Lecce: pericolose e senza segnali. È scontro sulle piste ciclabili
L’Adoc critica il bike sharing e l'assessore Ripa s’arrabbia: «Siamo tra i più virtuosi, vendute tutte le tessere» - da Il Corriere del Mezzogiorno.it del 01.04.2010
01 April, 2010
Antonio Della Rocca
Una lista nera, piena zeppa di lagnanze sulle piste ciclabili e sul servizio di bike sharing. L’ha stilata l’associazione nazionale per la difesa e l’orientamento del consumatore (Adoc) di Lecce. Nelle ultime settimane l’Adoc ha acceso un faro sulla mobilità sostenibile monitorando i percorsi ciclabili creati dal Comune. Ne è venuta fuori un’impetuosa fotografia che mette a nudo una serie di problemi e disfunzioni. I volontari cui l’Adoc ha affidato il monitoraggio hanno rilevato anzitutto l’impossibilità di reperire una mappa aggiornata delle piste.
GLI OSTACOLI - Sulla direttrice «periferiacentro» i tracciati non sarebbero per niente lineari, come in via Benedetto Croce e in viale della Libertà. Senza contare gli ostacoli più disparati che spesso si materializzano davanti al ciclista. Quello causato dalla sosta selvaggia è solo l’impedimento più irritante, ma non meno ingombranti sono cassonetti, paline, cestini per i rifiuti e fioriere, come in viale Otranto, secondo quanto rilevato da Adoc. E poi, che fine ha fatto la segnaletica? Se lo chiede la stessa associazione notandone la mancanza soprattutto dove più servirebbe, cioè in prossimità degli attraversamenti. E ancora. Su viale Aldo Moro la pista sarebbe «gravemente sconnessa» e in piazza Partigiani il ciclista verrebbe incanalato in rotta di collisione con il traffico veicolare. In viale Alfieri, via Capitano Ritucci, via Benedetto Croce e viale Lo Re le piste create sui marciapiedi creerebbero pericoli per ciclisti e pedoni. «Su viale Lo Re e su via Benedetto Croce i tracciati si interrompono misteriosamente e poi riappaiono dopo 50-100 metri», sottolinea l’Adoc che ne ha anche per il bike sharing. Mancherebbe anzitutto qualsiasi forma di pubblicità che ne possa incentivare l’uso, inoltre il servizio sarebbe concentrato solo nella parte centrale della città. Il fatto, poi, che sia stato pensato solo in chiave turistica, secondo l’Adoc, fa si che non sia di ausilio per la mobilità cittadina. «Una scelta intelligente da parte dell’amministrazione - si suggerisce - sarebbe quella di prolungare l’orario limite dalle 22 alle 24 almeno nei week end». Infine, l’Adoc propone l’istituzione di un «Ufficio biciclette» presso il Comune di Lecce perché si occupi della promozione della mobilità ciclabile, faccia la manutenzione dei mezzi, effettui il monitoraggio delle piste, ripristini della segnaletica, promuova una scontistica per i possessori della card e faccia adeguata promozione dell’utilizzo delle biciclette nelle scuole. Istituire l’intermodalità «bici-autobus» sarebbe poi la ciliegina sulla torta.
L’ASSESSORE - «Sulle piste ciclabili ci sono diverse competenze, dal settore Ambiente alla Polizia municipale, fino ai Lavori pubblici», fa presente l’assessore comunale alla Mobilità Giuseppe Ripa. Che, però, non accetta le critiche sul bike sharing. E risponde ironicamente: «Il servizio funziona così male che hanno deciso di inserirci, insieme al altre sette città virtuose, in un apposito opuscolo di Agenda 21. Inoltre abbiamo venduto tutte le tessere a disposizione».
Le piste ciclabili leccesi e il bike sharing - dal Corriere del Mezzogiorno.it