Adesioni da 43 paesi a ottobre per il walk to school month
Un articolo di Paolo Hutter
08 October, 2008
Questa del 2008 è la terza edizione del Walk to school month, ottobre come mese dedicato a promuovere la pratica di andare “ a scuola camminando”. Adesioni da 43 paesi, decine di migliaia di scuole, milioni di alunni: non stiamo parlando della abitudine – o fatica - quotidiana di milioni di piccoli nel Terzo e Quarto Mondo che non possono fare altrimenti ma della contro-tendenza ecologica attorno alle scuole dell’Occidente ricco, pieno di automobili. Dopo che il trasporto automobilistico individuale da casa a scuola è diventato prevalente in alcune zone delle città occidentali e dei sobborghi, dopo che è stato registrato come più di un quarto del traffico totale in certi momenti delle ore di punta, è il momento dell’alternativa. Ma in genere non si tratta di un semplice ritorno al passato, al bambino che cammina da solo o con i compagni come si faceva fino a 40 anni fa: è invece un lavorìo complesso, che parte da genitori ed insegnanti attivisti e che prevede ogni volta la presenza di qualche adulto nelle comitive pedonali che rinunciano all’accompagnamento motorizzato, almeno per l’ultimo tratto. Le adesioni più cospicue, come negli anni precedenti, sono quelle del mondo anglosassone. Negli Stati Uniti si è fatto ancora quello che il Regno Unito ha abbandonato, ovvero il “Walk to school day”, l’8 ottobre, con migliaia di scuole partecipanti in tutti e 50 gli Stati. In certi casi si è semplicemente iscritto al registro pubblicato su “Walktoschool.org” quella che è una pratica quotidiana, in altri si è andati sul simbolico. “ Alla Cory Elementary School di Denver Colorado il sovrintendente alle scuole pubbliche Michael Bennet e la rappresentante del Governatore, Barbara O Brian hanno portato il riconoscimento ufficiale dei benefici ambientali del camminare o pedalare fino a scuola. Per l’occasione gli scuolabus si sono fermati a qualche isolato dalla scuola, così che gli studenti sono scesi e in gruppo hanno camminato con i genitori volontari per i restanti isolati.”
E’ un movimento di base internazionale, frutto di un passa-parola attraverso internet, reti educative, giornali locali, conferenze di appassionati; è cresciuto di pari passo con le pedonalizzazioni, le limitazioni al traffico urbano, il rilancio della bicicletta come mezzo di trasporto e non di svago, ma non ha mai sfondato sui grandi mass media. Con la dizione “Walk to School” è nato nella popolosa contea dell’Hertfordshire, a nord di Londra, tra il 94 e il 95 , quando la campagna Travelwise del governo locale finanziò e promosse le prime comitive di bambini. Nel 96 una settimana promozionale venne promossa a livello nazionale, e pochi mesi dopo il messaggio viene raccolto a Chicago per la edizione 97. Da qui la storia si complica e diversifica, perché la Settimana inglese va a collocarsi a metà maggio e contemporaneamente nasce la Giornata di ottobre che sfocerà poi nella prima giornata internazionale il 4 ottobre 2000. In Italia aderisce per prima Monza, nel 2001.
Nel frattempo l’anonimo genietto educativo della solita contea pilota Hertfordshire inventa la formula-chiave della mobilità scolastica pedonale, il Walking bus, Piedibus o Pedibus in francese e italiano. E’ un gruppo di scolari scortato da due adulti – “ l’autista” davanti, “il controllore”dietro – che camminano verso scuola come uno scuolabus pedestre. La linea, ovvero il tragitto, è sempre lo stesso e le “fermate” sono appuntamenti coi bambini che vengono accompagnati a raggiungere il gruppo o lo aspettano sotto casa. Il successo della formula valica le frontiere e evita il riflusso del movimento. In Francia il gruppo Targeting, che ha studiato l’iniziativa quando era ancora praticata piuttosto in Svizzera, ha tentato addirittura di brevettare il marchio Pedibus, mentre nascevano , a seconda del gusto, anche i Pedobus, Piedibus, Piedbus, Pas di Bus etc.. A Lione si contano ormai 150 linee quotidiane, tutte sostenute da genitori volontari a turno. A conti fatti, rispetto all’accompagnamento quotidiano in auto, risparmiano tempo e soldi e salute. Il governo dell’area metropolitana (Grand Lyon) promuove, pubblicizza, fornisce cartelli e pettorine se servono, ma non paga nessuno, tranne qualche esperto formatore.
Si moltiplicano e ripetono i sitiweb e gli opuscoli che promuovono i Pedibus – o anche i Bicibus – ai genitori. “Ci sono molti motivi per andare a piedi” dice il comune di Birmingham “i bambini e le famiglie non ridurranno solo le loro emissioni, ma faranno esercizio, guadagnando indipendenza e rendendo le strade più sicure diminuendo la congestione attorno alle scuole. Ricordate inoltre che c’è il 50% di inquinamento in più nell’aria che respirate in un’auto bloccata nel traffico che fuori dall’auto nella stessa strada.” L’ultima invenzione inglese - che li ha portati fuori dall’individuazione di una data precisa di giornata annuale promozionale – è il Wow, acronimo per Walk on Wendesday o anche Walk once a Week, ovvero almeno un giorno alla settimana. A promuoverla è direttamente la Transport for London , la holding di tutti i trasporti della capitale.
Il grande Wow di lancio di questo anno scolastico è stato il 24 settembre.
A Berlino negli stessi giorni si sperimentava un primo gemellaggio tra i teen agers di un ginnasio e i bambini delle elementari, sul tema dei percorsi pedonali a scuola. Secondo i reporters di Swissinfo da Losanna il lavoro dei comuni e dei genitori ambientalisti ha rialzato la percentuale degli spostamenti a piedi tra casa e scuola tra i francofoni, fino a riportarli al livello dei più spartani svizzeri tedeschi. In Italia le esperienze non mancano, soprattutto nelle città emiliane, ma solo i siti ecodallecitta.it e piedibus.it si occupano di dare visibilità e coordinamento.
Il pedibus fa capolino nel nuovo programma per bambini e ragazzi Farò Strada che va in onda su Rai Tre ogni venerdì pomeriggio alle 16 e 40 all’interno di Trebisonda. Sono trenta episodi girati in altrettante località italiane e ogni bambino protagonista racconta la storia un po’ avventurosa e un po’ esemplare del suo percorso verso la scuola. A Stefano Bordiglioni, l’autore, è stato chiesto un lavoro che avesse di mira soprattutto l’educazione all’attenzione per la sicurezza stradale. “Quando mi son messo a scrivere non sapevo neanche che esistesse il pedibus, e dire che sono anche insegnante, in provincia di Forlì, ma nessuno ce ne aveva mai parlato. Adesso ne ho visti parecchi, soprattutto a Ravenna, e sono una gran bella cosa. Non solo per i bambini, che ne sono felici. Responsabilizzano i genitori, quegli stessi che fino a poco tempo fa sarebbero saliti con l’automobile fin sui gradini della scuola.”