Sacchetti di plastica: niente scaglioni, resta valido il 1° gennaio 2011. Commento di Paolo Hutter
In attesa di accordi con grossisti e commercianti, il Ministro Prestigiacomo rivendica la scelta di bocciare le proposte di scaglionamento, che avrebbero di fatto prorogato di un anno la messa al bando dei sacchetti per i piccoli commercianti. Riforma importante sul piano simbolico, a cui si arriva poco preparati. - da L'Unità del 23.12.2010
23 December, 2010
Paolo Hutter
L'Italia si avvia ad essere il primo paese europeo che mette al bando per legge su tutto il territorio nazionale i sacchetti in plastica per la spesa, ma alla conferma da parte del Consiglio dei Ministri di ieri si è arrivati con tanta di quella improvvisazione e incertezza che adesso non si sa bene cosa succederà. Il divieto (di distribuzione e di commercializzazione) avrebbe già dovuto scattare dal 1 gennaio 2010 ed era contenuto in una Finanziaria di Prodi, su iniziativa dell'allora Ministro Pecoraro. L'anno scorso il governo aveva prorogato di un anno la scadenza. Alcuni comuni italiani – il più grande dei quali è Torino – hanno disposto già quest'anno ordinanze per anticipare il momento del superamento delle buste di plastica, ma consentendo sempre “l'esaurimento delle scorte” non si è ancora arrivati a multare i negozi che ancora li vendono o distribuiscono. Nel decretone milleproroghe era contenuta una graduazione un po' rilassata dei tempi di attuazione del divieto, preparata dal Ministero dello Sviluppo. Nei negozi e nelle bancarelle si sarebbero potuti diffondere sacchetti di plastica fino al 31 dicembre 2011. La Prestigiacomo ha fatto saltare questa articolazione per cui adesso, sulla carta, tra dieci giorni nessun esercizio commerciale potrebbe più diffondere i sacchetti. Anche se è da tempo che si parla di questo superamento e anche se alcune catene di distribuzione l'hanno in parte già avviato, è evidente che il paese non è pronto a passare improvvisamente e radicalmente alle soluzioni alternative: sporte riutilizzabili, sacchetti di carta o di plastica biodegradabile. Il governo non lo ha certo preparato. La stessa ministra, dopo aver rivendicato di aver respinto ogni proroga, ha detto che nei prossimi giorni si faranno accordi coi grossisti per graduare la svolta. Il superamento dell'uso dei sacchetti usa e getta di plastica è al centro dell'attenzione in tutto il mondo, soprattutto nei paesi meno sviluppati che sono ormai sommersi dalla geniale e diabolica invenzione che ha stravolto il mondo nella seconda metà del secolo scorso. In Africa si stanno vietando produzione e distribuzione di quei sacchetti leggerissimi che son finiti dappertutto. Più tranquillamente l'Europa che ha meno problemi di pulizia, sta procedendo ad accordi volontari per tornare a “portare la sporta” ( è il titolo di una fortunata campagna italiana) o per favorire il nuovo settore che produce i sacchetti biodegradabili. I quali però si rompono facilmente e si possono riciclare solo se raccolti con l'umido. In Italia i sacchetti di plastica invece si riciclano nella raccolta della plastica. Superarli è' un provvedimento di igiene e cultura ambientale, ma serve ben altro per ridurre la massa dei rifiuti non riciclati, il grande problema moderno e non solo a Napoli.