Decreto rinnovabili, i rilievi delle commissioni di Camera e Senato
Sono già noti i contenuti delle osservazioni sulla bozza di decreto sulle rinnovabili che le commissioni competenti di Montecitorio e Palazzo Madama presenteranno nelle prossime settimane. Tra i temi su cui si richiedono dei correttivi, spiccano i limiti per gli impianti fotovoltaici a terra in aree agricole e l'attuazione del burden sharing regionale
04 February, 2011
Sono attesi per le prossime settimane i pareri ufficiali delle commissioni competenti (Territorio e Ambiente, Ambiente e Attività Produttive) di Camera e Senato sullo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili, licenziato a novembre dal Consiglio dei ministri. I contenuti delle osservazioni che presenteranno, comunque, sono per lo più già noti.
Due i rilievi principali che saranno presentati dalla commissione Territorio e Ambiente del Senato. A proposito degli impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, per i quali la bozza di decreto introduce delle limitazioni (potenza massima installata pari a 1 megawatt e rapporto tra potenza nominale e superficie del terreno non superiore a 50 kW per ogni ettaro), la commissione suggerisce di introdurre la possibilità di deroghe per le aree agricole degradate o marginali. In pratica, le Regioni potrebbero autorizzare il superamento dei limiti, mentre ai Comuni sarebbe affidata la competenza di individuare le aree industriali o agricole marginali da riservare al fotovoltaico. L'altra osservazione riguarda le novità nelle procedure autorizzatorie. La commissione chiede infatti di precisare meglio i casi in potranno essere utilizzate l'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti e la procedura semplificata introdotte dal decreto. Il timore è che gli operatori possano trovarsi in difficoltà nell'individuare i limiti operativi di questi strumenti semplificati, o che facciano fatica a coordinarli con la Dia (Denuncia di inizio attività) e la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività).
Altre osservazioni (41 in totale) saranno presentate dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, insieme a 36 condizioni per il via libera del provvedimento.
In primo luogo, si suggerisce al governo di definire i limiti del burden sharing regionale, ovvero di suddividere l'obiettivo nazionale di sviluppo delle rinnovabili regione per regione, oltre a indicare i “tetti” di installazione previsti per i singoli territori regionali. Secondo le commissioni di Montecitorio, l'attuazione del burden sharing (previsto dalla normativa ma ancora inapplicato), anche attraverso l'introduzione di sanzioni e incentivi, è necessaria per responsabilizzare le amministrazioni locali al raggiungimento dell’obiettivo nazionale previsto per il 2020 (assicurare con le fonti rinnovabili il 17% del consumo lordo nazionale di energia). Un altro rilievo riguarda il rischio di speculazioni nel settore delle rinnovabili, denunciato nei giorni scorsi dallo stesso ministro Romani. Per scongiurarlo, le commissioni propongono di introdurre il versamento obbligatorio di una garanzia proporzionale all’investimento da parte di chi prenoti installazioni nelle aree o sulle linee che il gestore di rete ha individuato come “critiche”. Un altro dei temi su cui sarà richiesto un correttivo è quello del valore dei certificati verdi in eccesso. Le commissioni della Camera chiedono infatti di fissare il ritiro all’85% del prezzo, anziché al 70% come previsto nella bozza di decreto.