Allarme Gtt: “Il metrò rischia di fermarsi”
La Regione ha stanziato 4 milioni in meno del previsto. Il contributo dovrebbe essere di 20 milioni all'anno, ma dal 2009 ne arrivano solo 16. La Gtt patisce un buco di bilancio. Ora tocca al Comune attivarsi per ripianarlo - da La Stampa del 16.06.2010
16 June, 2010
Andrea Rossi
Da quando governo e Regione hanno varato l’ennesima cura dimagrante - fatta di tagli e mancati trasferimenti che alla fine si ripercuotono sui Comuni - a Palazzo Civico ogni giorno ha il suo tormento. Ieri in Comune hanno scoperto di avere un’altra tegola da schivare. E, tanto per cambiare, di dover mettere mano al conto in banca, che di questi tempi segna profondo rosso. Il guaio è che rischia di saltare la metropolitana. Non la linea 2, scenario lontano come minimo un decennio. E nemmeno il tratto finale della linea 1, anche se all’appello mancano un bel po’ di milioni, e chissà se qualcuno si deciderà a sborsarli. L’ultimo allarme è scattato sul funzionamento della linea esistente, quella che collega Collegno a Torino Porta Nuova.
La benzina è quasi finita. Siamo in riserva fissa, non ci sono più soldi. Quasi impossibile che si arrivi a chiuderla, ma il pericolo - almeno in teoria - esiste. Dei 20 milioni che la Regione dovrebbe trasferire al Comune come contributo per l’esercizio del metrò, l’anno scorso ne sono arrivati soltanto sedici. E quest’anno ne saranno stanziati altrettanti. Ne mancano otto in un biennio, il 15 per cento dei costi totali del metrò. Cominciano a diventare tanti, al punto che ieri mattina a Palazzo Civico l’assessore ai Trasporti Maria Grazia Sestero ha sollevato il problema, il suo collega al Bilancio Passoni ha preso nota e ha depositato la pratica sul cumulo che giace nel suo ufficio alla voce emergenze da risolvere, fondi da trovare, tagli a cui trovare rimedio.
Al Gtt sono in allarme. La società, già pesantemente indebitata, rischia di dover prendere provvedimenti drastici. «Il momento è grave: se la situazione finanziaria dovesse ulteriormente peggiorare, e probabilmente lo farà, restano due possibilità», ragionava ieri un dirigente dell’azienda dei trasporti. «O il Comune copre il buco di bilancio, oppure dovremo ridurre l’esercizio». Tradotto: limitare le corse del metrò.
Oggi il contributo che la Regione trasferisce a Palazzo Civico per far marciare la «subway» dovrebbe essere 20 milioni l’anno (gli altri 7,5 milioni che fanno funzionare la linea derivano dall’introito dei biglietti). Erano 16 quando la tratta in funzione collegava Collegno a Porta Susa. Quando fu aperto il secondo spezzone - da Porta Nuova a Porta Susa - Comune e Regione si trovarono d’accordo per portare la quota a carico di Palazzo Lascaris a 20 milioni . Cifra che non è stata versata né nel 2009 né quest’anno. Quattro milioni in meno l’anno che vanno ad aggiungersi ai 4,5 tagliati ai 35 messi a bilancio per la costruzione della linea fino a Lingotto.
Il metrò è sola l’ultima di una lunga serie di zavorre piombate su Palazzo Civico. Ieri il sindaco Chiamparino e l’assessore Passoni hanno fatto il punto sulle ricadute della triplice mannaia - patto di stabilità, manovra finanziaria, riduzione dei trasferimenti regionali - che sta per abbattersi su Palazzo Civico. Se l’entità dei tagli dovesse essere confermata, in mancanza di correzioni o aggiustamenti di rotta, potrebbe portare anche alla conseguenza estrema di una cura dimagrante su tutta la linea: meno 5 per cento sulle risorse a disposizione di ogni settore. Ragionamento teorico, anche perché, fanno sapere a Palazzo Civico, da tagliare è rimasto davvero poco.