Guerriglia gardening: Berlino è caduta a colpi di semi
Occupano impropriamente il suolo pubblico? Sparano fiori? Girano mascherati e piantano semi di nascosto? Cafebabel.com percorre le strade e le piazze di Berlino per scoprire cosa sia il guerrilla gardening, l’azione militante che sparge semi nelle aiuole urbane e diffonde con le “armi” la cultura biologica. Da Cafebabel.it dell'11.03.2011
28 March, 2011
Il nome fa venire in mente clandestinità e lotta, ma in realtà il guerrilla gardening non ha niente a che fare con tutto ciò. Alcuni lo considerano una forma di rivendicazione, altri un tentativo di rendere le città un po’ più verde e altri ancora un modo più sano di relazionarsi con ciò che mangiano. Non è illegale, ma nemmeno del tutto legale. Resta in una specie di zona intermedia, in una terra di nessuno. Consiste nel piantare qualcosa in un terreno non proprio.
Si può piantare un mondo diverso
Su un lato del viale berlinese Bethaniendamm crescono verdure e ortaggi. Su un pannello di legno scritto a lettere verdi si legge: “Ein andere Welt id pflanzbar”. (“Si può piantare un mondo diverso”). Hans Heim racconta che il vecchio ospedale a cui appartenevano quei terreni è stata la prima casa occupata di tutta la Germania. Oggi i cittadini seminano e si prendono cura di ogni tipo di pianta commestibile, anche se conquistare quel pezzo di terra non è stata di certo un’impresa facile. “Quando il comune ha deciso di ristrutturare quell’area, volevamo che partecipasse la gente. Eravamo d’accordo con la sistemazione e abbiamo proposto che si utilizzasse la terra per seminare e piantare”, spiega Hans, uno dei promotori dell’idea. La risposta delle autorità è stata negativa: volevano farne dei giardini privati, non ci sarebbe stato nessun orto.
“Noi abbiamo protestato perché di quel progetto avrebbero beneficiato solo i ricchi, mentre impiegare la terra per la semina sarebbe stato di interesse comune.” Siccome non ci sono riusciti legalmente, gli ‘eco-guerrieri’ hanno deciso di occupare lo spazio. All’inizio la polizia ha ordinato l’evacuazione, ma poi, “forse hanno pensato che fosse pericoloso” racconta Hans. Dopo il negoziato con il sindaco, Klaus Wowereit, sono stati concessi loro 2000 metri quadrati, che alla fine si sono diventati la metà, a condizioni accettabili. Non pagano né affitto né acqua, hanno a disposizione terra di qualità e possono contare su un piccolo magazzino per gli attrezzi; è proibito costruire recinti o muri, e tanto meno invadere altri spazi.
Hans sembra soddisfatto, dopo anni di lavoro come tassista ora è in pensione e questo è il suo modo di “voltare le spalle al capitalismo”. Attualmente sessanta persone coltivano in quel terreno. “E molte altre sono interessate a partecipare a Ton Stein Garten”, afferma una delle partecipanti, Malte Zacharias. “Non spargiamo qui e là semi clandestinamente, come molti pensano”, precisa. Si tratta di utilizzare la terra in modo che il beneficio possa essere comune.
Le patate non vengono dal supermercato?
L’idea del Prinzessinnengarten nasce a Cuba. Dal viaggio nell’isola Robert Shaw riportò con sé un’immagine: in città la gente seminava e raccoglieva il cibo che avrebbe mangiato, un luogo dove i giovani imparano dagli adulti e ognuno dà il proprio contributo.
Perché non farlo anche a Berlino? Lui e il socio Marco Clausen hanno creato un’azienda senza scopo di lucro e hanno cercato in città un posto adatto alla coltivazione. Nell’estate del 2009 sono riusciti a trasformare Moritzplatz con l’aiuto di amici, vicini e collaboratori. Hanno eliminato la spazzatura, costruito un orto urbano biologico e raccolto i primi frutti del loro lavoro. La gente partecipa volontariamente alla cura dell’orto. “Dedicano il loro tempo e in cambio imparano”, spiega Marco. “Il lavoro fondamentale non è piantare, ma riunire le persone e renderle responsabili di tutto il processo. Quando mangi qualcosa che tu stesso hai piantato e visto crescere, l’esperienza è molto diversa.
“Anche la biodiversità è importante, infatti vengono coltivate verdure che non si trovano nei negozi. Si realizzano progetti con le scuole grazie ai quali i bambini scoprono che i funghi o le patate non spuntano nel supermercato, inoltre è presente un bar-ristorante dove si possono assaggiare piatti preparati con gli alimenti dell’orto. “Il cibo ha un legame molto stretto con il piacere e unisce le persone,” sottolinea Marco.
Il significato di un pugno di fiori
Ogni tanto nelle città si scorgono alberi. Punteggiano i marciapiedi e si conquistano dei piccoli quadrati di terra. “E se oltre alla terra ci fossero anche erba e fiori?”, si è chiesto Frank Daubner, studente di design. A seguito di questa semplice idea è nato Grünt Mint, un progetto per l’università che ha lo scopo di rendere più verdi le città grigie.
Frank Daubner ha distribuito i semi per le strade, spiegato l’idea e dato dei consigli alle persone perché ognuno facesse la propria parte; l’esperienza ha avuto risultati molto positivi e infatti, cinque anni dopo, il progetto continua ancora. Nel frattempo Arvid Hagedorn ha preso il posto di Franck che si è trasferito in un’altra città: “Alcuni finanziatori ci hanno aiutato a proseguire ed è stato addirittura organizzato un concorso per il giardino più bello.”
C’è chi si domanda cosa diranno i vicini, mentre le autorità municipali non hanno obiezioni fino a che piantiamo solo erba e fiori. “È un peccato che la gente non si prenda a cuore la propria città. È il posto in cui viviamo”, constata Arvid. “La città è di tutti e non tutti vogliono che si riempia di “case per ricchi”. I fiori sui marciapiedi non sono semplici decorazioni, ma trasmettono un messaggio: “Abbiamo idee ben precise su come vorremmo la nostra città.”
Il video: