Efficienza energetica, bioedilizia, emissioni ridotte, sfruttamento di fonti di energia rinnovabili: è questo l’humus che muove il Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente, il cui bando da ormai dieci anni è aperto a imprese, amministrazioni pubbliche, centri di ricerca, liberi professionisti e associazioni varie. Per l’edizione di quest'anno, i progetti che hanno ricevuto il premio sono diversi:

Schuco International Italia; Kerakoll Spa; Provincia e Camera di Commercio di Lucca; Studio 999; Fumagalli edilizia industrializzata Spa; Clivet Spa; Rotex Heating Systems Srl; Casa sostenibile via Goito 14 Torino.

Il premio è diviso in 4 voci: “Abitare sostenibile”, “Ciclo chiuso delle risorse e nuovi materiali”, “La filiera delle energie rinnovabili”, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. In tema di Edilizia sostenibile, il progetto maggiormente innovativo è quello di Schuco Italia: applicando i propri sistemi tecnologicamente avanzati l’azienda ha trasformato la propria sede padovana, un edificio di bassa classe energetica, in una struttura funzionale che produce un minimo quantitativo di emissioni. Le attività all’interno, al contempo, richiedono un basso contributo energetico che ha valso all’edificio la Classe A nella certificazione energetica. La nuova struttura ha ridotto la produzione di inquinanti di circa 325 tonnellate in meno di un anno di attività grazie allo sfruttamento del solar cooling, all’impianto geotermico composto da 7 sonde da 80 metri di profondità oltre che all’impianto fotovoltaico istallato sul tetto dell’edificio. Insieme a Schuco, è stata premiata alla stessa voce l’eco-compatibilità dei 9 laboratori di “Kerakoll GreenLab”.

“Non tutta l’edilizia va male – ha osservato Andrea Poggio, vice direttore generale di Legambiente – in quanto la ristrutturazione energetica, grazie alle detrazioni fiscali, ha attivato 11 miliardi di investimenti privati in Italia. Nella sola Lombardia le ristrutturazioni avviate sono 200 mila. Fallimento totale invece per il “Piano Casa”: sono arrivate solo 189 domande. Non è più sufficiente pensare alla sostenibilità di un singolo edificio, ma bisogna cominciare a veri eco-quartieri, come già accade in Francia. Anche perché da qui al 2050 il 70% della popolazione del paese vivrà nelle città”.