Efficienza degli immobili, Bruxelles bacchetta l'Italia
La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese per l'errata applicazione della direttiva in materia di efficienza energetica degli edifici. Sotto accusa la mancata introduzione dei certificati di rendimento per gli immobili e l'assenza di un sistema di ispezioni su climatizzatori e caldaie. L'Italia ha due mesi per adeguarsi, pena il deferimento alla Corte di giustizia
30 November, 2010
La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia perché il nostro paese non ha applicato correttamente la legislazione comunitaria in materia di efficienza energetica degli edifici. In particolare, la “bocciatura” riguarda la direttiva 2002/91, recepita con i decreti legislativi 191/2005 e 311/2006. «Le disposizioni della legislazione italiana in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico degli edifici non rispondono alle esigenze fissate dalla direttiva – si legge in una nota ufficiale dell'Ue – L'Italia non ha inoltre adottato alcuna misura relativa all'obbligo di ispezioni periodiche degli impianti di condizionamento dell'aria per valutarne il rendimento».
La direttiva in questione, infatti, stabilisce che gli Stati membri adottino una metodologia per il calcolo del cosiddetto “rendimento energetico integrato degli edifici” e ne stabiliscano i requisiti minimi da applicare agli edifici di nuova costruzione. Inoltre, all'atto della costruzione, compravendita o affitto di un immobile, il potenziale acquirente o locatario deve ricevere un attestato di rendimento energetico, che gli consenta di valutare l'acquisto (o l'affitto) anche sulla base dell'efficienza dell'edificio. In Italia, invece, l’articolo 35 della legge 133/2008 ha cancellato l’obbligo di allegare il certificato di rendimento energetico all’atto di compravendita degli immobili. La direttiva prevede anche l’obbligo, da parte dei governi nazionali, di attuare un sistema di ispezioni periodiche per controllare il rendimento delle caldaie e dei climatizzatori, ma il nostro paese ha disatteso anche questa prescrizione.
La procedura di infrazione riguarda, per altre ragioni, anche la Spagna. I due paesi hanno ora sessanta giorni di tempo per adeguarsi, altrimenti saranno deferiti alla Corte di giustizia europea.