Il Tar di Lecce boccia il ricorso dell'Ilva
Respinto il ricorso presentato dall'Ilva contro l'ordinanza del sindaco Ippazio Stefano di Taranto con la quale si impone all'azienda di ridurre le emissioni di benzo(a)pirene nell'arco di 30 giorni. Legambiente Puglia: “Basta con le perdite di tempo, Ilva ammetta che non vuole promuovere interventi per ridurre il benzo(a)pirene”
01 October, 2010
La sentenza del Tar della sezione di Lecce è netta. Nessun danno è imputabile all’azienda per l’esecuzione dell’ordinanza comunale. Si dovrà, dunque, procedere alla riduzione delle emissioni del benzo(a)pirene nel corso di trenta giorni, anziché aspettare la data del 31 dicembre 2010, così come aveva richiesto l’Ilva di Taranto.
La Banca Dati Tossicologica delle Regione Puglia per quanto la concerne la “cancerogenicità” definisce “Il benzo(a)pirene un probabile agente cancerogeno per l'uomo. Vi sono alcune prove che esso possa causare tumori alla pelle, ai polmoni e alla vescica sia nell'uomo che negli animali”. Riguardo agli effetti sulla riproduzione “il benzo(a)pirene ha causato in animali da laboratorio l'insorgenza di tumori nei nuovi nati di madri esposte durante la gravidanza nonchè disturbi di sviluppo fetale. Il composto può passare dalla madre al figlio attraverso il latte materno”. I parametri descritti dall’allegato del decreto legislativo del 3 agosto del 2007, n. 152 data la pericolosità della sostanza sono piuttosto restrittivi. 1 nanogrammo al metro cubo come media calcolata nell’arco di un anno quale valore obiettivo. Secondo la relazione tecnica preliminare dell’ARPA Puglia, del 4 giugno 2010, il monitoraggio effettuato dalla centralina di via Machiavelli al quartiere Tamburi ha permesso di registrare valori di benzoapirene superiori a un nanogrammo per metro cubo d’aria (1,31 media nel 2009). Inoltre anche nei due anni precedenti il superamento era stato oltre il limite consentito.
“È davvero ora di finirla: la città di Taranto è stanca dei tatticismi dell’Ilva - è il commento dei portavoce di Legambiente, Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto - Invece di spendere inutilmente soldi per pagare gli onorari agli avvocati in improbabili ricorsi e di perdere tempo nel valutare le presunte irregolarità contenute nell’ordinanza del Comune di Taranto, l’azienda dichiari chiaramente ai cittadini e ai lavoratori se vuole promuovere interventi migliorativi all’impianto per ridurre le emissioni di benzo(a)pirene e con quali tempi. In caso contrario, dimostrerebbe un’intollerabile ostruzionismo rispetto alla tutela della salute del popolo tarantino”.
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