Arpac: il vero problema è la difficoltà di risalire alle diverse fonti inquinanti - Intervista al Direttore Generale Gennaro Volpicelli
In un'intervista per Eco dalle Città, Gennaro Volpicelli, Direttore Generale dell'Arpac, spiega che sulle centraline vengono fatti, anche se con difficoltà, controlli periodici. La vera questione sarebbe, invece, la carenza di competenze scientifiche che aiutino a risalire ai diversi tipi di combustione. Tra le ipotesi di fonti inquinanti anche i numerosi cantieri aperti in città
29 January, 2010
Alessandro Ingegno
Dott. Volpicelli durante la nostra inchiesta più di un dubbio è stato sollevato sul corretto funzionamento delle centraline Arpac. Voi avete mai rilevato anomalie nel funzionamento degli apparecchi?
Su questo tema c’è carenza di conoscenze scientifiche. Siccome nei dipartimenti e nelle strutture scientifiche ci sono specialisti ed esperti ci avviamo ad iniziare uno sforzo congiunto tra Arpac e mondo scientifico. Il problema è quello di conoscere la composizione delle varie frazioni delle polveri, e poi andare a vedere a livello di produzione quali sono i fenomeni di combustione che creano questo deposito di microparticelle. Purtroppo è un lavoro che non viene ancora fatto. La colpa non può essere riconducibile solo al traffico veicolare, a questo si aggiunge il porto perché le navi restano accese ma un’altra problematica è dovuta al fatto che la città di Napoli ha molti cantieri aperti.
Si ma le centraline funzionano correttamente?
Se passiamo alle centraline noi abbiamo attivato una taratura ed una calibratura di questi strumenti che avviene periodicamente. Se considera che di questi apparecchi ce ne sono 9 a Napoli e 40 in tutta la Campania capisce che c’è bisogno di ottimizzare i tempi e le risorse da dedicare a questa fase operativa. Inoltre va sempre tenuto presente che questo sistema è molto sensibile all’ubicazione, la scelta del posto è condizionante i risultati.
La centralina “Scuola Vanvitelli” però è posizionata in una Ztl e i superamenti sono continui…
Come saprà i fenomeni metereologici possono bloccare il rinnovo dell’aria, lasciando che il deposito delle polveri resti nel tempo. Quello che è certo è che non è solo una centralina che sfora ma tutte.
E’ possibile effettuare una tracciabilità della filiera delle polveri?
La tracciabilità non è un operazione che oggi si può fare con risultati che siano attendibili e affidabili. Si opera, infatti, su microgrammi di elementi e moltissime sostanze diverse. Si deve da una parte determinare la speciazione e dall’altra capire i fenomeni che producono o che si ipotizza producano determinate polveri. La difficoltà nel determinare l’origine è un problema di mancanza di competenze a livello scientifico.