A Taranto, l’arte sfida i fumi dell’inquinamento
Nella città dei due mari, esplode la creatività a sostegno delle cause ecologiste. Così, tra veleni, fumi e rifiuti, si respira anche una nuova aria di arte eco-solidale.
16 March, 2011
di Pierangela Fontana
Dei linguaggi più abili ad incastonare messaggi nel cuore e nella testa della gente, l’arte è la regina. E Taranto, di messaggi di soccorso ne ha molti da lanciare, soffocata com’è dal malessere sociale e da una crisi ambientale, ormai alla soglia di allarme cronicità.
Forse, anche per questo bisogno di sopravvivere al disagio, da tempo scorre caldo nelle vene della città il fermento culturale e non pochi sono i talenti artistici che animano la vita underground locale e non. Al di là delle diverse tendenze o appartenenze, ciò che accomuna, come è solito per le avanguardie antagoniste, è lo spirito di denuncia contro una realtà degradata ed il rifiuto dell’imposizione di modelli socio-economici prestabiliti, imposti dall’alto dei poteri forti.
Oggi, molte di queste voci hanno deciso di unirsi al coro delle varie associazioni ambientaliste tarantine in un fronte di lotta comune, per rivendicare il diritto alla salute ed il rispetto della dignità. E’ il caso di due distinti e recenti progetti made in Taranto.
Uno è MCI, Musica contro l’inquinamento, un collettivo artistico formatosi per sostenere le iniziative di sensibilizzazione contro l’inquinamento, a favore della ricerca scientifica. Di Seta e d’Amianto, di cui Ambient&Ambienti ha già parlato (clicca qui per leggere l’articolo) è il titolo suggestivo del primo brano rock tarantato del gruppo (una decina di bravi musicisti, tra cui Fido Guido, noto e talentuoso ragamuffin, Marco Schnabl e Mimmo Gori), che ha già ricevuto, lo scorso gennaio, il premio cittadino come progetto sociale dell’anno al Gran Gala della Cultura 2010.
Altro lavoro audio-visivo d’impatto è Fumo mortale-Deadly smoke, della Joe Black Production. Qui, al suono metal progressive del compositore e musicista tarantino Giovanni Orlando, c’è la narrazione, in sequenze di immagini, del desiderio latente di risveglio, ribellione e riscatto della città.
Tra i protagonisti, Vladimiro Passannanti – attore anch’egli di origine tarantina -, che ha prestato la sua voce ed il suo volto per impersonare il ruolo di un sacerdote misterico durante un’antica cerimonia rituale.
«Nel video -racconta- mi trovo nelle viscere della città sotterranea, gli ipogei del borgo antico, per invocare le divinità che un tempo ebbero qui la loro dimora preferita, affinché si sveglino ed intercedano per la guarigione e la fine del ciclo di sofferenza della città».
I l contributo di queste due significative esperienze, testimoni della forza di un territorio, non si limita però al solo aspetto artistico, poiché mira ad incidere sulla realtà: la vendita dei brani musicali è, infatti, finalizzata interamente a sovvenzionare il Fondo Antidiossina, onlus tarantina che si distingue per il suo tenace lavoro di ricerca sulla presenza di inquinanti industriali, diossine e pcb, nel latte materno e negli alimenti.
Per vedere il videoclip “Di Seta e d’Amianto” clicca qui
Per vedere il videoclip “Fumo Mortale/Deadly Smoke” clicca qui
I brani sono disponibili sulle principali piattaforme di digital download, ciascuno al costo di 0,99Euro. E’ un contributo più che utile se si pensa che, di fronte all’assenza di un reale monitoraggio delle emissioni di inquinanti causate dal polo industriale e dei suoi effetti sulla salute, alla cittadinanza attiva non resta che tentare, in tutti i modi, di tutelarsi con autodeterminazione, laddove persiste persino la non applicazione di norme e sanzioni di fronte a documentabili trasgressioni.
Vale quindi davvero la pena rinunciare ad un paio di caffè, oltre che per sentire della buona musica, anche per contribuire con un semplice click ad una nobile causa.
da Ambient&Ambienti.it - A Taranto, l'arte sfida i fumi dell'inquinamento - del 16 marzo 2011