Le biciclette in affitto? Poche e irraggiungibili
Apre il bike-sharing, ma le bici sono poche e difficili da affittare. L’assessore: «Dovevamo partire subito per valutare i problemi». A regime solo in autunno - da La Stampa del 08.06.2010
08 June, 2010
Maurizio Ternavasio
Ieri era il grande giorno, quello che doveva dare il via al nuovo servizio di bike sharing da mesi preannunciato dal Comune. Ma le cose sono andate meno bene del previsto. Un po’ per il ridotto numero di stazioni di noleggio in funzione (solo cinque, contro le trenta di cui parla il materiale informativo dell’iniziativa). Un po’ per la complicata procedura di consegna dei mezzi: occorre dotarsi preventivamente di una tessera che può essere attivata soltanto mediante il proprio account di posta elettronica. Chi non ha internet (turisti del «mordi e fuggi» e anziani) non può accedere al servizio. E poi, come ha confermato anche l’assessore all’Ambiente Roberto Tricarico, «per ora le biciclette a disposizione sono davvero troppo poche». Basta passare per le postazioni di via Sant’Ottavio e di via San Francesco da Paola per accorgersene.
Niente tessera, niente bici: sin qui tutto regolare. Peccato però che la card sia quasi una chimera irraggiungibile. E che la bici, quasi sempre, non sia disponibile.
Con la scusa di qualche commissione in centro, decidiamo di provare il nuovo servizio di bike sharing attivo da ieri. Ci presentiamo nella postazione di piazza Castello angolo via Po. Vicino al posteggio del taxi c’è un area per il noleggio a tempo di 18 biciclette, a disposizione ce ne sono sei. Si tratta di cicli nuovi, piuttosto leggeri e dalla linea piacevole, di color giallo-taxi: cambio Shimano a sette marce, sellino imbottito e un sistema all’avanguardia per far luce con il buio. Dopo aver letto le condizioni di esercizio sul totem a fianco, capiamo che per poter avere una bici ci vuole comunque la tessera.
Telefoniamo al numero verde: una gentile voce femminile ci spiega che per ottenere la carta bisogna preventivamente connettersi al sito to.bike.it, oppure acquistarla presso la postazione di Porta Nuova (che però al momento non è dotata di bici) oppure in quella di Porta Susa, che invece è regolarmente in funzione.
Ci dirigiamo in quest’ultima, quattro mezzi a disposizione su 18. Sotto un tendalino due ragazze sorridenti ci dicono che possono venderci la benedetta tessera (20 euro all’anno), ma non consegnarci la bici: prima è necessario utilizzare il proprio account di posta elettronica per la registrazione. Quindi siamo al punto di partenza: ben che vada se ne parla per l’indomani. Sempre che l’utente disponga di una propria connessione internet. Quella di un amico non basta, perché mancherebbe l’inderogabile condizione dell’account personale.
Per di più al momento non esiste la possibilità di acquistare né la tessera settimanale da 5 euro, né quella giornaliera da 2: «Arriveranno più avanti», ci dicono. Aggiungendo che, nelle prime 4 ore, hanno venduto due abbonamenti senza però poter consegnare alcuna bici, a causa dei medesimi problemi che stanno penalizzando pure noi. Insomma, per i turisti «mordi e fuggi» il bike sharing è irraggiungibile: a meno che non siano dotati di un cellulare di ultima generazione. Azzurra Grivet, una delle due ragazze, ci illustra il modo per prendere e restituire la bici, passando la tessera vicino a un sensore: un sistema facile e pratico, quasi a prova di stupido. «E a regime è prevista una squadra di meccanici che si sposta da una postazione all’altra per riparare gli eventuali guasti», aggiunge.
Ritelefoniamo al numero verde (che alle 18 non sarà più attivo): la solita signorina ci comunica che, se proprio non siamo utenti di internet, possono eccezionalmente occuparsi loro dell’attivazione della famosa carta, quasi per farci un favore. Ma in ogni caso, per prendere la bicicletta, bisognerà aspettare il giorno dopo.
Rassegnati, decidiamo di fare un giro (a piedi) negli altri tre punti per ora in funzione (anche se nei materiali illustrativi si parla di 30 stazioni operative dal giorno del debutto), per valutare la situazione. Prima tappa in via San Francesco da Paola, in prossimità del piazzale Valdo Fusi: zero biciclette a disposizione nei 15 dispenser automatici desolatamente vuoti. Ci spostiamo di pochi metri in via Maria Vittoria davanti al liceo Gobetti: tre mezzi su 14. Forse gli altri saranno tutti in giro... In due ore, però, dalle 16 alle 18, non abbiamo visto alcun movimento di bici in nessuna delle cinque stazioni. Ultima tappa in via Sant’Ottavio, di fronte a Palazzo Nuovo: delle due ruote nessuna traccia, nonostante l’elegante pensilina (non coperta, come tutte le altre: chissà le condizioni delle biciclette, dopo qualche mese di pioggia e neve...).
Morale: il sistema della tessera da registrare esclusivamente su internet pare al momento appesantire un servizio che invece dovrebbe avere nella semplicità e nell’immediatezza i suoi punti di forza. E le bici a disposizione, stando anche a quanto ammette l’assessore Tricarico, sono davvero troppo poche.