Laila e le sue tredici bici dichiara guerra ai ladri
Troppi furti: "La catena non basta, i ladri non si fermano davanti a nulla". La prima in coda, ieri, per farsi “tatuare” la due ruote. Rastrelliere: i ciclisti chiedono che Palazzo civico ne aumenti il numero - da La Stampa del 21.03.2010
22 March, 2010
Emanuela Minucci
Vede questa bici? E’ la mia numero tredici. La faccio tatuare perché le precedenti dodici me le hanno rubate. Spero che la targa funzioni, ma pure che quel numero mi porti fortuna...».
Fa simpatia soltanto a guardarla Laila Zemalla, sessantenne che pedala da trenta («è stata una scelta obbligata: abito in via Monte di Pietà, lì il parcheggio è introvabile») e signoreggia sulla sua due ruote infilando nel cestino di vimini la borsa Hermès, incurante della pioggia. Laila è stata fra i primi, ieri mattina, a mettersi in coda davanti a Palazzo civico per far imprimere sulla canna della bici una piccola carta d’identità. Costo del servizio: 5 euro, un prezzo equo, visto che l’operazione dovrebbe evitare il furto di una bicicletta. Ad attenderla, sotto un gazebo bianco, il personale dell’associazione «Intorno» che soltanto ieri ha provveduto a marchiare ben 100 bici (per informazioni www.associazioneintorno.it).
Laila arriva sotto il Conte Verde attorno alle 11, non appena il gazebo dei marchiatori entra in funzione sotto lo sguardo vigile dell’assessore all’Ambiente Roberto Tricarico. E benedice ad alta voce il servizio: «Se fosse esistita prima questa benedetta targa non sarei stata costretta a comprare tredici bici». Laila, che nella vita dice di essere stata molto fortunata («ho sempre fatto il mestiere che ho voluto, dando libero sfogo alla mia creatività») racconta che la dea bendata non è stata altresì generosa nel suo rapporto con le due ruote: «Ho avuto due incidenti piuttosto gravi dovuti all’inciviltà degli automobilisti - che, diciamola tutta, ci ignorano, quando non ci odiano, e ci aprono gli sportelli sulle gambe - ma anche al cattivo stato del manto stradale: insomma, certe piste ciclabili sembrano state bombardate». E fa l’esempio di via Cavour «che andrebbe completamente restaurata perché così com’è è davvero pericolosa».
Nonostante gli incidenti e, le piste ciclabili più bucate di una groviera, Laila non ha mai smesso di usare la bicicletta: «Chi vive in centro come me non può proprio farne a meno e oggi come oggi il cuore della città è abbastanza a misura di ciclista anche se andrebbe certamente migliorato...».
Lo dice guardando negli occhi l’assessore Tricarico che la invita a specificare i problemi. E lei comincia dalle rastrelliere. O meglio, dalla penuria delle medesime: «Il Comune dovrebbe installarne di nuove: primo perché sono davvero poche, poi perché sono sistematicamente occupate dai motociclisti».
L’assessore Tricarico la rassicura spiegandole che, non appena inaugurerà il servizio di biciclette in affitto, il famoso «bike sharing» (questione di settimane, ormai), nelle stazioni dedicate a questa novità arriveranno anche le rastrelliere per le due ruote private. Altri desideri signora Laila? «Vedere eliminati il più possibile i gradini nei pressi delle piste ciclabili e ottenere maggiore educazione da parte degli automobilisti».
In effetti, per ora il Comune ha realizzato soltanto un opuscolo che invita al bon ton i ciclisti sempre più numerosi in città («è vietato - si legge per esempio - sfrecciare sotto i portici»), ma non ha fatto nulla per invitare gli automobilisti a rispettare i «colleghi» a due ruote.