Sacchetti: quel che resta da chiarire
I decreti attuativi ci vogliono o no? I sacchettini “intermedi” del reparto ortofrutta nei supermercati saranno inclusi nel bando? Le giacenze dei produttori andranno smaltite all’estero o come? L’additivo ECM è a norma di legge? Ecco i punti più oscuri del bando
05 January, 2011
In attesa che la Befana restituisca ai Ministeri tecnici e portavoce autorizzati a rilasciare dichiarazioni, cerchiamo di mettere a fuoco i punti oscuri del bando.
Il primo problema riguarda l’emanazione dei decreti attuativi, che – pare di capire – non sarebbero strettamente necessari affinché il divieto entri in vigore, ma senz’altro semplificherebbero i numerosi tentativi di decifrare il provvedimento che si rincorrono sulle pagine dei giornali negli ultimi giorni.
Appurato che – come dichiarato dal Ministero dello Sviluppo Economico – forma, dimensioni e spessore del “sacco per l’asporto merci” non sono rilevanti ai fini della messa al bando, resta da capire come vadano inquadrati i "sacchetti intermedi", quelli che si trovano al reparto ortofrutta. Sicuramente sono “sacchi” non biodegradabili, ma saranno considerati “da asporto merci”?
Abbiamo provato a chiederlo al Ministero dell’Ambiente (non pervenuto) e al Ministero dello Sviluppo (pervenuto ma incerto) senza ottenere indicazioni chiare. Non trattandosi di imballi caratterizzati dall’asporto come destinazione d’uso primaria potrebbero essere esclusi dal bando. Un bel controsenso: non hanno manici, non si possono riutilizzare per nulla, il cliente è obbligato a prenderne uno anche se compra solo una carota, spesso alle casse sono già rotti, sono molto leggeri,uindi volatili.
La soluzione c’è, la retina, ma senza una norma che li “pungoli” quanti consumatori vinceranno spontaneamente la pigrizia e si porteranno da casa una retina per ogni tipo di ortaggio che pensano di comprare? E’ probabile che le catene di distribuzione finiscano per sostituirli con sacchettini biodegradabili, e sarebbe un peccato, un’occasione sprecata per fare un salto di qualità.
Un altro punto che resta ancora da chiarire è il destino delle giacenze che si ritrovano i produttori. Se per i commercianti le scorte acquistate entro il 31 dicembre 2010 potranno ancora essere smaltite, lo stesso non vale per chi i sacchetti li produce, e già da quattro giorni non può più commercializzarli sul territorio nazionale. Ci sarà un boom di esportazioni sul mercato estero o i regolamenti attuativi (se ci saranno) proporranno altre soluzioni?
Per quanto riguarda le sanzioni, mai specificate dalla legge 296/06, saranno le amministrazioni locali a stabilirle o si dovrà attendere un sanzionamento uniforme a livello nazionale?
Qualche dubbio rimane ancora anche sui criteri fissati per definire la biodegradabilità. Attualmente molte aziende hanno scelto l’additivo ECM, che secondo alcuni non sarebbe invece contemplato dalla normativa europea, sebbene largamente utilizzato. Su questo punto il comunicato ufficiale del Ministero dello Sviluppo fa riferimento agli “standard tecnici europei vigenti, di cui all’ 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall'art. 23, comma 21-novies del decreto legge 1°luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102 sarà in vigore dal 1°gennaio 2011”.
Sarà necessario tradurre in concreto.
Infine si tratta di capire se ci saranno gli annunciati ricorsi al Tar o ad altre autorità e che esito avranno.
Aspettiamo nuovi aggiornamenti.
18 commenti
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14.01.2011 14:01
nel nuovo articolo pubblicato oggi 14 gennaio alle 15:03, relativo all'intervista al portavoce del ministro Prestigiacomo tutto risulta più chiaro!
magari avrebbe un valore maggiore se venisse pubblicato come indicazioni dal ministero dell'ambiente invece di inserire news in prima pagina del tipo: Prestigiacomo: «I colibrì resteranno in Italia»
Non ho niente contro i colibrì, però ci sono cose magari più importanti!!!!!!
ciao a tutti
Andrea
14.01.2011 00:01
Tutto il mio appoggio ai produttori, siano essi rappresentanti della GDO o aziende da 50Kg di borse boutique. Come avete già fatto notare anche un cieco si sarà accorto di quanto si tratti più di speculazioni che nulla hanno a vedere con l'ecologia come tentano di far credere al "popolino" e ancor più lampante si parla sempre di Mater-bi quando si vuole indicare una bioplastica mentre (come accennato dal sig Freddi) ne esistono parecchi altri tipi Italiani,Europei,Americani;Asiatici. Ma resta il fatto che andando a sommare tutte le disponibilità di questi produttori arriveremmo forse a coprire un 10-15% delle necessità. Parere personale finirà tutto in una bolla di sapone ed anche i produttori Europei ed Inglesi in particolare si sono messi in moto contro questa fesseria italiana, ma nel frattempo molte troppe aziende son ferme. Vi seguirò e se possibile darò il mio contributo informativo. Piccola nota: I vari Mater-Bi (Si, vari perchè ne esistono vari tipi che anche i "tecnici" della Novamont vanno in crisi) sono i peggiori da trasformare. Personalmente ho testato quasi tutte le Bioresine presenti, e non, sul mercato.
Annalisa
13.01.2011 08:01
Per il Sig. MARCO FREDDI.
Ma lei, come rappresentante di una GDO non potrebbe evidenziare come non esista nessuna normativa in vigore? Un comunicato stampa non è legge, me l'ha detto anche un amico avvocato. Inoltre non sono previste sanzioni nè per i produttori nè per voi che, volendo, potreste far pagare i sacchetti in polietilene. Multe? E quale articolo scriverebbero sul verbale non esistendo, al momento, una legge?
Se resta valida la legge 296 del 2006 abbiamo a disposizione ancora 3 anni di "sperimentazione" dalla data di entrata in vigore dei decreti attuativi.
Dovrebbe ripartire da voi e non da noi produttori. Noi possiamo riaccendere i macchinari anche oggi e possiamo richiamare al lavoro i ragazzi che hanno già chiamato più di una volta per sapere se devono cercare o meno un altro lavoro.
Purtroppo siamo stati costretti a dire loro che "non lo sappiamo".
Ho intenzione di scrivere ai giornali perchè, come ha potuto notare, il tg3 ha preso in giro tutti i produttori.
Leggendo gli aritoli stranieri si può notare come tutti scrive3no che il bando è stato una campagna mediatica portata avanti da Legambiente, ma anche dai giornali e tv.
Sono stanca della disinformazione, stanca di dover spiegare alle persone che i sacchi colorati per la spazzatura sono lo stesso materiale dello shopper e stanca di sentirmi rispondere "ma allora che senso ha?".
Alzate la voce anche voi..
Cordiali Saluti
Annalisa
PS: non commento il tg3 perchè "l'inserimento di commenti offensivi e volgari sarà perseguito a norma di legge" ma Dio solo sa quante gliene vorrei dire..
Ivan
13.01.2011 07:01
Ho visto anche io la puntata, dire scandalosa è poco.....
Hanno dato parola solo a Legambiente e Novamont senza dare possibilità di repplica a chi sta dall'alltra parte, come i produttori, i loro dipendenti che stanno perdendo posti e/o alla GDO.
Sono d'accordo con il sig. Marco Freddi che sia una cosa ASSURDA, eppure in Italia sembra che funzioni così.
Io sto perdendo tutte le speranze, oltre che la nostra azienda è ormai al tracollo.
Marco
13.01.2011 02:01
visto la puntata della rubrica TG3
Nulla di nuovo...anche in questo caso spazio unicamente al rappresentante Legambiente e solito spot promozionale al loro finanziatore Novamont...
nessun confronto, nessuna controtesi, nessuno spazio di controreplica sulla questione al rappresentante corepla..
non ho parole...
marco freddi
13.01.2011 01:01
buona sera
sono un rappresentante di una catena della GDO che opera a livello nazionale.
ribandendo la TOTALE ASSURDITA' della cosa - in particolare dei tempi e dei modi di entrata in vigore del divieto - ci tengo a confermare l'assoluta mancanza di materia prima (biopolimero) presso tutti i principali trasformatori plastici (mi riferisco a quelli medio grandi che almeno hanno qualche linea di produzione di bioplastiche perchè i piccoli sono ovviamente del tutto tagliati fuori), con tempi assolutamente incerti di approvvigionamento almeno per i prossimi 2 mesi perchè le 3 uniche società europee al momento produttrici (Novamont, BASF e Biotech) sono al momento incapaci di sopperire ad una domanda che ovviamente si è impennata nel giro di una settimana scatenando il panico a tutti i livelli.
E' ovvio che molti ci stanno marciando e alcuni si stanno sfregando le mani, con poche catene gdo che - per potere negoziale ma anche per agganci e contatti politici con novamont - hanno la possibilità di fare programmazioni e scorte di sacchetti per i propri punti vendita.
Per non parlare dell'ingente danno economico derivante da milioni di sacchetti in plastica (vergine e riciclata) nei magazzini di punti vendita, centri distributivi e centrali nazionali che da un giorno all'altro, con una decisione tanto antieconomica quanto antiecologica che definire idiota è eufemistico, sono diventati merce a costo per commercianti e catene gdo.
Un ulteriore punto di assurdità della cosa: lo stesso Ministero dell'Ambiente, che nel 2010 aveva patrocinato la creazione del marchio plastica seconda vita per la promozione della plastica da riciclo ed anche il suo conseguente uso per la realizzazione di shopper (con eviedenti e certificate riduzioni di impatto ambientale) al 31/12 ha di fatto smentito sè stesso non considerando la plastica riciclata tra i materiali "da salvare".
Incompetenza o esclusivamente giochi economici e di potere? probabimente un mix delle due, ma il danno è ormai ingente.
Salvatore
12.01.2011 10:01
Vorremmo stabilire un contatto diretto con tutti voi per decidere una linea da seguire al riguardo, siamo anche noi dei piccoli produttori.
Potete contattarci al numero 0736-43255 o via mail info@cap6.it
Annalisa
11.01.2011 18:01
Ho scritto al TG3:
Inviato: mar 11/01/2011 12.43
A: Redazione TG3 Net
Oggetto: Quando ne parlerete?
Mi rivolgo a voi del TG3, uno dei migliori in circolazione, per
denunciare il vostro silenzio come giornalisti su una questione molto
importante, seppur impopolare.
Hanno bandito lo shopper in plastica tramite un COMUNICATO STAMPA. Non
esiste una legge, non un decreto.
Numerosi i piccoli imprenditori che rischiano di perdere tutto e i posti
di lavoro a rischio sono circa 4000.
Quando ne parlerete? Gli unici ad aver voce sembrano essere quelli di
Legambiente e gli operai Fiat e i sindacati collegati al settore
metalmeccanico e noi?
Noi che perderemo il lavoro per una legge pseudo ambientalista?
Attendo risposta.
Cordialmente
Annalisa xxxxx (prossima disoccupata e clochard)
Mi hanno risposto:
Il 11/01/2011 16.36, Redazione TG3 Net ha scritto:
Nemmeno a farlo apposta...sarà l'argomento di Fuori Tg di domani, 12 dicembre. Lo potrà seguire in diretta dalle 12:25 alle 12:45 su Rai 3 o se non ha occasione potrà rivedere la puntata sul nostro sito
Cordialmente
Redazione TG3web
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Potete scrivere una nota in cui diffondete la notizia?
Cordiali Saluti
Sergio Del Citto
11.01.2011 17:01
L'eterna domanda: ma chi le scrive le leggi in Italia? Il sospetto che l'ambiguità sia voluta affinché la legge non sia applicabile e tutto resti come prima è senz'altro un sospetto legittimo.
Elena Donà
08.01.2011 15:01
Gentilissimo Signor Gianfranco, il riferimento ufficiale ai criteri di biodegradabilità più recente si trova nel comunicato congiunto dei due ministeri interessati: "Il divieto di commercializzazione dei sacchi da asporto merci non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti, di cui all' 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall'art. 23, comma 21-novies del decreto legge 1°luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102 sarà in vigore dal 1°gennaio 2011". Precisiamo ancora che la frase "epurata" sotto richiesta dell'addetto stampa del Ministero dello Sviluppo era la seguente: "Per quanto attiene la definizione di biodegradabilità si consulti la norma tecnica armonizzata UNI-EN 13432". Al momento non posso dirle se tale affermazione (rilasciata dallo stesso addetto stampa) sia da ritenersi errata: ci è stato chiesto di toglierla unicamente perché la questione non è ancora completamente definita e la dichiarazione non era autorizzata né poteva comparire a nome di chi l'ha rilasciata. Comprendiamo perfettamente il suo bisogno di chiarezza, suo e di molti altri, ma per ora queste sono le uniche informazioni che abbiamo a disposizione. Restiamo anche noi in attesa di nuove indicazioni.
Cordialmente,
Elena Donà
marco freddi
08.01.2011 14:01
un vero "pasticcio all'italiana"
oltre a tutte le considerazioni di cui sotto, un'ultima
obblighiamo un paese intero a passare all'utilizzo delle bioplastiche in una settimana...quando in italia solo il 30% della popolazione è coinvolta nella raccolta differenziata dell'umido organico (elemento che porterebbe al vero vantaggio ecologico delle bioplastiche sul polietilene)
grazie Legambiente...
Gianfranco
08.01.2011 11:01
<L'elemento che è stato "epurato" riguardava unicamente la definizione di biodegradabilità, per la quale ci è stato detto di far riferimento - per ora - esclusivamente a quanto già riportato nel comunicato del Ministero dello Sviluppo. Resta ovviamente valido quanto ancora visibile in rete.>
Quindi cosa intende il Ministero per biodegradabile????
Annalisa
07.01.2011 17:01
Sig. Ivan, io credo che l'unione faccia la forza, non solo per i teppisti e i delinquenti, ma anche per noi gente onesta.
Ho scritto delle mail all'INDIGNATO SPECIALE, al GABIBBO, ai 3 sindacati maggiori per chiedere che fine abbiano fatto, alla confindustria e confartigianato, a report e alle iene e anche a forum.
Sono seriamente intenzionata a scrivere al Presidente della Repubblica e, se necessario, ad andare a Roma.
Uniamoci e sosteniamoci.
Le siamo vicini in questo momento, anche la nostra è a conduzione familiare e anche noi rischiamo casa e beni costruiti con 30 anni di sacrifici.
Saluti Annalisa
Ivan
07.01.2011 16:01
Ringrazio anche io per i vostri continui aggiornamenti.
Purtroppo anche noi siamo nella stessa condizione della sig.ra Annalisa, la nostra azienda a conduzione familiare è ferma dal 21 dicembre per mancanza di ordinativi a causa dell'incertezza e delle notizie che corrono in rete e sui giornali.
Proprio oggi abbiamo avvisato i dipendenti che non riapriremo l'attività il giorno 10/01 come previsto, ma terremo ancora chiuso in attesa di notizie certe, e si prospetta per loro il licenziamento se a breve non riusciremo a ripartire.
Perchè oltre a non avere ordini e non sapere cosa fare, corriamo il rischio di produrre materiale che poi ci rimarrà in magazzino.
In questo momento, i biopolimeri sono praticamente impossibili da trovare, quel poco che c'era è stato acquisito dalle grandi aziende e noi piccoli siamo rimasti tagliati fuori. Potremmo produrre con Ecm, ma finche non è chiara la legge come facciamo ad esporci a questo rischio?
Noi come altre piccole aziende del nostro settore non abbiamo avuto la possibilità di convertire la produzione ai Biopolimeri in "così pochi giorni", poiché i tempi ed i costi di adeguamento impianti sono esorbitanti.
Si parlava di scaglionamento a partire dalla grande distribuzione, e così avremmo avuto il tempo per organizzare anche le linee di produzione, dal momento che noi serviamo piccoli negozi ed esercizi commerciali, ma così è impossibile adeguarsi, fino al 10/01 buona parte delle aziende che costruiscono macchinari sono chiuse e quindi non abbiamo nemmeno potuto trovare soluzioni con fornitori e costruttori o accordi commerciali con chi fornisce le materie prime.
Capisco che il passaggio al biodegradabile è una rivoluzione, ma dopo tutto ci devono dare anche i tempi per poterlo fare, così stiamo seriamente rischiando di fallire e perdere tutto quello che abbiamo investito da una vita intera. A volte si leggono notizie molto più importanti che riguardano leggi e/o decreti per la nostra salute e/o cure che rimangono in stand-by per anni e qui invece si è fatto il conto alla rovescia di chi faceva scattare il decreto nel più breve tempo possibile.
In Europa studiano e propongono soluzioni con plastiche riciclate come di recente ha fatto anche la Svezia, in America aboliscono il bando ai sacchetti previsto per il 2012 e noi in Italia andiamo in contro tendenza anticipando tutto e mettendo in crisi un'intero settore.
Scusate lo sfogo e se mi sono dilungato, ma se anche voi avreste investito "tutto", come ha fatto la mia famiglia, nella propria attività per poter sopravvivere e continuare, ed un bel giorno ti mettono alla gogna senza darti il tempo di riorganizzarti, capireste il nostro stato d'animo.
Annalisa
07.01.2011 13:01
Vi ringraziamo per il lavoro che fate, per tenerci sempre aggiornati, considerando che i Ministeri non rispondo e, quando lo fanno, non sanno cosa dire. Ci rimbalzano adducendo scuse di "non competenza".
Vi prego di non far abbassare l'attenzione su noi produttori e su tutte le persone che lavorano con noi.
A breve potremmo essere costretti a portare i registri in tribunale, non per fallimento da cattiva gestione, ma per "fallimento di stato" visto che non abbiamo avuto ordini a causa dell'incertezza che si è avuta fino al 30/12. Non sappiamo nemmeno come pagare le tasse il giorno 15.
Grazie ancora
Elena Donà
07.01.2011 12:01
Buongiorno, la notizia risulta modificata poiché l'addetto stampa che ci aveva fornito le informazioni presenti l'ha fatto a titolo personale e non sotto autorizzazione del Ministero; ci ha dunque chiesto di attendere le comunicazioni ufficiali che non tarderanno ad arrivare nei prossimi giorni.
L'elemento che è stato "epurato" riguardava unicamente la definizione di biodegradabilità, per la quale ci è stato detto di far riferimento - per ora - esclusivamente a quanto già riportato nel comunicato del Ministero dello Sviluppo. Resta ovviamente valido quanto ancora visibile in rete. Grazie per l'attenzione,
Elena Donà (Redazione)
Annalisa
07.01.2011 12:01
Signor MOSTRO, a cosa si riferisce con "Se risulta vera e fondata la notizia apparsa in data 3 gennaio, (la quale oggi risulta modificata e epurata di tale norma)" ?
Mostro
07.01.2011 09:01
Se risulta vera e fondata la notizia apparsa in data 3 gennaio, (la quale oggi risulta modificata e epurata di tale norma) dove veniva espressamente riportata la norma 13432 come requisito di biodegradabilità l'additivo ECM non e' sicuramente corrispondente a tale normativa.