Cidierre, o almeno secco
30 June, 2002
Non si brucia niente, si brucia il tal quale, si brucia la frazione secca, si brucerà la frazione secca, si brucerà il Cdr, non si brucia niente, si propone di bruciare il tal quale: sei situazioni, una delle quali abbiamo ripetuto due volte (non si brucia niente) non per errore di stampa ma perché è quella ancora attualmente più praticata. La gestione locale dei cicli dei rifiuti in Italia oscilla tra queste soluzioni, ma la nostra ancora parziale inchiesta indica forse una tendenza. Mentre, come abbiamo già raccontato, l’avvio degli inceneritori (termovalorizzatori) segna il passo, si estende l’ uso di vari tipi di impianti di preselezione e vagliatura dei rifiuti (ovviamente di quelli indifferenziati) fino a quelli più raffinati di produzione del Combustibile da Rifiuti o Cdr, una frazione secca particolarmente selezionata che come combustibile può alimentare anche impianti tipo cementifici. E’ [b]Cuneo [/b]una situazione di avanguardia per il Combustibile da Rifiuti. Qui si sta rapidamente completando un impianto per la produzione di Combustibile da Rifiuti (che valorizza ulteriormente il secco già selezionato e separato dall’umido), in quanto esiste un accordo (il primo in Italia) con Buzzi ed Enicem per utilizzare questo combustibile nel cementificio della zona. A [b]Roma [/b]è in via di presentazione l’aggiornamento del piano rifiuti preparato dalla commissione presieduta da Walter Ganapini. A fronte di una realtà in cui si porta quasi tutto in discarica, il piano romano precedente prevedeva di portare a produzione di Cdr e poi a incenerimento circa i tre quarti dei rifiuti. Con le nuove proposte si punta invece a portare la raccolta differenziata oltre il 40% e di portare circa la metà dei rifiuti a separararsi tra Cdr e organico rozzo da bio essiccare. In ognuno dei due casi dovrebbero sorgere gli impianti per selezionare i rifiuti indifferenziati e produrre il Cdr. Dove il Cdr sta ricevendo forse il maggior impulso è in [b]Campania[/b]. Qui nel giro di poco più di un anno si sta completando un pacchetto di impianti che trattano più di 6 mila tonnellate al giorno.Dei due risultati finali di questi impianti, uno, la frazione organica stabilizzata, sta trovando la sua utilizzazione. Con l'umido stabilizzato derivante dai nuovi impianti campani si comincia a luglio a ripristinare le ex discariche di Ariano Irpino e Palma Campania. Per quanto riguarda le ormai migliaia di tonnellate di Cdr prodotte, vengono stoccate in attesa dell’avvio dei termovalorizzatori. “ La produzione di Cdr ci consente di superare l’emergenza rifiuti senza far traboccare altre discariche” ci ha detto il subcommissario alla Campania Giulio Facchi. E anche a [b]Milano[/b], dove per il momento non si parla di emergenza rifiuti e dove è in azione un grande termovalorizzatore, il pre-trattamento dei rifiuti potrebbe diventare indispensabile per evitare nuove crisi. Nel capoluogo lombardo attualmente il forno detto Silla 2 , come ci dice l’ing Saracino, è fornito di un vagliatore selezionatore che separa secco da umido e ha prodotto già decine di migliaia di tonnellate di frazione organica con parti inerti.Non si brucia il tal quale.Ma Milano prevede un nuovo grande impianto di selezione dei rifiuti (sull’area dell’ex inceneritore di Zama ) un impianto che produrrà frazioni secche e umide che potranno essere smaltite come rifiuti speciali anche fuori regione.