La complicata vicenda dei rifiuti di Napoli e Campania
Restano ancora 80 tonnellate di rifiuti nell’area a nord di Napoli. Giacomelli dichiara di voler ritornare alla normalità entro martedì, ma l’Asia annuncia che il progetto di ampliamento della raccolta porta a porta, per il momento, resterà solo sulla carta, per mancanza di fondi. A Chiaiano proseguono i blocchi, l’inceneritore di Acerra va a rilento. Per oggi è previsto un incontro a Roma della protezione civile per discutere del problema e finalmente l’assessore Romano ammette: "siamo di fronte a una crisi impiantistica e finanziaria"
20 September, 2010
Quella che stiamo attraversando è una crisi impiantistica e finanziaria: perciò io ed il presidente Caldoro abbiamo chiesto al governo di rendere disponibili nuove risorse per i comuni in difficoltà. Solo così potremo affrontare con fiducia il futuro. Con queste parole si è espresso l’assessore all’ambiente Romano in merito all’ennesima emergenza rifiuti che in questi giorni sta investendo soprattutto Napoli. Parole non molto confortanti e che danno il senso della complessità del problema. Anche per questo motivo, è stato previsto per oggi un vertice della protezione civile a Roma, alle 17:00. Due i problemi di cui si discuterà: innanzitutto, le effettive possibilità di smaltimento dell’inceneritore di Acerra ed in secondo luogo, la capacità residua delle discariche attualmente in funzione.
A proposito delle nuova ondata di rifiuti a Napoli, Giacomelli, assessore all’igiene urbana del comune di Napoli aveva dichiarato: “l’obiettivo è ripristinare la normalità entro martedì mattina”. E anche per raggiungere una situazione di normalità si è ripreso a parlare della eventuale apertura di una seconda cava a Terzigno “Cava Vitiello”, la stessa su cui avevano espresso un parere negativo sia il Tar del Lazio che il Parlamento Europeo. Altra ipotesi è quella di progettare siti provvisori per le eco balle.
Sulla questione di Terzigno, si è già espresso in maniera netta Giuseppe Capasso, sindaco di San Giuseppe Vesuviano, che, appresa la notizia, ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno: ho passato la domenica a sentirmi con gli altri colleghi sindaci, siamo pronti alla mobilitazione.
Mentre si discute delle eventuali strategie per uscire dalla crisi, ci sono ancora rifiuti soprattutto nell’area a nord di Napoli, dove restano da raccogliere ancora 80 tonnellate e l’Asia ha annunciato lo stop al progetto di ampliamento della raccolta porta a porta. Per quest’autunno, la sperimentazione sarebbe dovuta arrivare anche a Barra, Scampia, rione Lieti, alla parte mancante di Rione Alto fino ai confini con Capodimonte. L’ampliamento non sarà possibile, fanno sapere dall’Asia, perché il comune di Napoli non ha soldi e il finanziamento europeo di 8 milioni di euro è, per il momento, sfumato.
Intanto, sono ripresi i blocchi a Chiaiano, da parte dei comitati contro la discarica. Il motivo delle nuove proteste questa volta è legato alla possibilità, non ancora provata, che nella discarica siano stati sversati e continuino ad arrivare rifiuti tossici. Il blocchi rallentano inevitabilmente lo sversamento in discarica, peggiorando la situazione.
Al caos legato ai conferimenti ma anche alla raccolta, per l’area a nord di Napoli l’Asia ha dovuto chiedere in prestito gli auto compattatori, si aggiunge la rabbia dei sindaci di 37 comuni che non hanno mai ricevuto il denaro promesso per la realizzazione delle misure compensative ed interventi di risanamento ambientale a fronte del loro impegno ad ospitare impianti di smaltimento, incenerimento ecc. Tra questi comuni c’è anche Acerra, che avrebbe dovuto ricevere 19 milioni di euro. La questione dei mancati pagamenti inasprisce il clima già molto teso di questi giorni.