La Francia punta sui sacchetti biodegradabili
In Francia il Ministero per l’Ecologia e lo Sviluppo durevole, i rappresentanti degli enti locali e le imprese del commercio e della grande distribuzione hanno firmato un accordo quadro per aumentare l’offerta dei sacchetti biodegradabili e favorire la raccolta selettiva dei rifiuti organici
11 January, 2010
Massimiliano Milone
La Convenzione sui sacchetti biodegradabili
La Francia ha avviato un piano per incrementare l’utilizzo dei sacchetti biodegradabili di origine vegetale destinati alla raccolta dei rifiuti organici e per promuovere il compostaggio individuale e industriale.
Chantal Jouanno, Segretario di Stato del Ministero per l’Ecologia e lo Sviluppo durevole e del mare, ha sottoscritto un accordo quadro con l’Associazione dei Sindaci di Francia (AMF) e le imprese del commercio e della grande distribuzione di materie plastiche rappresentate da: Federazione delle Imprese del Commercio e della Distribuzione (FCD), le Imprese dell’Imballaggio Plastico e Flessibile (ELIPSO), l’Associazione Francese per lo Sviluppo delle Bioplastiche (Club bio-plastiques), l’Associazione Europea dei produttori di materie plastiche (PlasticsEurope).
Questo accordo si ispira alla Loi d’Orientation Agricole (Legge di Orientamento agricolo) del 5 gennaio 2006 e, in particolare, all’articolo 47, che mira a favorire lo sviluppo di prodotti biodegradabili costituiti da risorse d’origine vegetale.
La Convenzione, a detta dei firmatari “esemplare” perché risponde ad una problematica ambientale globale, ufficializza l’impegno volontario dei produttori nel ridurre l’impatto ambientale dei sacchetti di plastica e nel favorire il recupero dell’organico.
European Bioplastics ha lodato l’iniziativa, definendola un contributo significativo alla gestione ecologicamente corretta dei rifiuti: «L’uso dei sacchetti per rifiuti in bioplastica compostabile supporta il recupero dei rifiuti organici» ha sottolineato Hasso von Pogrell, Amministratore Delegato della European Bioplastics ed ha aggiunto: «L’accordo francese può quindi essere visto come un modello per altri paesi europei». FCD ei suoi membri si sono impegnati a rimuovere da tutti i negozi i sacchetti usa e getta di ogni formato (distribuiti gratuitamente) entro la fine del 2011.
Questo il commento della Jouanno dopo aver firmato l’accordo: «I tempi cambiano: è finito il tempo in cui tutti i nostri rifiuti finivano in discarica. È arrivato il momento di agire. Non abbiamo altre alternative se non quella di cambiare il modello di riferimento, i metodi e le pratiche. Per questo motivo intendo siglare questo accordo sulla promozione dei sacchetti biodegradabili».
Ed ha aggiunto: «Questo accordo volontario è frutto di un vero consenso e per il futuro non vedo che vantaggi. Sono coinvolti tutti gli attori: dalla grande distribuzione all’industria della plastica, dal governo agli enti locali… Abbiamo favorito un approccio contrattuale, a dimostrazione che si possono fare progressi anche attraverso altri mezzi che non siano le leggi».
Gli impegni presi
L’accordo, che rientra nel Piano d’azione Rifiuti 2009-2012, prevede quattro importanti impegni:
1. Aumentare la fornitura di sacchetti in bioplastica da destinare alla raccolta dei rifiuti organici in vista del loro recupero.
In altre parole sviluppare l’offerta. I produttori si sono impegnati a mettere a disposizione una quantità sufficiente di sacchetti biodegradabili, ad un costo ragionevole rispetto ad altri prodotti alternativi al fine di sostenere lo sviluppo dei sacchetti in bioplastica nel rispetto delle normative europee e delle etichettature riconosciute a livello internazionale. Nel frattempo, l’azione dei distributori permetterà di promuovere la nuova gamma di borse tra i consumatori e di sostenerne il loro sviluppo.
2. Sensibilizzare i consumatori.
Le campagne di sensibilizzazione e di comunicazione saranno condotte in coordinamento con gli enti locali, il cui ruolo sarà fondamentale. L’obiettivo è quello di informare al meglio la popolazione sui benefici ambientali connessi all’uso di questi sacchetti, al fine di accrescere la domanda.
3. Sviluppare il recupero di rifiuti organici mediante compostaggio.
Lo sviluppo della fornitura di sacchetti della spazzatura in plastica biodegradabile si accompagna ad un incremento della filiera di valorizzazione dei rifiuti organici sia attraverso azioni di promozione del compostaggio individuale dei rifiuti organici sia attraverso la creazione di impianti industriali di compostaggio.
A tal proposito Chantal Jouanno ha dichiarato: «Riciclare al meglio la materia e i rifiuti organici vuol dire trasformare i nostri rifiuti in nuove materie prime seconde. Quasi il 50% dei rifiuti domestici residui sono costituiti da rifiuti organici, che quasi non valorizziamo. Arriviamo faticosamente al recupero del 14% dei rifiuti raccolti dal servizio pubblico. Un impianto di trattamento funziona correttamente solo se riceve i rifiuti per cui è stato progettato; inoltre non a tutti sono chiare le procedure per la raccolta dei rifiuti organici! Per quanto assurdo possa sembrare i sacchetti di plastica possono fornirci un prima risposta. I sacchetti per l’immondizia biodegradabili in materia vegetale hanno il grosso vantaggio di poter essere recuperabili. Abbiamo però l’obbligo di raggiungere dei risultati in termini di qualità del compost prodotto; i compost non conformi dovranno essere inceneriti o finire in discarica: non andranno di certo ad inquinare i campi destinati all’agricoltura!»
Inoltre, affinché tali sacchetti possano essere facilmente utilizzati per il compostaggio, dovranno contenere un quantitativo minimo di materie prime di origine vegetale, fissato al 40% nel 2009 per arrivare almeno al 70% nel 2018.
4. Monitorare la Convenzione.
I firmatari dell’accordo esamineranno periodicamente i progressi compiuti nell’attuazione degli impegni presi ai sensi della Convenzione e li comunicheranno al Ministero per l’Ecologia.
Previsti anche una serie di indicatori che assicureranno l’applicazione della convenzione: l’evoluzione del costo medio dei sacchetti in bioplastica, oggetto dell’accordo, la distribuzione numerica (il numero dei negozi in cui è possibile reperire questo tipo di sacchetti), il numero dei sacchetti venduti “alla cassa”, il contenuto in materia vegetale nei sacchetti distribuiti.