«Malagrotta? Una grave insufficienza decisionale da parte delle istituzioni»
Le recenti dichiarazioni di Alemanno sull'urgenza di chiudere la discarica non convincono il presidente del Comitato Malagrotta, che, in un'intervista ad Eco dalle Città, le bolla come «una litania». L'assessore regionale ai Rifiuti, intanto, rimanda al nuovo Piano per la gestione regionale dei rifiuti, in fase di elaborazione, la soluzione del problema
11 June, 2010
«Una specie di litania che si ripete periodicamente, senza che poi succeda effettivamente qualcosa». Così il presidente del Comitato Malagrotta, Sergio Apollonio, intervistato da Eco dalle Città, bolla le recenti dichiarazioni di Alemanno, che aveva annunciato di aver espresso al governatore Polverini l'urgenza di «chiudere la discarica, grazie ad un'alternativa vera e concreta». Il sindaco aveva anche affermato di ritenere necessario «al posto della discarica per il conferimento del tal quale, un impianto con la relativa discarica di servizio». Esternazioni che hanno «francamente deluso» il Comitato che da anni si batte per la chiusura del gigantesco sversatoio alle porte della capitale. «Manca un percorso decisionale in grado di condurre davvero alla chiusura dell'impianto, – commenta Apollonio – nonostante si tratti di un autentico “mostro” in cui sono stati interrati 60 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al doppio della produzione nazionale annua di r.s.u. (rifiuti solidi urbani, ndr) e sia stata anche teatro di pericolosi crolli».
I continui rinvii, secondo il presidente del Comitato, rappresentano ormai «un meccanismo melenso che documenta una grave insufficienza decisionale da parte delle amministrazioni, che nel migliore dei casi sono impotenti di fronte agli interessi dei privati, ma spesso sono addirittura colluse con loro». Eppure, sostiene lo stesso Apollonio, dei segnali di interesse da parte del Campidoglio erano arrivati: «Alemanno si è sempre detto contrario allo strapotere di Cerroni (l'imprenditore che gestisce Malagrotta, ndr), ma questo non è bastato ad impedire al Colari, il consorzio di cui lo stesso Cerroni è presidente, di entrare anche nell'affare del costruendo gassificatore di Albano. Il sindaco si è anche mostrato sensibile all'esperienza di San Francisco, dove è stata applicata con successo la strategia dei rifiuti zero (riciclo prossimo al 100%, senza impiego di discariche né incenerimento, ndr), ma non è riuscito a sciogliere il nodo di Malagrotta, nonostante avesse affidato all'Ama l'incarico di individuare un sito alternativo».
Apollonio, quindi, si dichiara pessimista per il futuro prossimo («L'ennesima proroga appare inevitabile»), perché non vede nelle istituzioni «la capacità di dialogare con le popolazioni dei territori che dovrebbero ospitare la nuova discarica, ai quali andrebbe spiegato che l'impianto non sarà un mostro come Malagrotta, ma verrà realizzato nel rispetto delle normative e non ospiterà rifiuti organici né tanto meno pericolosi». La scelta di un sito alternativo è dunque indispensabile, per il presidente del Comitato: «Nonostante il previsto aumento della differenziata e dell'incenerimento, almeno per qualche anno Roma avrà ancora bisogno di una discarica. Senza la scelta della localizzazione, e il dialogo con le popolazioni, Malagrotta non verrà mai chiusa».
Una scelta che non potrà non coinvolgere la Regione Lazio, chiamata più volte in causa dallo stesso Alemanno. Pietro di Paolo, neo-assessore regionale ai Rifiuti, interrogato da Eco dalle Città, rimanda al nuovo Piano per la gestione regionale dei rifiuti, in fase di elaborazione, la soluzione del problema: «È evidente che la discarica di Malagrotta ha chiuso il suo ciclo ed è innegabile la necessità di uscire dal sistema delle proroghe, un vicolo cieco. Detto questo, la problematica, che si trascina da troppo tempo, va risolta all’interno di un programma ampio e organico basato sulla fondatezza dei dati riguardanti l’universo-rifiuti all’interno del territorio di Roma e del Lazio e, soprattutto, sulla condivisione degli obiettivi. La soluzione, quindi, arriverà una volta per tutte con il nuovo Piano per la gestione regionale dei rifiuti, sul quale il mio assessorato è fortemente impegnato. Il Piano, un documento di sostanza dove l’aspetto impiantistico verrà calibrato con quelli inerenti le discariche e la raccolta differenziata in un quadro organico e realistico - perché ragionare in maniera settoriale o ideologica è esiziale - sarà il frutto di un’azione di concertazione e, ovviamente, passerà al vaglio dell’assemblea consiliare regionale».