Provincia di Lecce: entro il 13 dicembre la decisione su cementificio Colacem
Entro lunedì 13 dicembre 2010 l’ufficio ambiente della Provincia di Lecce deciderà in merito alla richiesta avanzata dal cementificio Colacem, sito in agro di Galatina, di co-incenerire combustibile da rifiuto (cdr) insieme al Pet-coke. L’associazione comunale “Cambiamo Aria”: “Il co-incenerimento di rifiuti peggiora drasticamente la qualità dell’aria in una situazione già di per sé al collasso”
25 October, 2010
Oltre alla provincia di Foggia e a quella di Taranto, anche l’ufficio Ambiente della Provincia di Lecce è chiamato a prendere, a breve, una decisione importante sul futuro della salute pubblica dei propri abitanti. Infatti l'ufficio dovrà dare il consenso o il divieto, entro lunedì 13 dicembre 2010, in merito alla richiesta avanzata dal cementificio Colacem, sito in agro di Galatina, di co-incenerire combustibile da rifiuto (cdr) insieme al Pet-coke.
L'iter procedurale, fino a questo momento, ha collezionato varie negazioni o sospensioni di giudizio, deliberate dai vari consigli comunali delle zone comunali coinvolte (Sogliano, Galatina, Soleto, Cutrofiano). Nel frattempo, una nuova importante tappa del dibattito è stata il 1° convegno dal tema: “CDR – Stato delle conoscenze in campo ambientale e sanitario in materia di coincenerimento”, svolto domenica 17 ottobre 2010, organizzato dal Comune di Galatina.
Il confronto si è incentrato sull'ipotesi di utilizzare il Combustibile Derivato da Rifiuti (cdr) nello stabilimento Colacem di Galatina. Da una parte l'azienda di Gubbio,(che si candida quale nuovo impianto co-ineneritore dopo la chiusura della Copersalento) ha garantito sulla bontà del CDR e delle ricadute positive sul territorio, dall'altra parte i comitati cittadini e le comunità dell'hinterland intorno a Galatina hanno rafforzato il loro “no” convinto per i danni che l'impianto causerebbe.
Secondo il comitato: “Il co-incenerimento di rifiuti peggiora drasticamente la qualità dell’aria in una situazione già di per sé al collasso. Non è tollerabile - continuano gli aderenti a “Cambiamo Aria” - aumentare i rischi derivanti da nuovi inquinanti a grave danno di un territorio, quale è l’hinterland di Galatina, già indicato dal Registro Tumori 2010 della ASL/Le 1, al primo posto nazionale per l’incidenza di neoplasie polmonari”. Secondo i dati forniti dal registro per i residenti in provincia di Lecce, si può stimare che il rischio di ammalarsi di cancro nel corso della vita sia pari al 31,4% tra gli uomini (indicativamente 1 caso ogni 3 uomini) e al 21,6% tra le donne (1 caso ogni 5 donne). Riguardo al rischio di morire per tumore maligno, si stima il 15,1% tra gli uomini (1 decesso ogni 7 uomini) ed il 7,6% tra le donne (1 decesso ogni 13 donne).
I dirigenti Colacem, (Napoleone Farneti, Massimo Angeli e Giovanni Vincenti) hanno cercato di tranquillizzare la popolazione galatinese adducendo l’esperienza acquisita negli anni, derivante da altri due impianti di loro gestione che attualmente bruciano il cdr; lo stabilimento di Rassina, vicino ad Arezzo, (in cui è stata completata la modifica all’impianto dei combustibili alternativi per l’utilizzo di CDR, con un costo complessivo pari a circa 0,5 milioni di Euro) e l’impianto di Isernia. Anche il loro ultimo bilancio consolidato pubblicato del 2008, conferma la politica di sostituire combustibili convenzionali con combustibili derivati da rifiuti (si è passati dal 3,2% del 2007, al 4,7% del 2008), ciò al fine di diminuire le emissioni di CO2 (anidride carbonica).
Il magnifico Rettore dell’Università del Salento prof. Domenico La Forgia ha dichiarato che il coincenerimento pur portando ad una riduzione di CO2 inevitabilmente provoca inquinanti più nocivi per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
In effetti uno studio relativo alle prospettive di utilizzo del CDR, “Perspectives and limits for cement kilns as a destination for RDF”, del professore G.Genon, del Politecnico di Torino, e di E. Brizio, dell’ Arpa Piemonte, afferma che la sostituzione CDR – PET COKE (assumendo una sostituzione calorica al 50%) determina una quantità di metalli pesanti emessi, superiore a quella relativa all’uso del solo Pet Coke. Non solo, confrontando i valori di un indicatore che misura la quantità di agenti inquinanti presenti nei gas emessi (fattore di trasferimento) emerge che le quantità di inquinanti immessi in atmosfera da un cementificio sono maggiori rispetto a quelle emesse da un inceneritore. In particolare (Cloro, Zolfo, Cadmio, Tallio, Mercurio, Arsenico, piombo, Vanadio), sono molto più alti rispetto a quelli relativi ad un inceneritore. Questo perché gli impianti di incenerimento presentano una maggiore capacità di trattenimento dei metalli pesanti.
Riguardo alle emissioni di CO2, lo studio afferma che utilizzare come combustibile il CDR invece che il carbone nei cementifici porta effettivamente ad una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata bruciata, (riduzione di circa il 37%). Ma poiché il potere calorifico di un Cdr di medio-bassa qualità varia nel range di 15000-20000 KJ/kg, mentre il Pet Coke ha un potere calorifico di 34000 KJ/kg, la sostituzione calorifica può essere ottenuta solamente aumentando il flusso di combustibile, il che comporta inevitabilemente ad emissioni superiori a quelle di un comune inceneritore (2.46E+03 contro 4.79E+02 Kg di CO2).
"L’incenerimento dei rifiuti è la peggiore delle soluzioni possibili e auspicabili. L’unica convenienza è a esclusivo appannaggio delle aziende inceneritrici e consiste nella fortissima incentivazione economica finanziata dalla Stato”.
Il Comitato “Cambiamo l’aria” conclude ritenendo inammissibile il “rischio accettabile” ovvero il calcolo a monte della percentuale di perdita di vite umane legate a un attività industriale insalubre. “Ci chiediamo a quanto CDR potrebbe corrispondere la vita rovinata o persa di un bambino?"