Attenti, degradabile non è biodegradabile!
Esistono in commercio sacchetti per la spesa in plastica degradabile che possono trarre in inganno i consumatori ed essere confusi con i sacchetti biodegradabili. I sacchetti degradabili, a differenza dei biodegradabili, non possono essere utilizzati per la raccolta dell'organico
27 April, 2010
La norma UNI EN 13432 detta le caratteristiche di un sacchetto biodegradabile e compostabile. Esistono però in commercio sacchetti per la spesa in plastica degradabile che possono trarre in inganno i consumatori ed essere confusi con i sacchetti biodegradabili. I sacchetti degradabili, grazie all'uso di uno speciale additivo per la sua fabbricazione, permettono la degradazione completa del sacchetto: dopo 18 mesi dalla data di produzione del sacchetto inizia la frammentazione della plastica che termina dopo circa 36 mesi dalla fabbricazione della busta. Esistono però delle differenze tra degradazione e biodegradazione. Il sacchetto degradabile infatti, a differenza dei sacchetti biodegradabili, non può essere utilizzato per i rifiuti organici.
In Sudafrica, il garante per la pubblicità avrebbe però autorizzato l'uso del termine biodegradabile per i sacchetti della spesa prodotti con additivi oxodegrababili (che aggiunti alle normali materie plastiche accelerano il processo di degradazione). In Italia, i requisiti e le procedure per determinare la possibilità di compostaggio e di trattamento anaerobico degli imballaggi e dei materiali che costituiscono l'imballaggio, sono definiti dalla norma europea UNI EN 13432: "Imballaggi - Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione - Schema di prova e criteri di valutazione per l'accettazione finale degli imballaggi".