Sacchetti biodegradabili e compostabili al profumo di patata o pane
I sacchetti all’amido di patata sono una realtà in Spagna. Gli shoppers, che si candidano a diventare un valido sostituto ecologico alla plastica da idrocarburi, una volta finiti nella spazzatura, si degradano in pochi mesi senza conseguenze ambientali. In Francia, un'azienda leader nel settore sementi ha messo a punto un materiale biodegradabile e compostabile, il biolice: prodotto a partire da una miscela di farine di grano e mais, a cui viene aggiunto un polimero biodegradabile, viene già prodotto a livello industriale
08 October, 2010
Massimiliano Milone
In Spagna inventato lo shopper all’amido di patata
Amido di patate al posto della comune plastica per confezionare sacchetti della spesa. L’idea arriva dal quartier generale dell’azienda Sphere, nella città di Saragozza.
La Sphere, che conta 14 stabilimenti di produzione sparsi in Europa (di cui 6 in Francia) e circa 1300 dipendenti, è il primo produttore in Europa di sacchetti per l’immondizia ed il quarto nel mondo. Ha un volume d’affari di circa 300 milioni di euro. Da dieci anni si occupa di ricerca e sviluppo di prodotti biodegradabili ed ha iniziato a produrre da qualche anno sacchetti con l’amido di patate.
Dalla risorsa rinnovabile “patata”, che tra i vegetali presenterebbe i migliori vantaggi per la fabbricazione dei sacchetti grazie alle sue caratteristiche di durabilità e resa per ettaro (con un rendimento di 9,26 t/ha rispetto alle 5,2 t/ha del mais), viene estratto l’amido, che contiene amilosio, uno zucchero semplice del mondo vegetale. Una curiosità: gli impianti di estrazione dell’amido sono situati nelle vicinanze delle zone agricole.
L’amido ricavato viene successivamente incorporato a polimeri biodegradabili: il prodotto intermedio che ne deriva, la bioplastica in formato granulare, presenta le stesse funzionalità e le stesse caratteristiche tecniche della plastica comune con il vantaggio di essere non tossico. Il passo successivo è quello di trasformare il granulare in sacchetti e non solo (coperti usa e getta, imballaggi alimentari, film plastici, sacchetti per rifiuti…).
Il prodotto finito risulta conforme alle norme europee UNI EN 13432 (che definisce i requisiti tecnici degli imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione) ed OK compost (che garantisce la conformità alle norme europee per il packaging biodegradabile).
Inoltre ha ottenuto il certificato di garanzia di qualità ambientale per i prodotti biodegradabili stabilito dal Governo della Generalitat di Catalogna.
Dal 2007 l’azienda ha anche modificato il processo produttivo di stampaggio dei sacchetti, sostituendo gli inchiostri solventi con inchiostri a base d’acqua.
«100% biodegradabili, compostabili, riciclabili e riutilizzabili: il sacchetto, una volta finito nella spazzatura, scompare completamente in meno di 180 giorni senza contaminare l’ambiente. Grazie alla sua capacità di compostaggio le bioplastiche sono utilizzate come fertilizzante per l’agricoltura biologica» ha dichiarato la Sphere.
Negli aeroporti spagnoli verranno presto commercializzati i sacchetti alla patata: i proventi derivanti dalla loro vendita andranno a finanziare progetti di protezione dei mari e degli oceani. Ad oggi è stata fatta una simulazione presso l’aeroporto di Palma di Maiorca per monitorare il comportamento dei clienti: sono stati venduti oltre 90.000 sacchetti in soli due mesi. Secondo Sphere questi dati riflettono «la forte consapevolezza per l’ambiente non solo dai cittadini, ma anche delle imprese che iniziano ad adattare i loro prodotti ai nuovi standard europei».
L’unico ostacolo arriva dai costi: il triplo rispetto ai sacchetti di plastica. Inoltre, a seguito di questo nuovo utilizzo delle patate, anche il prezzo del prezioso tubero potrebbe aumentare. Ricordiamo che in Spagna vengono distribuiti 10,5 milioni di sacchetti usa e getta l’anno, 238 per ogni spagnolo e solo il 10% viene riciclato.
Lo shopper alla patata in Italia
Alcune aziende in Italia hanno cominciato a produrre borse utilizzando amido di patate: a questo nuovo materiale vengono dati i nomi più svariati, a seconda dell’azienda che li ha brevettati (bioplast, bio-cartene…), ma si tratta sempre di buste in fecola di patate (quindi una risorsa rinnovabile d’origine vegetale con costituenti biodegradabili) senza aggiunta di plastificanti. Si tratta di un materiale meno elastico e meno deteriorabile del mater-bi (che notoriamente diventa inutilizzabile dopo 10-12 mesi dalla data di produzione). Può essere dunque usato per contenere i rifiuti umido–organici. La borsa, totalmente biodegradabile, dopo l’utilizzo può essere reintegrata nel ciclo biologico.
Attualmente sul mercato italiano sono disponibili nei seguenti formati: cm 27 x 50 (e 18 micron di spessore), cm 30 x 60 (e 21 micron di spessore), cm 35 x 65 (e 23 micron di spessore). Le confezioni di shoppers possono essere da 250, 500, 1000 pezzi.
I prezzi variano, ma sono competitivi rispetto agli shoppers in mater-bi: nel formato cm 30 x 60 un sacchetto in amido di patate costa 12 cent contro i 25 cent del mater-bi; nel formato cm 27 x 50 un sacchetto in amido di patate costa 10 cent mentre un sacchetto in mater-bi costa 17 cent.
La ricerca va avanti: i sacchetti profumano di pane
I ricercatori della “Cereales Vallée”, il distretto tecnologico della regione Auvergne nel centro della Francia, guidato dalla Limagrain Cereales Ingrédients (LCI), leader europeo delle sementi, hanno messo a punto un materiale 100% biodegradabile, 100% compostabile. Si chiama Biolice, è di color avorio, profuma di pane e viene già prodotto a livello industriale.
Prodotto a partire da una miscela di farine di grano e mais alla quale viene aggiunto un polimero biodegradabile, il biolice impiega appena 12 settimane a decomporsi del 100% in un processo di compost industriale o domestico, senza alcun rischio di contaminazione ambientale. Questo tempo eccezionalmente breve è garantito dalla certificazione OK Compost (con riferimento alla norma EN 13422).
Secondo i produttori il biolice si candida non solo ad essere un valido sostituto ecologico alla plastica da idrocarburi, ma rappresenta anche l’evoluzione più sostenibile del mater-bi, in quanto il bolice è prodotto direttamente da farine di cereali e non dall’amido. Questa caratteristica costituirebbe un vantaggio molto importante per l’ambiente poiché il processo di produzione dell’amido necessiterebbe di un forte consumo di acqua.
Inoltre la sua struttura molto morbida, che nel contempo rispetta i criteri di solidità e resistenza alle materie grasse, all’acqua e alla maggior parte dei solventi ne fa un ottimo materiale per realizzare shoppers e buste di vario tipo, sacchi per rifiuti organici. Inoltre il biolice, oltre che da solo, può essere utilizzato insieme a materiali come carta, lino e canapa.
In Francia i sacchetti in biolice sono già una realtà!
Sempre in Francia la Vegeplast, una giovane azienda francese che si sta facendo strada nel panorama delle bioplastiche, ha messo a punto il Vegemat, un granulato biodegradabile che offre buone prestazioni.
2 commenti
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16.10.2010 21:10
sarei interessato ad importare i sacchetti all'amido di patate.. potreste indicarmi qualche azienda che li produce. anche una azienda italiana. grazie
Federico
11.10.2010 23:10
molto molto interessante...come mai in Italia se ne sente parlare così poco? Se consideriamo i tempi di degradazione e i costi di questi sacchetti alla patata dovrebbe essercene una più larga diffusione e invece...