Dal Politecnico di Torino, azioni creative per "salvare" la città
Al Politecnico di Torino si va a scuola di attivismo urbano. Agli studenti del corso di Disegno industriale per la comunicazione visiva II (Laurea specialistica in Ecodesign), è stato chiesto di inventare un progetto da realizzare, divulgare e poi documentare per stimolare i cittadini a riappropriarsi di spazi e relazioni urbane. Obiettivo: individuare problemi urbani e scovare soluzioni creative per innescare un cambiamento dal basso. Lunedì 28 giugno, in sede di esame, i giovani designer divisi in sei gruppi hanno presentato i propri lavori attraverso spot motion e video. Presto su Eco dalle Città tutti i video
30 June, 2010
Yes Place: vuoi giocare?
Cosa succede se viene installata un'amaca nel bel mezzo della strada o s'imbandisce la cerimonia giapponese del tè sul marciapiede o, ancora, si organizza una cena in metropolitana? Succede che si spezza la routine di luoghi convenzionalmente caotici e destinati allo spostamento e al movimento, trasformandoli in spazi intimi e di sosta in cui fare ed essere ciò che normalmente nè si fa nè si è. Il progetto Yes Place indaga sul rapporto cittadino-città attraverso il concetto del "non luogo": quello spazio in cui di solito non avvengono relazioni tra le persone. Come esempi di non luoghi torinesi sono state individuate tre fermate della Gtt in piazza Castello, a Porta Susa e in piazza della Repubblica. Il paesaggio tradizionale è stato turbato dall'affissione di grandi cruciverba, dai colori insoliti, per stimolare tra chi era in attesa dell'autobus l'interazione con i propri vicini attraverso il gioco. Nonostante una certa diffidenza e perpessità, l'esperimento è riuscito catturando l'attenzione soprattutto dei più giovani.
inBiCi: prendi aria
La vita dei ciclisti urbani è piena di pericoli ("carenza di spazio, assenza di sicurezza, mancanza di segnaletica e di servizi") e il gruppo di attivisti inBiCi ha voluto trovare una soluzione ai disagi. Dopo essersi fatti pubblicità al Bike Pride del 6 giugno, pinzando sui manubri delle biciclette la fascetta con il loro "marchio", l'équipe ha installato in diversi punti della città delle pompette verdi per gonfiare le gomme. Nella loro instancabile lotta contro auto e traffico, i ciclisti avranno così modo di godersi un'area di servizio tutta per loro. Online una mappa con la rete dei punti verdi, destinati a crescere se i torinesi stessi doneranno a loro volta le proprie pompette.
Video: inBiCi - prendi aria
Kotoba: un filo diretto con le istituzioni
"Ai cittadini manca un feedback da parte della Città di Torino". Questa la constatazione di partenza dei Kotoba, il terzo gruppo di attivisti creativi che si è dato la "mission impossible" di mettere in comunicazione i cittadini con il Municipio. Prendendo spunto dai giapponesi, che durante la festa del Tanabata scrivono una poesia o un desiderio su un foglietto di carta e lo appendono a un ramo di bambù, i Kotoba hanno raccolto attraverso Facebook pensieri e istanze dei concittadini e nella notte del 10 giugno hanno organizzato una spedizione davanti a Palazzo di Città. Armati di cartoncini e filo rosso, hanno appeso i messaggi dei torinesi agli alberelli di fronte al portone del Comune. L'impresa è andata bene fino a quando squadre di carabinieri, polizia municipale, digos e questura non sono intervenute per bloccare tutto e tutti. Il bilancio dell'azione? "Comunicazione con le autorità: fallita".
Video: Kotoba
ActChalk: una bottiglietta per un fiore
Lattine, bottiglie e cicche di sigarette raccolte da un tratto di corso Ferrucci e trasformate in maracas, in fiori e in nidi per uccelli. "Con 800 lattine si può fare una bicicletta" spiegano gli ActChalk, che il 10 giugno all'ora di pranzo hanno occupato lo spartitraffico tra corso Ferrucci e via Monginevro dando vita a una festa spontanea con tanto di musica creata con i rifiuti riciclati sul posto. Un invito a meditare sulla riduzione dei rifiuti.
Le Ort-Ike: "coltiviamo il nostro cibo, riprendiamoci la città"
Lo spazio coltivabile è sempre più limitato: il cemento cola letteralmente dall'alto, consumando territorio e incrinando il rapporto uomo-natura. Per riappropriarsi degli spazi urbani, le Ort-Ike si sono inventate tre azioni di provocazione che mirano a far riflettere e a smuovere nelle persone il desiderio di seminare la città.
L'Orto dei pensieri si può fare anche sul balcone: nella terra si piantano rotoli di cartaigienica su cui si è inciso un pensiero e, nel mezzo, un seme. Quando questo cerscerà, sboccerà un nuovo desiderio...
Soluzioni facili per rinverdire la città vengono da L'appendino e dal Parkour. Il primo è una bottiglia di plastica trasformata in vaso e contente una piantina da appendere ai Torelli torinesi: il passante di turno sceglierà se darle da bere oppure portarsela a casa. Il secondo coniuga l'arte del saltare da un cornicione all'altro superando le barriere architettoniche con la distribuzione, tra una peripezia e l'altra, di piantine di pomodoro, ravanelli, carote, prezzemolo sui davanzali delle finestre, sui balconi delle case e all’entrata dei negozi.
Video: Ort-Ike
Stop motion Ort-Ike
CicloCaffè: una pedalata per un caffè
Una bicicletta, un generatore e una moka elettrica: questo l'armamentario per catturare l'energia derivante da una pedalata e trasformarla in carburante per fare un caffè. L'esordio di CicloCaffè è stato il 5 giugno davanti al cinema Massimo dove, occupando un parcheggio, è stata offerta ai passanti l'occasione di guadagnarsi un caffè al solo costo di una pedalata. L'iniziativa ha fatto il botto, richiamando l'attenzione di tantissimo pubblico che nel corso della giornata si è felicemente alternato sulla moka a due ruote. Il gruppo di attivisti Se Puede ha voluto dimostrare che basta poco per rendere concretamente produttiva l'energia che nasce dai nostri movimenti quotidiani.
Video: Costruzione CicloCaffe - SePuede e MuoviEquilibri
Video: CicloCaffè al Park(ing) di Cinemambiente
Il blog Attivismo urbano: azioni per una città migliore