E-waste: i tecno-rifiuti e il loro smaltimento
Che fine fanno i pc dismessi con il loro alto potenziale inquinante?
31 March, 2002
Una domanda lecita, anzi obbligatoria, visto che la quantità di computer dimessi cresce esponenzialmente di anno in anno. La produzione e l'utilizzo di strumenti elettronici ed informatici sta registrando un evoluzione sempre più rapida. Ciò è dovuto al progresso fatto registrare dalla società dell'informazione ed alla continua innovazione degli strumenti di elaborazione e comunicazione della stessa. La vita utile delle apparecchiature elettronico-informatiche è molto breve ed in continua riduzione, questo fa si che contemporaneamente si debba affrontare, sempre più rapidamente ed in termini crescenti il problema relativo allo smaltimento corretto delle stesse. I rifiuti aventi componenti elettrici ed elettronici sono fonte di preoccupazione anche per la loro natura qualitativa, essi contengono infatti sostanze potenzialmente molto nocive per la salute umana e tossiche per l'ambiente come Piombo, Cadmio, Mercurio, Cromo Esavalente. E' necessaria quindi una specializzazione nella raccolta e nello smaltimento del materiale elettronico. Fra le aziende che si occupano di queste problematiche abbiamo parlato con Network Cartesio, di Torino, unica cooperativa sociale ad occuparsi di e-waste. "È ormai un anno che Cartesio ha affiancato alla raccolta della carta anche quella dell'elettronica da ufficio, con il progetto "transistor"- ci dice la dottoressa Guglielmino - e i risultati raggiunti sono di rilievo. La procedura che utilizziamo, dallo smontaggio del materiale in entrata alla divisione e selezione dei pezzi in base al materiale, ci ha permesso di recuperare l'85% dei 58500 chili circa che abbiamo trattato nel 2001. Inoltre una delle azioni". "Il ciclo di lavoro del progetto "Transistor" - ci dice Giancarlo Palazzo, presidente del consorzio Network Cartesio - prevede alcuni passaggi fondamentali: dalla raccolta porta a porta (con il rilascio del formulario di identificazione del rifiuto che consente al cedente l'eliminazione dal libro cespiti dei beni ammortizzabili; smontaggio dei principali componenti e suddivisione per parti omogenee dei materiali; operazioni di messa in sicurezza dei componenti pericolosi (soprattutto i tubi catodici); smaltimento corretto tramite ditte specializzate ed autorizzate del materiale di sovvallo e dei componenti non recuperabili; avviamento al recupero mediante ditte specializzate delle componenti recuperabili". Un processo standardizzato che permette di recuperare (o smaltire correttamente) polimeri (ABS, polietilene), cavi elettrici (quindi rame e polietilene), metalli, vetro e, soprattutto le schede elettroniche. [a="http://www.ecodallecitta.it/old/apr2002/rifiuti/ewaste/livorno.htm"]Tecno-rifiuti, un'invasione annunciata - da Il Tirreno del 24.03.2002[/a]