Malagrotta, la protesta dei residenti arriva a Bruxelles
Il comitato che si batte per la chiusura della discarica ha inviato alla Commissione Ambiente Ue un dossier che dimostrerebbe lo sversamento a Malagrotta di rifiuti indifferenziati, per giunta privi delle coperture previste dalla legge. I cittadini incontreranno anche il presidente Polverini, che intanto ha ricordato al Campidoglio che la scelta del nuovo sito è di competenza comunale
03 November, 2010
I residenti non ci stanno. Dopo la notizia dell'ennesimo rinvio della chiusura di Malagrotta (secondo le ultime indiscrezioni, la discarica potrebbe rimanere in esercizio almeno fino al 2013), i cittadini che vivono nei pressi dell'invaso hanno inviato a Julio Garcìa Burgués, direttore generale della commissione Ambiente della Commissione Europea, un dossier con le immagini dei rifiuti che vengono sversati a Malagrotta. Si tratterebbe, secondo la denuncia, di spazzatura “tal quale” (dunque indifferenziata), priva anche delle coperture di protezione obbligatorie per legge. Ad esasperare i residenti, le continue proroghe all'esercizio della discarica, che avrebbe dovuto essere chiusa già alla fine del 2007 perché ormai satura, ma continua a restare aperta in attesa che il Comune di Roma e la Regione Lazio individuino il sito per l'invaso sostitutivo.
La protesta dei residenti non è indirizzata soltanto a Bruxelles. Il presidente del Comitato Malagrotta, Sergio Apollonio, ha in programma un incontro con la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che dovrebbe firmare la richiesta di proroga avanzata dal Campidoglio. Apollonio intende denunciare alla Pisana le condizioni in cui avviene lo sversamento dei rifiuti. «Come dimostrano alcune recenti fotografie aeree – ha dichiarato al Corriere della Sera – i rifiuti indifferenziati sono all’aria aperta, visibilissimi e non sono coperti dagli appositi teloni».
Il Comune di Roma, intanto, esclude, per bocca dell'assessore all'Ambiente Fabio De Lillo, che ci siano contrasti con la Regione Lazio in merito alla vicenda di Malagrotta. La polemica era divampata in seguito alle parole del governatore Polverini, che aveva ricordato che tocca al Comune «individuare nel suo territorio un sito alternativo a Malagrotta, qualora questo non accadesse dovrebbe intervenire la Regione». Parole che erano parse una “ramanzina” al Campidoglio, ma De Lillo giura che i rapporti con la Pisana sono sereni: «Non ci sono contrasti con la Polverini, bene ha fatto a ricordare queste deroghe. Ci siederemo a un tavolo con sindaco e presidente di Regione per trovare una soluzione. Malagrotta è la discarica più grande d'Europa; ha sostenuto la città per quaranta anni. Ora è tempo di cambiare, perché Malagrotta merita di cambiare pagina e perché ormai è esaurita». La Regione, in ogni caso, spinge perché il nuovo invaso venga realizzato entro i confini comunali della capitale, mentre il Campidoglio sembra voler insistere su Allumiere o Riano. La questione, insomma, è tutt'altro che chiusa. Esattamente come la discarica di Malagrotta.