Atm taglia i tram in servizio perso il 14 per cento dei mezzi
da La Repubblica del 28.12.2010
28 December, 2010
Assoutenti ha fatto la radiografia di tutta la rete e denuncia le tratte in crisi e le corse che saltano
Nel 2009 circolavano 346 vetture ogni giorno, oggi 297
Si viaggia a passo d´uomo: ovunque velocità ridotta per dare maggiore sicurezza in attesa che sia completata la sostituzione degli scambi
I consumatori attaccano "Mancano i fondi per revisioni e riparazioni periodiche" L´azienda: "Non è vero, ci sono stati investimenti record"
di ILARIA CARRA
(segue dalla prima di Milano)
dei trenta tram del 29/30 che ogni giorno portavano i milanesi in corsia riservata, al riparo dalle insidie del traffico privato, la maggior parte oggi manca all´appello: se una decina di vetture è stata dirottata a rinforzo delle linee 9 e 19, che coprono parte del percorso tagliato assieme al nuovo bus numero 37, le altre venti non sono state ricollocate. Se ne sono perse le tracce, tra soppressioni e variazioni. E limitazioni, come quella della linea 7: di colpo ha perso otto tram quotidiani perché, da novembre, si ferma in via Messina e non va più fino a Cacciatori delle Alpi. Tagliato, anche se su viale Certosa non ci sono lavori a intralciarlo. Nella travagliata storia recente dei tram milanesi il fenomeno è almeno doppio. Da un lato c´è un lieve ma progressivo calo di mezzi in circolazione ogni giorno, con ricadute sulle frequenze: dalle 346 vetture che erano in servizio nei giorni feriali nell´inverno 2009, oggi di tram in giro ne sono rimasti 297. Meno 14 per cento. Solo in alcuni casi sostituiti da autobus, più flessibili e insieme inquinanti (come per il 33): così testimonia un documento dell´associazione Assoutenti-Utp, che si è presa la briga di contare i mezzi e fotografare lo stato dell´arte del simbolo dell´ecotrasporto milanese. Una carenza che Atm lega ai cantieri di una città che si evolve, come per il 29/30, ma compensata in parte da tram che circolano con più vagoni e, dunque, più capienti.
Dall´altro lato, c´è anche una rete tranviaria lumaca, sempre più lenta. Sulla quale, non solo quando c´è il gelo a complicare il quadro, da svariati mesi si viaggia a passo d´uomo. E tutto nel nome della sicurezza, che tradotto vuol dire cercare di evitare incidenti. Velocità ridotta ma provvisoriamente, promette Atm: si sta ristrutturando la rete, 134 i nuovi scambi installati in due anni e quasi 7 chilometri di binari cambiati, per cui serve un rodaggio tecnico. Un freno a mano per evitare guai ma che non si sa fino a quando durerà.
Ciò che è certo è che in un momento in cui gli investimenti maggiori sono garantiti per le metropolitane del futuro, in città girano meno tram. Per alcuni, la scomparsa va legata anche ai costi della manutenzione, di mezzi e della rete: «Mancano i fondi per garantire la revisione e la riparazione dei tram, alcuni dei quali risultano fermi nei depositi - denuncia Massimo Ferrari, presidente di Assoutenti-Utp - Tra cantieri, deviazioni, rallentamenti imposti e traffico caotico, l´effetto percepito dall´utenza è una riduzione delle corse e minori frequenze». Una carenza di manutenzione che, invece, l´azienda di trasporti nega: nell´ultimo anno non si sarebbe investito mai così tanto in questo ambito, con 50 milioni pagati ad Ansaldo per quella straordinaria di 50 tram tra jumbo e carrelli.
Ma nella denuncia degli utenti c´è dell´altro. Sarebbero molte le corse a saltare, come sulla linea 15 piazza Fontana-Rozzano, con i passeggeri scaricati senza essere giunti a destinazione, per colpa di guasti e ritardi accumulati. In più il personale Atm è sempre più scontento di dover ancora presidiare gli scambi agli incroci più critici: un compito che oggi è diventato una specie di mestiere, dato che viene coperto con tre turni regolari di lavoro - con i dovuti costi per l´azienda - e non più come straordinario. Ci sono casi poi, denunciano ancora i viaggiatori, dove alcune vetture sono state sì dirottate su nuove linee ma questo non basta: il 19, per esempio, ha guadagnato cinque tram al giorno da un mese, ma ora deve arrivare fino in Porta Genova per coprire lo scomparso 29/30 e deve compensare il taglio del 7 su una parte di percorsi comune. Il rinforzo non sarebbe sufficiente. Lo stesso vale per il 9. Ma non per il 3: da Gratosoglio è stato accorciato, si ferma in via Cantù per snellire il traffico in pieno centro, ha perso otto vetture ma regge bene il colpo. Per le associazioni di consumatori si tratta in generale di un lento peggioramento del servizio a cui bisogna reagire: «Non diciamo che il tram è l´unica soluzione di trasporto - attacca Ferrari di Assoutenti - ma senz´altro il metrò da solo non basta: manca una visione lungimirante ed estesa anche alle periferie. Serve una rete di superficie in sede propria, non c´è scampo: è ora che Atm dica chiaramente cosa intende fare del nostro sistema tranviario».