“Bimbimbici” in 260 città nella Giornata nazionale della bicicletta
Dalla Venezia: "Record di adesioni all'iniziativa FIAB con 11 anni di storia. Ma l'obbligo del casco per gli under 14 è un detrattore alla promozione della mobilità dei ragazzi in bicicletta". Magra consolazione: abolita la norma incostituzionale che toglieva punti dalla patente per infrazioni dei ciclisti - Comunicato stampa FIAB del 07.05.2010
07 May, 2010
Nella prima Giornata nazionale della Bicicletta che si terrà domenica 9 maggio su proposta del Ministero dell'Ambiente in collaborazione con ANCMA e ANCI, certamente rimbalza il numero delle città italiane, ormai circa 260, che organizzeranno "BIMBIMBICI" www.bimbimbici.it, l'iniziativa nazionale promossa dalla FIAB e giunta quest'anno all'undicesima edizione, per rivendicare il diritto a città ciclabili per tutti, a partire dai percorsi sicuri casa-scuola. Che diventano, sia dal punto di vista infrastrutturale che educativo, attraverso per esempio i "bicibus", le palestra dove i bambini possono imparare a muoversi autonomamente e quindi ad apprezzare la bicicletta come mezzo di trasporto, rispetto ai loro coetani che, come pacchi postali, vengono accompagnati in auto dai genitori, anche per poche centinania di metri.
Il Presidente Fiab Antonio Dalla Venezia dichiara: "E' un vero record di adesioni! Bimbimbici, con i suoi contenuti, i suoi materiali didattici, le sue attività scolastiche finalizzate a promuovere l'uso della bicicletta per andare ogni giorno a scuola invece che a bordo delle auto dei genitori, ormai rappresenta un patrimonio irrinunciabile per la tutela dell'ambiente urbano e per l'educazione alla mobilità sostenibile. La FIAB, ormai consolidato centro di competenze in materia, si ripropone come partner di primo piano dello stesso Ministero dell'Ambiente sui temi della qualità della vita nelle città. Chiediamo di essere riconosciuti nei fatti, dopo che da anni lo siamo per decreto, quale associazione ambientalista competente ed esperta nella mobilità ciclistica e sostenibile, e di essere finalmente chiamati a pieno titolo ai tavoli ministeriali sulla mobilità sostenibile, a partire da quello previsto per la seconda edizione della Giornata nazionale della Bici".
Purtroppo però questa prima Giornata della Bicicletta si celebra all'indomani dell'introduzione della norma, all'interno del decreto sulla sicurezza stradale, che obbliga l'uso del casco per i conducenti di biciclette fino a 14 anni. Una norma, inizialmente riguardante l'uso obbligatorio generalizzato del casco protettivo, e successivamente limitata agli under 14, introdotta per un "pasticcio", come dichiarato dallo stesso Sen. Giaretta, primo firmatario dell'emendamento sull'uso dei giubbini rifrangenti confermati come obbligatori nelle ore serali. Infatti è stato un solo componente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, la Senatrice veneziana Cecilia Donaggio (PD), a proporre la norma sul casco obbligatorio, senza consultare gli altri sottoscrittori.
LA FIAB, CHE PURE RACCOMANDA L'USO DEL CASCO, E' CONTRARIA ALL'OBBLIGO DI INDOSSARLO PER FORZA DI UNA LEGGE.
A chi giova tutto questo? Sono le stesse modalità di introduzione della norma e il mancato coinvolgimento delle associazioni dei ciclisti come la FIAB, pure riconosciuta con decreto ministeriale come organismo nazionale di comprovata esperienza nel settore dell'educazione e della sicurezza stradale, a creare un clima di arroganza e di punizione verso la diffusione della cultura della bicicletta. Si pensi all'effetto devestante verso i più grandicelli: se a fatica finchè sono piccoli, appassionati insegnanti e volontari della FIAB iniziano nelle scuole a far scoprire il mondo della bicicletta con laboratori pratici e con il "bicibus", arrivati a 14, ad aggravare il richiamo verso i motorini procurato dai corsi per il patentino nelle scuole, dalla pubblicità dell'industria motoristica e dalla cultura della velocità come un mito, ci si mette pure il casco obbliatorio per chi va in bicicletta!
La FIAB annuncia battaglia ora che il testo del decreto, approvato dal Senato, passa alla Commissione Trasporti della Camera.
Se il legislatore vuole occuparsi veramente della sicrezza stradale dei bambini, perchè non introduce sanzioni gravi per chi non applica e per chi non controlla l'applicazione delle norme esistenti quali: educazione alla mobilità ciclistica nelle scuole (art. 230 del Codice della Strada); strade con adeguate infrastrutture ciclabili (artt. 13 e 14 CdS); utilizzo dei proventi delle multe per la sicurezza degli utenti non motorizzati e per la diffusione della mobilità in bici (art. 208 del CdS); istituzione dei mobility manager negli enti pubblici e nelle aziende (DMinambiente 27/03/98); Piani della mobilità ciclistica come piani di settore all'interno dei Piani Urbani del Traffico (PUT) per i comuni superiori a 30.000 abitanti (art. 3 DM 557/99).
"E solo una magra consolazione - conclude il Presidente della FIAB Antonio Dalla Venezia - constatare che con lo stesso decreto sulla sicurezza stradale il legislatore si sia rimangiata la noma incostituzionale entrata in vigore l'8 agosto dello scorso anno, che toglieva punti dalla patente ai ciclisti che commettevano infrazioni stradali. Probabilmente le accorate proteste e i ricorsi al giudice di pace sollecitati dalla FIAB hanno indotto al ripensamento chi fa le leggi un pò frettolosamente. La Giornata nazionale della Bicicletta dovrà essere pure un'occasione per far emergere le contraddizioni e le confusioni istituzionali nelle politiche della mobilità sicura e sostenibile. Ci appelliamo al mondo dell'informazione per dare voce alla FIAB".