Rottami di ferro, acciaio e alluminio: quando smettono di essere rifiuti?
I rifiuti sono sempre più rielaborati per ottenere materie prime secondarie e nuovi prodotti, e tuttavia in passato sono mancati criteri chiari per stabilire quando un materiale recuperato possa essere considerato un altro prodotto e non più un rifiuto. Adottato il primo regolamento che detta i criteri per i rottami di ferro, acciaio e alluminio. Per esempio le automobili...
14 April, 2011
I rifiuti generati dalle industrie e dai consumatori europei sono in misura sempre maggiore rielaborati per ottenere materie prime secondarie e nuovi prodotti, anziché essere conferiti nelle discariche. Tuttavia in passato sono mancati criteri chiari per stabilire quando un materiale recuperato dai rifiuti cessi di rientrare in questa categoria e possa essere considerato un altro prodotto o una materia prima. Il primo regolamento su quando i rifiuti cessano di essere tali, oggi adottato, stabilisce detti criteri per i rottami di ferro, di acciaio e di alluminio. La sua finalità è di stimolare i mercati del riciclaggio in Europa.
Janez Potočnik, commissario UE per l'ambiente, ha dichiarato: "Dobbiamo iniziare a trattare i rifiuti come una risorsa preziosa e l'adozione odierna di criteri su quando un rifiuto cessa di essere tale per i flussi di materiali costituirà un autentico stimolo per le industrie e i servizi di riciclaggio in Europa.Si tratta di un nuovo importante passo verso l'obiettivo che l'UE si è posta di diventare una società che ricicla e che utilizza in modo efficiente le risorse.
"Una finalità importante delle norme su quando i rifiuti cessano di essere tali è di stimolare i mercati del riciclaggio nell'Unione europea. Dette norme permetteranno infatti di creare certezza giuridica e parità di condizioni per l'industria del riciclaggio, di eliminare per tale settore gli oneri amministrativi superflui, escludendo dall'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti le materie prime secondarie sicure e pulite, e di contribuire all'approvvigionamento di materie prime delle industrie europee.
In passato l'assenza di criteri chiari e armonizzati ha portato a una situazione in cui alcuni Stati membri hanno sviluppato quadri regolamentari differenti e non sempre compatibili per quanto concerne i materiali di recupero. Grazie al regolamento odierno i rottami di metallo puliti e sicuri non devono essere
classificati come rifiuti, a condizione che i produttori applichino un sistema di gestione della qualità e dimostrino rispetto dei criteri prevedendo una dichiarazione di conformità per ciascuna partita di rottami.
Prima che i rottami possano perdere la qualifica di rifiuti, occorre terminare qualsiasi trattamento (come taglio, frantumazione, lavaggio e disinquinamento) necessario per
preparare i rottami all'utilizzazione finale in impianti di lavorazione dell'acciaio o dell'alluminio oppure nelle fonderie. Ad esempio per le vecchie autovetture occorre procedere allo smontaggio, alla rimozione di liquidi e composti pericolosi e al
trattamento della frazione metallica, in modo da recuperare rottami metallici puliti che soddisfano i criteri stabiliti per definire quando un rifiuto cessa di essere tale.
La definizione di detti criteri è stata introdotta dalla nuova direttiva quadro sui rifiuti, intesa a conseguire livelli assai più elevati di riciclaggio e a limitare l'estrazione di ulteriori risorse naturali. L'obiettivo a lungo termine è di far diventare l'Europa una società del riciclaggio, che evita di produrre rifiuti e che per quanto possibile usa i rifiuti inevitabili come risorsa.
La suindicata direttiva quadro è basata su principi riconosciuti per la gestione dei rifiuti nel rispetto dell'ambiente, in modo da stabilire una gerarchia in cinque fasi che promuove la prevenzione, la preparazione al reimpiego, il riciclaggio e altre forme di recupero.
I sistemi di smaltimento come la messa in discarica, che è ancora oggi quello più comunemente utilizzato per i rifiuti urbani nella maggior parte degli Stati membri, dovrebbero costituire l'ultima risorsa. La politica dell'UE in materia di rifiuti tende a far salire la gestione nell'ambito di detta gerarchia e introduce il concetto di ciclo di vita per garantire che ogni azione comporti complessivamente un beneficio rispetto alle altre opzioni.
Fasi successive
Il regolamento entrerà in vigore in seguito alla pubblicazione e sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri dopo un periodo transitorio di sei mesi. La Commissione sta attualmente elaborando criteri applicabili ad altri flussi di materiali
che rivestono una particolare importanza per i mercati del riciclaggio dell'UE, come il rame, la carta, il vetro e il compost.
Per maggiori dettagli riguardo alla politica dell'UE in materia di rifiuti, consultare questo sito.