un sacchetto di plastica, il suo reale bisogno!
Il Presidente Gabriel de Andrade ha sottolineato: «Abbiamo accolto con favore l’iniziativa del divieto, ma abbiamo la sensazione che i sacchetti di carta non siano una soluzione alternativa poiché comporterebbero impatti maggiori sull’ambiente e contribuirebbero alla deforestazione del pianeta. Vogliamo invece incoraggiare i clienti a utilizzare borse riutilizzabili in iuta».
KM Trading, una catena di grandi magazzini e supermercati, ha espresso il suo pieno sostegno al Ministero dell’Ambiente nel suo sforzo di rendere gli UAE liberi dalla plastica. «Stiamo pensando a soluzioni alternative per colmare il vuoto che lascerà il sacchetto di plastica. Entro il 2010, tutti i punti vendita KM Trading degli Emirati Arabi introdurranno i sacchetti biodegradabili» ha dichiarato Francesco Shelly, corporate marketing manager di KM Group of Companies. Ed ha aggiunto: «Abbiamo una posto privilegiato in questo grande movimento per rendere gli Emirati Arabi liberi dai sacchetti di plastica. Anche se non abbiamo ricevuto alcuna direttiva da parte del governo degli Emirati Arabi Uniti, siamo molto preparati».
Vanessa Danna Lazatin-Steiner, marketing Manager di Mega Mall, ha affermato che «Mega Mall accoglie con favore l’iniziativa del Ministero e sostiene con forza questa campagna».
Saeed bin Mohammed Al Qassimi, vice-presidente Mega Mall, ha aggiunto: «Noi appoggiamo tutte le campagne del governo che promuovono un ambiente più sano. Chiediamo il sostegno di tutti i nostri venditori al dettaglio per applicare rigorosamente la “Zero Plastic Bag”, politica che coincide con la campagna globale delle 3R “Riduci, Riusa, Ricicla”».