Recepita la normativa europea relativa ai rifiuti
Tre i punti focali: dettagliata la gerarchia delle azioni per la corretta gestione dei rifiuti; stabilita la norma per cui si dovrà ragionare in termini di riciclo e non di raccolta differenziata; stabilito il principio secondo cui ogni Stato membro dovrà dotarsi di un piano e di obiettivi per la riduzione e la prevenzione
22 April, 2010
E' stato approvato il 16 aprile il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 98 del 2008 sui rifiuti. Tre i punti nodali della direttiva Europea
Dettagliata la gerarchia delle azioni: sulla scia di quanto già era presente nella precedente direttiva, viene dettagliata la gerarchia delle azioni per una corretta gestione dei rifiuti. La novità sta nell’esplicitazione della differenza fra recupero di materia e recupero energetico, con il primo che ha la precedenza sul secondo. Nella precedente stesura il fatto che non fosse così netta la differenziazione aveva lasciato campo libero agli ultras dell’incenerimento, che sostenevano dunque di poter bruciare anche a monte di una corretta azione di recupero e riciclaggio di materia. Con la nuova scrittura il campo è sgombro da equivoci: legittimo il recupero energetico, ma solo relativamente alla parte non diversamente recuperabile.
Prevenzione: se nella precedente direttiva la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti erano un semplice “indirizzo”, nella 98/2008 diventano obbligo. Tutti gli Stati membri dovranno dotarsi di un piano nazionale per la prevenzione e dovranno fissare obiettivi da raggiungere in tal senso.
Raccolta differenziata e riciclo: ogni accenno alla raccolta differenziata in termini di obiettivi sparisce dalla nuova stesura, lasciando spazio ad obiettivi di “recupero di materia”. L’attenzione, dunque, non è più sulla modalità di raccolta dei rifiuti e sulle percentuali di rifiuti raccolti in maniera differenziata, ma sull’effettivo riciclaggio della materia raccolta. Già l’accordo Anci-Conai andava in questa direzione, ponendo l’accento sulla qualità della raccolta differenziata (e dunque sulla purezza del materiale raccolto) più che sulle percentuali.
Entro il 2020, dunque l’Italia dovrà riciclare il 50% dei materiali immessi al consumo per quel che riguarda carta, plastica, vetro e metalli.
Rifiuti: Approvato decreto legislativo che recepisce la direttiva UE - Il comunicato stampa del Ministero dell'Ambiente