Rinnovabili, le associazioni ambientaliste chiedono più coraggio al governo
Wwf, Greenpeace e Legambiente presentano un documento con le loro proposte al governo per rendere più ambizioso il Piano d’azione sulle rinnovabili. Pubblicato anche un dossier sul contenimento delle emissioni di gas serra da parte dell’Unione Europea. Secondo le tre associazioni, l’obiettivo di riduzione del 30% entro il 2020 è non solo possibile, ma anche necessario
24 June, 2010
“Il piano di sviluppo delle fonti rinnovabili presentato dal Governo dimostra che l’Italia ce la può fare a raggiungere gli obiettivi europei al 2020. Ma ora si spinga in questa direzione con chiarezza e si valorizzino le potenzialità del Paese”. E’ questo il messaggio lanciato da Greenpeace, Legambiente e Wwf nel corso di una conferenza stampa in cui hanno presentato due documenti: uno per chiedere al governo obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili, e l'altro per chiedere di innalzare al 30% l’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra. Ad illustrare le proposte delle associazioni questa mattina erano presenti: Giuseppe Onufrio, Direttore Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente, Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia.
Rispetto al Piano d'azione per le rinnovabili presentato dal governo italiano (che punta a raggiungere il 17% di contributo sui consumi interni di energia fissato dall’Unione Europea al 2020), il documento presentato dalle associazioni delinea diversi scenari da mettere a confronto. Il primo, denominato “verde”, ipotizza che le energie rinnovabili producano al 2020 152 TWh solo nel comparto elettrico (contro i 119 TWh indicati dal governo) e arrivino nel complesso a garantire 28 Mtep di energia primaria, contro i 22,3 Mtep stimati dal Piano d’azione. In questo modo, se i consumi finali di energia elettrica dell’Italia si attestassero a 366 TWh al 2020 come stimato dallo stesso Piano d’azione, le rinnovabili potrebbero coprire il 41,5% del consumo finale di elettricità. Una percentuale che potrebbe salire fino al 45% se l’Italia riducesse ulteriormente il proprio fabbisogno, come auspicato dalle tre associazioni ambientaliste - la quota salirebbe al 45%.
Secondo Wwf, Greenpeace e Legambiente, inoltre, sarebbe possibile – e auspicabile – fare a meno di importare energia elettrica rinnovabile, come invece previsto dal Piano di governo. Evitare l’importazione comporterebbe benefici evidenti in termini economici, ambientali e occupazionali, grazie alla realizzazione di nuovi impianti sul territorio italiano. Ancora, gli ambientalisti invocano interventi sulle reti elettriche, regole più certe per le autorizzazioni degli impianti e chiarezza sugli incentivi. Inoltre, non manca l’accento sulla questione dei certificati verdi. “Ci aspettiamo dal Governo coerenza rispetto a questi impegni a partire dai certificati verdi, a cui l’attuale manovra economica toglie ogni futuro, – hanno dichiarato i rappresentanti delle tre associazioni – dal conto energia per il solare fotovoltaico e dalla detrazione del 55% per il solare termico che scadono a dicembre, su cui si continua a non avere certezze”. Infine, Wwf, Legambiente e Greenpeace chiedono a gran voce al governo “di non ostacolare l’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra di almeno il 30% entro il 2020”, perché “ l'obiettivo di riduzione del 20% non fornisce una sufficiente spinta all'innovazione tecnologica e industriale”. Secondo le associazioni, dunque, “la scelta di osteggiare un accordo per l'aumento delle ambizioni a livello europeo non fa che danneggiare l’interesse del Paese, sia nella prospettiva di impegno nella lotta ai cambiamenti climatici che in quello di trasformare questa necessità in un grande investimento nel futuro che può aiutare l’innovazione e la competitività del Paese nel quadro della nuova economia”.