Stop al Radiobus, donne in rivolta
da Il Corriere della Sera del 21.01.2011
21 January, 2011
La protesta delle utenti: «Non si può più prenotare la navetta». L'Atm: è poco efficiente. Personale dimezzato
di Gianni Santucci e Armando Stella
MILANO - «Il Radiobus non è disponibile». Prova a prenderlo: il call center rimbalza la richiesta. Non c'è per la signora che torna dal teatro, l'impiegata della casa editrice, la cuoca dell'hotel di lusso, la ragazzina che esce dal cinema. Non c'è per le donne che da dieci anni utilizzano «un mezzo di trasporto comodo, economico e sicuro». Alzano il telefono, ci provano, ma vengono lasciate a piedi. Adesso sono in rivolta: «Da due mesi - protestano - non riusciamo a prenotare il servizio». La navetta non passa più. Uscì nel 2000, alle dieci di sera, era l'innovativo servizio a chiamata di Atm disponibile fino alle 2 di notte, il minibus che funziona come un taxi e costa come un autobus (meno di 4 euro). È arrivato al capolinea: «Il sistema - dice l'azienda - non è efficiente». Quando viaggia, gira a vuoto: uno, al massimo due passeggeri per corsa, e 14 posti liberi. Ma poi, chi lo guida? Il personale, in dieci anni, è stato dimezzato: resistono meno di 50 autisti per un'ottantina di mezzi. L'ultimo esodo risale a Capodanno: 15 conducenti sono stati trasferiti nella neonata Atm servizi diversificati, la società che, tra gli altri compiti, trasporta i milanesi da San Babila a Linate. Il sindacato dà il Radiobus per «morto», sostiene che Comune e azienda «lo stanno svuotando, per poi chiuderlo». L'Atm precisa, per il presente, che «non c'è nessun cambiamento di orario né diminuzione delle corse». Quanto al futuro, «il Radiobus non sarà eliminato, ma sono allo studio soluzioni che consentano di dare un servizio migliore».
La domanda, oggi, non riesce più a incrociare l'offerta o viceversa: troppo farraginoso il modello di prenotazione, complicato allineare i tragitti dei passeggeri, dispendioso gestire una flotta low cost per «solo» 700 clienti abituali e assicurare tragitti «punto a punto» senza dissanguare i bilanci. Il Radiobus costa molto, viaggia poco e incassa meno: ogni anno, dicono fonti sindacali, «perde» oltre 4 milioni di euro. «Nel tempo si è trasformato in un servizio quasi individuale, non più collettivo» riflettono a Palazzo Marino: «Riusciamo a servire poche persone».
La svolta è vicina. Comune e Atm stanno lavorando a un progetto di ristrutturazione che potrebbe venir pronto in primavera: il sistema di navette serali sarà agganciato a una rete di fermate prestabilite, collegherà una mappa di punti di raccolta davanti a cinema, teatri, luoghi pubblici e non sarà più organizzato sulle singole esigenze di spostamento dei passeggeri. Il progetto, ancora da limare, è pensato per semplificare i percorsi, tagliare i tempi e assorbire gli sprechi. E s'inserisce in un piano più generale di «potenziamento del sistema di trasporto notturno» che intreccia le nuove linee circolari di periferia, affianca i Bus by night per la movida e «prevede l'individuazione di alcune linee "di forza" attive tutta la notte in virtù dei flussi e dei percorsi più richiesti». Al Radiobus tradizionale sarà dunque applicato il modello del bus di quartiere: le circolari chiuse, già operative a Noverasco, Bruzzano, Rogoredo e Forlanini, trasportano una media di 7-8 passeggeri. «Sono più efficienti»: da marzo-aprile copriranno altri 9 spicchi di città.