Taranto: confermata la chiusura della prima linea dell’inceneritore comunale
Martedì 2 novembre 2010 la Conferenza di Servizi tenuta indetta dalla Regione Puglia, ha confermato la chiusura della prima linea dell’inceneritore comunale. Giorgio Assennato, direttore dell’Arpa Puglia: “Toccherà all’azienda che gestisce l’inceneritore (l’AMIU di Taranto) apportare tutte le migliori tecnologie necessarie”
03 November, 2010
Si è tenuto ieri pomeriggio presso gli uffici regionali l’incontro tra la Regione, l’Arpa Puglia e i rappresentanti istituzionali e tecnici di Comune, Provincia ed Amiu di Taranto. Ordine del giorno il superamento dei valori limite di diossine da parte dell’inceneritore comunale Pasquinelli, situato sulla statale Appia. In attesa che l'AMIU apporti tutte le modifiche necessarie, la linea 1 dell'inceneritore pubblico di Tranto rimarrà ferma, mentre continuerà a funzionare la linea 2.
Come già riportato in un nostro precedente articolo la dirigenza dell’AMIU ha riferito di aver ricevuto il 27 ottobre scorso una comunicazione dell’Arpa Puglia, la quale sulla base di prelievi effettuati il 26 maggio 2010 e commissionati da Amiu (ben 5 mesi fa), dava notizia del superamento dei valori limite di diossina, ossia di PCDD/F (policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani). Il limite era stato superato di otto volte rispetto quello di 0,1 nanogrammi per metro cubo, così come riportato dal decreto legislativo n.133/2005.
La stessa AMIU ha fatto notare che i rilievi effettuati successivamente circa due mesi dopo, ossia a luglio e ad agosto, erano invece nella norma. Dopo la nota dell’ARPA, AMIU s.p.a. ha provveduto per obbligo di legge ad arrestare il funzionamento della linea 1 dell’inceneritore. La linea 2 continua a funzionare normalmente in quanto non sono state riscontrate irregolarità.
Al contrario di quanto affermato dalla dirigenza dell’AMIU, il direttore Giorgio Assennato, rivela che i campionamenti dell’Arpa Puglia sono effettuati in continuo, e dà una spiegazione plausibile di quanto è accaduto il 26 maggio 2010.
Il professore spiega: “I nostri rilievi di campionamento in continuo, hanno registrato che il processo di combustione non è stato ottimale, a causa di una carenza di ossigeno. Probabilmente, tale problema può essere stato generato anche dal tipo di materiale bruciato. Ora toccherà all’azienda che gestisce l’inceneritore [AMIU] apportare tutte le migliori tecnologie necessarie per ripristinare la situazione”.
Stando a quanto sostiene Assennato, quindi, nonostante l’inceneritore pubblico di Taranto usi già una tecnologia tra le più innovative (forni a griglia mobile contro quelli a griglia fissa generalmente usati dai cementifici), è avvenuto uno sforamento dei limiti di emissione.
Dal suo commento emerge anche che probabilmente c’è stato un problema a monte riguardo la selezione dei materiali, oppure non vi è stata una buona movimentazione dei rifiuti all’interno della griglia.