Zona 30 "universitaria": arriva l'ok degli Assessori
A Torino si parte con la sperimentazione della zona 30 universitaria. Inizialmente verrà realizzata nell'isolato che va da corso Vittorio a via Mazzini. Poi, se la condivisione degli spazi fra auto, pedoni e biciclette funzionerà, continuerà lungo tutta la direttrice di via San Massimo, via Montebello e via Sant'Ottavio, via Calandra
02 March, 2011
Sarà una sperimentazione la zona 30 universitaria su cui sembrano avere trovato l'accordo l'assessore all'Ambiente e quello alla Viabilità. Inizialmente verrà realizzata nell'isolato che va da corso Vittorio a via Mazzini. Poi, se effettivamente diminuiranno incidenti e problematiche legate alla condivisione degli spazi fra auto, pedoni e biciclette, continuerà lungo tutta la direttrice di via San Massimo, via Montebello e via Sant'Ottavio, via Calandra. Insomma, da corso Vittorio a Lungo Dora: buona parte dell'area universitaria Torinese.
La discussione sulla zona 30 era partita in merito all'approvazione della mozione "Pista ciclabile universitaria" avanzata in Consiglio comunale da Stefano Gallo, in seguito ai progetti di associazioni ambientaliste come "Bici e Basta" e "Muovi Equilibri" (leggi l'articolo del 15.12.2010). Secondo l'assessora alla Viabilità e ai Trasporti Maria Grazia Sestero, però, la pista ciclabile - la prima in direzione sud-nord realizzata in centro città - avrebbe cancellato troppi posti auto. Da qui la contro-proposta, ora accolta dal Comune, delle associazioni (fra cui "Bici e Dintorni", "Legambiente", "Intorno", "Città possibili", "Pro Natura"), secondo le quali: "Nelle zone residenziali e commerciali non è necessario realizzare ovunque percorsi separati. Come capita in tutta Europa, in cui le zone 30 e le zone residenziali commerciali sono una consuetudine consolidata e gradita, è sufficiente realizzare le condizioni per cui muoversi a piedi e in bicicletta possa essere più sicuro. In questo modo si limitano le manovre più pericolose (da cui si verificano incidenti) preservando scorrevolezza e posti auto".
Un'area più vivibile e sicura diventa un'area capace di attrarre di "traffico pedonale e ciclistico": una condizione che pone le basi per una riqualificazione residenziale e commerciale della zona.
Ecco perché più che di zone 30 (la velocità media lungo gli assi previsti è già mediamente più bassa) le associazioni preferiscono parlare di "aree intelligenti": più sicurezza, più sostenibilità, più vivibilità e più commercio.
Per ora non si prevedono dossi, ma piccoli restringimenti di carreggiata con dei dissuasori "elastici" (la loro presenza serve a diminuire la possibilità di accelerate improvvise) con rastrelliere per biciclette e incroci rialzati (utili alla sicurezza pedonale). Il progetto (ancora preliminare, non esecutivo) sarà presentato in Circoscrizione 1 e verranno prodotti dei depliant per commercianti e residenti al fine di raccontare la bontà del progetto.
Fonte: Bici e Basta Torino - La community dei ciclisti urbani
Da corso Vittorio a via Montebello nasce la pista ciclabile per il centro - da la Repubblica Torino del 02.03.2011
Via San Massimo "zona 30" voluta dai ciclisti universitari - da La Stampa del 02.03.2011