Sacchetti oxobiodegradabili: faccia a faccia con gli additivi
“Gli oxobiodegradabili sono perfettamente in linea con la normativa europea vigente e non c’è nessuna direttiva che imponga che un prodotto biodegradabile debba necessariamente essere anche compostabile. Avrebbe anche poco senso: non tutti i sacchetti sono destinati al compostaggio”. Intervista con Claudio Maestrini, Presidente C.d.A. di Kromabatch S.r.l. e Rappresentante ufficiale per l'Italia di Oxo-Biodegradable Plastics Association
18 February, 2011
Ingannevole è il nome, più di ogni cosa: nonostante le dichiarazioni del Ministero che annunciavano l’imminente pubblicazione dei tanto attesi chiarimenti, ancora non c’è verso di capire esattamente cosa intenda il Ministero con la parola biodegradabile. I sacchetti oxobiodegradabili, realizzati con additivi e biodegradabili all’80% in 2 o 3 anni, conformi a tutte le principali norme europee ma non alla UNI EN 13432, saranno inclusi nel divieto?
A gennaio di quest’anno il Presidente del CdA di Kromabatch s.r.l. Claudio Maestrini, firma assieme al Prof. Emo Chiellini (Direttore Biolab dell'Università di Pisa), al Dott. Andrea Corti (Responsabile laboratorio Biodegradazione del Biolab) e al Direttore Generale di Ecopol s.r.l. Luca Landini una lettera per chiarire al Ministero la conformità degli oxobiodegradabili alla normativa vigente nell’Unione Europea.
Da Roma nessuna risposta, e intanto la confusione aumenta. Il punto della situazione con Claudio Maestrini.
Cominciamo dalla lettera che avete inviato al Ministero per spiegare la Vostra posizione sugli oxobiodegradabili. Avete mai ricevuto risposta?
No. E a questo proposito ci terrei a precisare che noi produttori e distributori di additivi oxobiodegradabili non abbiamo mai chiesto un trattamento di favore: abbiamo soltanto messo in chiaro che, alla luce di quanto stabilito dalla normativa europea, siamo perfettamente in regola. Biodegradabile e compostabile non sono affatto la stessa cosa, e non c’è nessuna direttiva che imponga che un prodotto biodegradabile debba necessariamente essere anche compostabile. Inoltre la famigerata normativa 13432 indica in realtà le condizioni sufficienti affinché un prodotto sia considerato compostabile, non quelle necessarie. E non si tratta oltretutto dell’unica normativa vigente a livello europeo; basti pensare alla 17556, che determina i criteri di biodegradabilità nel suolo, alla 14852, che vale per gli ambienti acquatici, e infine ala 14855, che fa riferimento al compost. Ecco, i nostri prodotti raggiungono elevatissimi livelli di biodegradabilità in tempi dell’ordine di due-tre anni se vengono testati secondo questi standard, dunque non c’è ragione di includerli nel bando.
Il fatto che i sacchetti oxobiodegradabili non superino la 13432 non crea problemi negli impianti di compostaggio e nel recupero della plastica?
Per quanto riguarda la plastica oxobiodegradabile, molti produttori già la riciclano direttamente nei propri impianti. Se i consorzi del recupero e del riciclo hanno a disposizione dei dati che provano il contrario, mi piacerebbe vederli, perché a me risulta che gli additivi non creino alcun problema. Proprio di recente ho dato la mia disponibilità a fornire materiale per delle prove di riciclaggio: film e shoppers completi. Non c’è ancora stato tempo di eseguire i test, io resto in attesa. Stesso discorso vale per gli impianti di compostaggio. I nostri sacchetti in condizioni normali si degradano circa all’80% in due o tre anni, come le foglie o le bucce di banane, quindi, anche qualora venissero conferiti al compostaggio, cosa che comunque non raccomandiamo ed anzi sconsigliamo, non rappresenterebbero in realtà un danno.
Però resta un 20% di plastica che non è biodegradabile…
Ma nemmeno le bioplastiche sono interamente biodegradabili, resta nella maggioranza dei casi almeno un 10% che non lo è, tant’è che la 13432 parla di conversione in CO2 al 90%, non al 100%. Ma proprio a questo proposito, mi sembra giusto chiarire che i sacchetti realizzati con plastiche amidacee non contribuiscono alla qualità del compost perché si trasformano quasi esclusivamente in anidride carbonica. E allora facciamo attenzione, perché se comincia a passare l’idea che la destinazione ottimale di un sacchetto biodegradabile, amidaceo o no, è l’impianto di compostaggio, stiamo dando un’informazione errata: si rischia poi di trovare sacchetti vuoti, bottiglie ed altri manufatti all’interno dell’umido, come se fossero normali rifiuti organici. Sicuramente, rispetto al sacchetto tradizionale, la plastica biodegradabile è una soluzione migliore, ma deve servire a contenere la materia prima del compostaggio, non esserlo.
Torniamo alla situazione attuale. Anche, e forse soprattutto, il vostro settore è in attesa di risposte dal Ministero dell’Ambiente.
Ovviamente sì, e a questo proposito vorrei dire che non è affatto vero che siamo contrari al bando, anche se le modalità con cui è stato gestito sono molto discutibili. E’ vero che c’è un problema legato all’abbandono dei rifiuti plastici (che è principalmente un problema di comportamenti) ma soprattutto è vero che c’è un abuso di prodotti usa e getta, che non riguarda solo i sacchetti. In questa vicenda però ci sono numerosi equivoci e contraddizioni. Una fra tutte, non si capisce bene perché, quando si parla di produttori di sacchetti tradizionali, li si dipinge sempre come persone che badano solo al profitto e si disinteressano completamente dell’ecologia, mentre chi produce plastiche amidacee sembra automaticamente un benefattore dell’umanità: insomma, sono pur sempre aziende, non delle organizzazioni umanitarie! Le loro affermazioni andrebbero anch’esse attentamente vagliate e non accettate acriticamente. In secondo luogo, c’è la questione biodegradabilità/compostabilità, di cui ho già parlato. Su questo punto vorrei ribadire che non ritengo assolutamente sensato bandire tutto ciò che non è compostabile, per il semplice fatto che non tutti i sacchetti sono destinati al compostaggio. Esiste il riciclo, la termovalorizzazione, e soprattutto la necessità di utilizzare i sacchetti per raccogliere l’indifferenziato destinato alla discarica: un uso che sconsiglierei di fare con i sacchetti amidacei. Da questo punto di vista gli oxodegradabili sono un ottimo compromesso: non presentano problemi di percolato in discarica, e se per errore o maleducazione vengono dispersi nell’ambiente non impiegano secoli a disintegrarsi, come la plastica tradizionale.
Verrebbe da pensare che al Ministero nessuno si sia mai posto il problema degli additivi…
Noi l’abbiamo posto. O meglio, il Professor Chiellini, Direttore del Laboratorio Materiali Polimerici Bioattivi per Applicazioni Biomediche e Ambientali BIOlab di Pisa, in ottobre si mise in contatto con i tecnici del Ministero, proprio per chiarire la nostra posizione. Venne ricevuto, ma purtroppo non sono seguiti ulteriori incontri, nonostante la nostra richiesta. E’ stata fatta molta confusione sulla questione additivi, anche perché ce ne sono di molti tipi diversi. Il caso Italcom, su cui si è espressa l’AGCM, è emblematico: io non capisco come possa funzionare l’additivo ECM, e nemmeno posso saperlo visto che la “ricetta” è protetta da copyright. So però come funzionano i nostri additivi: si tratta di sali di metalli di transizione (non metalli pesanti!) che rompono le catene polimeriche, riducendo il peso molecolare e preparando l’azione delle cariche batteriche, che successivamente inducono una rapida biodegradazione. Sono prodotti che si conoscono da trent’anni e si utilizzano in tutti i paesi del mondo: non c’è nessun mistero.
Lei ritiene che sia stato fatto abbastanza per tutelare il mercato degli additivi, o è mancato il supporto delle associazioni di categoria?
Io credo sia stato principalmente un problema di visibilità. Il nostro è un settore di aziende dimensioni ridotte, non è stato facile ottenere gli spazi per far sentire la nostra voce. La stessa Unionplast forse non aveva informazioni sufficienti sulla possibilità di utilizzare gli additivi come “terza via” fra la plastica tradizionale e quella amidacea, dunque non ha potuto sostenerci. Non direi che ci siano state responsabilità da parte loro, piuttosto posso pensare che l’aver sottovalutato l’imminenza dell’entrata in vigore del bando e l’aver condotto una battaglia così accesa contro il Ministero non sia stata la soluzione migliore. Ma è anche vero che è stato tutto molto confuso e precipitoso. In conclusione, mi preme ribadire questo fatto: smettiamola di dire che i produttori di sacchetti si disinteressano dei problemi ambientali. In base alla mia esperienza – e io sono venuto in contatto con moltissimi di loro – ho avuto modo di verificare come la maggior parte di questi siano estremamente attenti alle problematiche ambientali e di sicurezza, tant’è che da anni sono interessati al biodegradabile. Ma non si può pensare che tutti siano in grado di trattare la bioplastica amidacea, che oltretutto ha dei costi tre-quattro volte superiori rispetto agli oxobiodegradabili.
25 commenti
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23.02.2011 16:02
Io sono abbastanza convinta che questi additivi funzionino, il problema sono i clienti che fino a che il Ministero non dice qualcosa hanno paura di sbagliare.
Ma allora la mia domanda è: dopo che questi hanno scritto al Ministero dicendo che i loro prodotti vanno bene, dopo che hanno fatto l'intervista dicendo che i loro prodotti vanno bene, come farà il Ministero a dire che non vanno bene?
O lo diceva prima, visto che al Ministero dovrebbero essere informati, ma se non ha detto niente fino adesso vuol dire che vanno bene.
Chi tace acconsente, o no?
Ho sentito che API Torino voleva fare una giornata della chiarezza e invitare anche la confcommercio, la grande distribuzione e compagnia cantante.
Che fine ha fatto questa iniziativa?
La fanno ancora? Non la fanno più?
Sarebbe importante portare i clienti grossi e piccoli a questa giornata e convincerli che con gli additivi non si è fuorilegge.
Qualcuno ha notizie su questa cosa?
Si è fermato tutto?
gaetano
23.02.2011 14:02
se il ministero non da' delle certezze io saro' costretto a licenziare 18 dipendenti in un mese.
Purtroppo questo e'il ns amato paese , oggi Tremonti discuteva sulla mille proroghe ma non ha menzionato le buste shopper. Navighiamo ancora nel buio
Raffa
23.02.2011 10:02
Io ho ricevuto l'invito che potete trovare a questo indirizzo:
http://www.polieco.it/LinkClick.aspx?fileticket=NWDaUwUFFpI%3D&tabid=56&language=it-IT
Andiamo tutti! Anche perché fa proprio ridere che nello spazio delle imprese c'è la novamont, la cereplast, i compostatori (???), ma i produttori di shopper dove c.... sono?
Questi sono proprio dei banditi!
ISCRIVIAMOCI IN MASSA.
wglishoppers
23.02.2011 09:02
Ministro Stefania Prestigiacomo ha incontrato oggi il Commissario Europeo per gli affari marittimi e la pesca Maria Damanaki.Vivo interesse e sostegno è stato inoltre manifestato dal Commissario Damanaki nei confronti della normativa italiana che ha messo al bando dal gennaio scorso i sacchetti di plastica non riciclabile.
COSA?
Non ha capito bene?
Chi ha spiegato il bando non l'ha fatto bene?
Chi ha spiegato il bando, non ci capisce niente?
Annalisa
23.02.2011 08:02
Sì Ivan, andiamo! Ma ci daranno la possibilità di parlare oppure dovremmo sentire per l'ennesima volta solo le loro chiacchiere?
Giuro che mi porto un megafono..
Ivan
23.02.2011 07:02
Interessante la notizia riportata dal sig. Marco Freddi: Il convegno "La normativa sugli "shoppers"
Sarebbe una buona cosa se partecipassero tutti i produttori per farci sentire, anche se guardando l'elenco dei relatori, sarà come andare in una fossa con i leoni, gran parte sono tutti coloro che vogliono eliminare totalmente qualsiasi sacchetto...Forza gente cosa facciamo? Andiamo tutti a Roma?
Sacchetto di Plastica
22.02.2011 15:02
Bioplastiche, additivi, tutto un business...
Partiamo dal presupposto che il riciclo di tali materiali è impossibile.Perchè?Ovvio, se metto in riciclo la plastica additivata questa potrebbe in qualsiasi momento degradarsi, o almeno a questo servono gli additivi.Quindi i riciclatori sono out!A questo punto tutti i sacchetti saranno monouso.
Io mi adatto a tutto, quello che mi chiedono i clienti produco e produrrò però mi sembra tanto che tutto questo ha fatto nascere aziende come funghi, alcune con prodotti validi altre vendono fumo...
E poi, parliamo di additivi da mettere nella plastica...se ci sarà la plastica e a che prezzi?Oggi siamo sull euro e mezzo ma si fatica a trovarlo...e domani?
Boh forse è il momento di cambiare lavoro!
ECM adesso un po' più arrabbiato!
22.02.2011 15:02
Scusa Roberto!
ma se ECM finché non lo hanno condannato non ha mai dato niente a nessuno se non un certificato che non certificava niente!
adesso quelli di ECM sono diventati i paladini della chiarezza?
Ma non era meglio se tutta questa smania di chiarezza gli veniva prima, che così magari non li multavano? E non mettevano in imbarazzo i loro clienti.
Comunque se proprio vuoi la chiarezza sul mio certificato d2w c'è scritto così (copia e incolla):
"Sacchi per asporto delle merci (shoppers) realizzati con l'additivo Symphony d2w® sono stati testati da LGAI TECHNOLOGICAL CENTER, S.A, Campus UAB, Ctra. de Acceso a la Universidad de Medicina, s/n, Bellaterra (Barcelona), secondo l'European Standard EN ISO 14855, ratificato dal presidente dell'UNI il 12/06/2008 come norma italiana UNI EN ISO 14855: "Determinazione della biodegradabilità aerobica finale dei materiali plastici in condizioni controllate di compostaggio", ed hanno raggiunto in determinate condizioni livelli di biodegradabilità superiori all'80% in meno di 18 mesi, con una marcata tendenza all'aumento della biodegradabilità nel tempo.
Manufatti simili sono stati testati dal Laboratorio materiali Polimerici Bioattivi per Applicazioni e Ambientali BIOLab dell'UNIVERSITÀ DI PISA, San Piero a Grado, Pisa, secondo l'European Standard EN ISO 17556: "Plastica. Determinazione della biodegradabilità aerobica finale nel suolo mediante misura della domanda d'ossigeno in un respirometro, oppure mediante misura dell'anidride carbonica sviluppata" ed hanno raggiunto livelli di biodegradazione significativamente superiori al 60% in tempi inferiori ai tre anni."
Io ho richiesto ed ho ricevuto entrambe le relazioni. Chiedile anche tu! Vedrai che te le mandano.
Sul tuo certificato ECM che cosa c'è scritto?
Non sarebbe il caso di smetterla di dare ai detrattori degli additivi argomenti per denigrarli?
Vuoi usare ECM? Usalo.
Chi te lo impedisce?
Se sei convinto fallo.
Basta che non continui a mettere i bastoni tra le ruote a chi ECM non lo vuole più usare E LA SUA SCELTA L'HA GIA' FATTA!
Scusa, ma come avrai capito sono un po' arrabbiato. Naturalmente non ce l'ho con te.
Chiedo scusa anche agli altri per avere sottratto forse troppo spazio.
roberto
22.02.2011 15:02
Volevo, senza peraltro polemica,rispondere a "ECM PENTITO": mi pare che ITALCOM abbia fornito tutte le credenziali possibili ,di istiuti terzi ,cosa non fatta da altri...dopodiche' come lei sal'imotrante e' che la reazione di biodegradazione parta ed e' irreversibile, con completamento sepre messo in chiaro, nei 5 anni.
Per quanto riguarda la politica commerciale, nel bene e nel male, ogniuno fa come meglio crede,e a non tutti puo' piacere.
roberto
22.02.2011 14:02
la D2W non deve far altro che pubbilcere, cosi come dovrebbero fare tutti gli altri, i test e le certificazioni, ma vorrei vederlo scritto nero su bainco sul sito della casa madre e sul proprio cerificato..mi ca viene chiesto chissa' cosa ...dopodiche' a parita' di omologazioni, qual'ora esistano, che ogniuno faccia la sua scelta, molto molto semplice.
Annalisa
22.02.2011 12:02
Tempo fa avevo scritto al ministero del (sotto)sviluppo economico chiedendo come fosse possibile monitorare un mercato NON lasciando nessuna scelta ai consumatori. Ora ho la risposta: i nostri clienti ci hanno ESPRESSAMENTE chiesto il d2w della Kromabatch e abbiamo ricevuto una buona dose di ordini. Questa è la LIBERA SCELTA.
Abbiamo preso 200 kg di mater bi che sta tranquillamente riposando nelle scatole che nessuno vuole, un po' per il prezzo, un po' per le caratteristiche del prodotto, un po' perchè i negozianti hanno capito che li si stava truffando a favore del nulla. Molti mi hanno chiesto "ma il mater bi si scioglie a contatto con l'acqua?" e alla mia risposta "Ovviamente NO" si sono messi a ridere ed hanno rimarcato la truffa che stavano subendo.
Quando ho chiesto informazioni alla Italcom mi hanno mandato una mail con delle presentazioni, ma mi hanno detto che la certificazione sarebbe arrivata SOLO se avessi fatto un ordine minimo (che minimo non era). Ma se un prodotto è buono, sia un sacco che 3 dovrebbero garantire la certificazione no?
Ho avuto una piacevolissima chiacchierata di 40 minuti con il Dr Maestrini, che non sarà il salvatore del mondo, ma ci ha offerto ARIA pura con il prodotto da lui commercializzato e ora possiamo almeno pagare i mutui.
Al momento non abbiamo avuto nessun problema durante la lavorazione, il tutto senza dover adeguare, per centinaia di migliaia di euro (che non abbiamo) i macchinari.
Abbiamo anche richiamato un paio dei nostri ragazzi dalla cassa integrazione e, credo, questo non sia affatto da sottovalutare.
La cattivissima informazione di Legambiente e di chi ha solo da guadagnare (e non è l'ambiente) ha prodotto un vero disastro economico e sociale di cui ancora non si parla.
Il ministero dell'ambiente, tramite il dr Giuliani, il 1° febbraio non aveva detto che A GIORNI avrebbero fatto sapere qualcosa? Bene, è passato UN MESE e continuano a tacere.
Sono fin troppo certa che stiano aspettando la decisione del TAR del Lazio e della Commissione Europea per poter dire "noi la legge l'abbiamo fatta e non è colpa nostra se vogliono continuare ad inquinare l'ambiente"
Saluto il Dr Maestrini e lo ringrazio di nuovo per la sua immensa disponibilità al dialogo e alle documentazioni che ho girato ai nostri clienti per rassicurarli della bontà del prodotto e della compatibilità con le normative.
EZIO
22.02.2011 11:02
SONO UN PRODUTTORE DI BUSTE PERSONALIZZATE E ATTUALMENTE SONO FERMO CON OPERARI A CASA PERCHE' NESSUN CLIENTE VUOLE BUSTE PERSONALIZZATE CON ADDITIVI PER PAURA CHE NON SIANO A NORMA. IL PROBLEMA E' SBLOCCARE QUESTA INCREDIBILE SITUAZIONE E DOPO VEDERE SE E' PIU' A NORMA UN ADDITIVO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO.BISOGNA DARE VISIBILITA' A QUESTA SITUAZIONE TEMPESTANDO DI TELEFONATE E MAIL SIA IL MINISTERO DELL'AMBIENTE CHE L'UNIOPLAST. SVEGLIAMOCI E SVEGLIAMOLI TUTTI QUESTI BUROCRATI MINISTERIALI.
marco freddi
22.02.2011 11:02
ciao a tutti
non so se sapete...ma lunedì 7 marzo a Roma presso la Sala delle Conferenze Piazza di Montecitorio 123/a ci sarà un interessante convegno dal titolo "La normativa sugli "shoppers" è cambiata- Raccontiamoci come", promosso dal consorzio PolieCo.
l'obiettivo del convegno, dicono gli organizzatori, sarà quello di "L'incontro di studio e di approfondimento vedrà la partecipazione di tutti gli stakeholders della "fi liera
dello shopper": Istituzioni, Produttori, Grande Distribuzione, Imprese del riciclo e mondo dell'Ambiente,
e si propone quale momento di confronto e dibattito pubblico, senza censure e senza alcuna riserva, su
una tematica di stringente attualità, dalla quale conseguono sfi de formidabili per il comparto industriale e
dinamiche non prive di zone d'ombra e alle quali sono legati aspetti tecnici, industriali, giuridici ed economici
che segnano il futuro del riciclo in Italia e della tutela ambientale"
e indovinate chi ci sarà tra i relatori...
On. Angelo Alessandri - Presidente VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori
Pubblici
- On. Giovanni Fava - Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sui
fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale
- On. Paolo Russo - Presidente della XIII Commissione Agricoltura
- On. Ermete Realacci - Membro della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori
Pubblici
- Dott. Marco Lupo - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -
Direttore Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche
"La problematica delle scorte: è possibile la vendita all'estero?"
- Dott.ssa Loredana Musmeci - Dirigente di ricerca Istituto Superiore Sanità
"Le differenze tra shoppers in PE, shoppers prodotti con biopolimeri e shoppers
contenenti additivi per la biodegradabilità. Pro e contro
Prof. Franco Silvano Toni di Cigoli- Università di Padova; British Institute of International
and Comparative Law, Londra; Consorzio Pisa Ricerche
Avv. Tommaso Marvasi- Foro di Roma
"Il diritto delle "borse da asporto" nella giurisprudenza"
- Avv. Andrea Calisse- Foro di Parma
"Imballaggio" e "non imballaggio": tratti di diritto
Dott. Stefano Ciafani- Responsabile Scientifico nazionale, Legambiente
Dott. Maurizio Zucchi - Direttore Qualità COOP Italia;
- Dott. Luigi Borrelli - Category Manager Prodotti a Marchio - Despar Serviz
Dott. Versari Marco Reponsabile Marketing Strategico - Novamont
- Dott. Wolfgang Eckey/Dott. Pascal Berger- Cereplast
- Dott. Pasquale Paolillo/Dott. Gaetano Paolillo- Color Tec
- Dott. Massimo Centemero- Coordinatore e Direttore Tecnico CIC
- Dott. Leonardo Delle Foglie- Titolare Tersan Puglia
"Le problematiche degli shoppers in un impianto di compostaggio
Dott. Corrado Dentis- Presidente Assorimap
"Aspetti politici ed economici per il comparto dei riciclatori anche alla luce della
direttiva di Bruxelles e al suo recepimento; Mancano 250.000 tonn/anno di materiale
riciclato, quali soluzioni?"
- Ing. Maria Ioannilli- Università di Roma "Tor Vergata"
"Il flusso dei materiali riciclabili in Italia"
secondo me può essere una buona occasione per tutti...andare a dire la propria
ECM pentito (e anche un po' arrabbiato)
22.02.2011 10:02
Caro Roberto, io non penso che Maestrini abbia salvato nessuno e personalmente di lui non me ne frega proprio niente.
Penso però che quelli di ECM si siano fatti male da soli. Perché non è mica stato Maestrini a fargli causa e neppure a dire che il loro prodotto non va bene e a fargli pagare la multa.
Scusa ancora, io non avevo niente contro ECM, infatti lo compravo,ma adesso invece sono un po' (molto!) arrabbiato.
Intanto perché hanno detto delle cose che non sono vere, hanno messo in difficoltà la gente e non hanno mai chiesto scusa.
ma soprattutto perché adesso strombazzano una sentenza dove sono stati condannati a pagare una multa, come se fosse una dichiarazione di conformità.
ma si sono accorti che il garante dice che il PE con ECM si biodegrada, è vero, ma al 3 virgola qualcosa percento? Ma quelli di ECM pensano davvero che il 3% sia abbastanza? Tu pensi che sia abbastanza?
Ma secondo te un sacchetto normale non si biodegraderà anche lui al 3%?
Io no, non penso affatto che sia abbastanza, io penso anzi che così chi è contrario agli additivi abbia buon gioco a dire che chi li usa vuole imbrogliare pur di continuare a produrre.
Per cui con me ECM ha chiuso.
Con ciò naturalmente chi vuole comprare ECm è libero di farlo. Io non mi fido più.
Intendiamoci bene, io non voglio difendere Maestrini, di cui ripeto personalmente non me ne frega proprio nulla: fosse per me, anzi, io preferirei la plastica senza niente, che è la soluzione migliore e più ecologica e farei a meno di tutti sti additivi!
Anzi quando usavo ECM Maestrini l'ho pure cacciato via a male parole perché quelli ECM mi avevano detto che gli oxo non funzionavano (che coraggio!). Adesso non lo dicono più. Che strano!
E comunque, Roberto, se ti interessa adesso io uso il suo prodotto e a me Maestrini ha dato uno studio fatto in Spagna sul suo prodotto dove si vede che con la 14855 la plastica si degrada all'80% e un certificato dell'università di Pisa dove si dice che la degradazione secondo un'altra norma europea che non mi ricordo supera il 60%.
Chiedigli anche tu: vedrai che te li da.
roberto
22.02.2011 08:02
Noto con disappunto che il Dr.Maestirni viene quasi lodato come il salvatore dei produttori di shoppers! Perche' mai nessuno invece crede alla bonta' del prodotto ECM visto che il funzionamento e' tutto documentato,cosi' come e' stato sottoposto e vagliato dall' IST.SUP.SANITA',il quale ha riconosciuto che il prodotto rende effettivamente le plastiche biodegradabili,in tempi, sempre pubblicamente dichiarati ,entro i 5 anni ? Perche' invece il Dr.Maestrini non ha fatto altrettanto con il suo prodotto? se si va a vedere la certificazione esposta sul sito della casa madre, si vedra' chiaramente che non e' nemmeno menzionato il test ISO 14855 riconosciuto dall'ISS ! Perche' ?
ELEONORA
21.02.2011 18:02
Anch'io ci tengo ad aggiungere questo.
Il Ministero ha avuto tutto il tempo per riflettere (anche prima di mettere in pista questa cosa, visto che il professore di Pisa è andato a spiegare in ottobre) e quindi se pensava che gli additivi oxo non non andavano bene doveva dirlo prima. ADESSO NON PUO' PIU' FARLO.
E quindi io li uso.
Provesi Paolo
21.02.2011 18:02
Sono un rivenditore all'ingrosso e come tanti altri miei colleghi non riusciamo a capire come si sia potuta gestire una situzione tanto delicata ( posti di lavoro in gran numero in un momento così delicato) con la leggerezza con cui lo ha fatto il governo con il ministero competente. Anzichè chiarire la situazione emanando una legge con relativi decreti CHIARI e COMPLETI, ha lasciato un vuoto legislativo assurdo nel quale non si capisce più chi sia nel giusto e chi sia un truffatore dato che dire BIODEGRADABILE dice tutto e nulla. Di conseguenza risulta difficile anche poter vendere qualche cosa che non si sà, se e fino a quando, sarà commercializzabile. Gli stessi comuni che sono partiti con iniziative VERDI, hanno aperto le porte solo ai compostabili ( anche se credo che gli assessori preposti lo abbiano fatto più sulla scia della voce di popolo che non su dati tecnici e conoscenze scentifiche). In tutto questo, al momento, l'unica voce chiara fuori dal coro è stata quella del Dr Maestrini che in prima persona si è offerto per dare definizioni chiare, certificazioni e aiuto per chiarire tutta questa ITALIANATA. L'augurio per tutti è di riuscire a superare indenni il momento critico e sperare ( anzi richiedere a gran voce) che il governo dedichi un pò del suo tempo anche a noi ( e non solo a R... e compagnia bella) in modo da permettere a tutto il settore di lavorare senza dover essere definito I FURBETTI DEL QUARTIERINO 2. Buon lavoro a tutti...
Ivan
21.02.2011 18:02
Mi sembra che il Sig.Maestrini abbia esposto in maniera chiara ed esaustiva un argomento che per noi piccoli produttori è importantissimo, potrebbe essere l'unica via d'uscita per poter continuare a sopravvivere, le bioplastiche e le plastiche addittivate possono coesistere senza troppi problemi, la grande distribuzione con le bioplastiche e la piccola distribuzione con bioplastiche e/o addittivi.
Anche se qui credo che il problema non sia ecologico come vogliono far passare tramite i media, ma solamente un business per poche aziende delle quali è già stato detto e ridetto tutto.
Ribadiamo che non siamo contro il bando dei sacchetti e nemmeno siamo dei criminali come vogliono farci passare!!! Ma abbiamo diritto anche noi a lavorare e non vedo perché spingere in una sola direzione per far crescere una determinata azienda facendone morire centinaia.
Vincenzo Meglio
21.02.2011 18:02
Faccio parte del consiglio dell'ASCOM STABIESE, composto da circa 650 soci e le assicuro che stiamo tutti impazzendo. Per molti di noi le buste in carta non vanno bene e costano troppo auspichiamo al più presto una soluzione che ci permetta allo stesso tempo di essere "ecologici", ma di badare anche ai costi.
Molti di noi hanno stampato buste in ECM BIODEGRADABILE pensando di essere in regola e ci troviamo invece fuorilegge.
saluti
Meglio Vincenzo
Daniele
21.02.2011 18:02
E' davvero insopportabile il comportamento del Ministero.
Mi sembra che l'entità del problema sia tale da richiedere una risposta tempestiva, le aziende hanno bisogno di chiarezza.
Mi sembra che il Sig.Maestrini stia portando all'attenzione di tutti documenti e dati che meritano un riscontro.... URGENTE!!!!
claudio
21.02.2011 18:02
Sono un trasformatore di materie plastiche,
Credo che la gestione di questa legge ( 296/06 )sia stata fatta in maniera strumentale, senza porsi nessun interrogativo. Credo che qualunque prodotto innovativo si deve anteporre al precedente come alternativa e non come "imposizione " per dare democraticamente l'opportunita' di scelta . Quindi credo che ogni materia prima non possa essere utilizzata per tutti i prodotti ( icompostabili per i sacchi dell'umido,gli oxobiodegradabili per le shoppers da supermercato il polietilene " classico " per le shoppers riutilizzabili. Ricordo inoltre che il polietilene e' la piu' grande infenzione del millennio. Saluti
piergiorgio s.
21.02.2011 18:02
Ho letto tutto il documento che hanno mandato al ministero. Ne avevo sentito parlare, ma non lo avevo mai letto tutto.
Io non sono uno scienziato,e non so se ho capito tutto, ma credo che al ministero ce l'abbiano la gente che capisce (altrimenti cosa stanno lì a fare, casino e basta?).
Allora devono dire:
1. che quello che dicono questi signori non è vero e spiegare perché.
2. oppure se è vero devono rispondere che vanno bene gli additivi!
E lo devono dire alla svelta.
E anch'io sono d'accordo: basta dare addosso a chi fa i sacchetti di plastica!
E basta pensare che quelli di NOVAMONT siano dei benefattori del mondo e che quando parlano è il verbo del signore!
Meno male che qualcuno finalmente ha avuto il coraggio di dirlo. Bravo.
basta incertezze!
21.02.2011 18:02
Questo signore secondo me è una persona seria!
Quelli di ITALCOM pretendevano quantità minime enormi, avevano prezzi assurdi e promettevano chissà che risultati, quando poi però gli chiedevi spiegazioni e documenti non davano mai niente... poi si è visto come è andata a finire.
UNIONPLAST diceva che il decreto sarebbe stato prorogato, che sarebbe andata bene la plastica riciclata (per fare contenti i loro amici di IPPR!)... poi si è visto come è andata a finire.
Di NOVAMONT e compari è meglio non parlare neanche.
Tutto quello che Maestrini mi ha detto invece è successo: la proroga non è passata, non tutti gli additivi sono uguali e ce ne sono di "strani" (per non dire di peggio!) in giro, è necessario fare attenzione a quello che si scrive sui sacchetti e mi ha dato le indicazioni precise, sempre raccomandosi di chiarire che i sacchetti non andavano bene per l'umido.
Quando lo chiamo mi risponde sempre, se gli chiedo qualcosa mi dice le cose come stanno e è uno dei pochi che si sta sbattendo in giro.
Lo farà anche per interesse, ma ha ragione quando dice che quegli altri non sono mica della San Vincenzo (meno che mai quelli Legambiente!) e almeno con gli additivi non chiuderebbe nessuna azienda.
Questi oxo non saranno la perfezione, avranno anche loro i loro limiti, ma secondo me alla fine sono la soluzione migliore: ci sono le prove scientifiche che sono biodegrdabili, le aziende che li propongono sono serie e almeno ci mettono la faccia, il nome e il cognome, non sono dei buffoni. I prezzi (che non sono bassi!!!) sono accettabili. L'Università di Pisa, che non mi sembra l'ultima d'Italia, anzi, dice che vanno bene.
Allora cosa aspetta il ministero a convincersi?
Ma se al ministero non sapevano cosa stavano facendo, perché l'hanno fatto?
E comunque adesso la situazione è chiara: ci sono degli additivi che funzionano e SI DEVONO POTER USARE!!!!!!
F.F.
21.02.2011 16:02
Siamo un'azienda di trasformazione di materie plastiche, utilizziamo l'additivo commercializzato dal Sig. Maestrini e devo dire che grazie a tutto il suo apporto tecnico e a tutta la documentazione da lui fornita, stiamo riscontrando un discreto successo nel mercato.
Credo fermamente nella validità degli oxo e nella campagna che il Sig. Maestrini sta portando avanti,ritengo che i prodotti resi biodegradabili tramite gli additivi oxo siano la valida alternativa alla plastica tradizionale.
E' tempo che il ministero faccia chiarezza in merito, visto che fino a ora si legge e si sente di tutto, ma non c'è nulla di ufficiale.
Non esiste solo il sacchetto biologico composto con amidi di mais ecc., esiste anche il sacchetto biodegradabile prodotto con additivi validi ed efficaci come gli oxo!
E' ora che qualcuno al ministero si svegli e faccia il suo dovere!!!
Sacchetto di Plastica
21.02.2011 15:02
Interessante articolo :
http://www.polimerica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8794:ma-gli-shopper-fanno-davvero-male&catid=8:rifiuti%20e%20ambiente&Itemid=71