Foto-ricordo alla Mole contro il cemento
L’appello per bloccare la costruzione di un palazzo alto sette piani - da La Stampa del 15.04.2011
15 April, 2011
Letizia Tortello
Un ultimo scatto prima di vederla scomparire: «Cara Mole, ti ricorderemo così». È l’appello lanciato ieri dal popolo dei Grillini. Un invito a tutti i torinesi che ha il sapore della provocazione: «Fotografate il monumento simbolo della città per l’ultima volta. Potreste non vederlo più». Sul palazzo di sette piani che dovrebbe sorgere in via Riberi angolo via Gaudenzio Ferrari (almeno secondo un primo sì del Comune) non si placano le polemiche.
Dopo i cittadini, ora in segno di protesta scende in strada anche la politica. «La giunta Chiamparino fa scempio del centro storico, tentando di recuperare soldi all’ultimo», dichiara Vittorio Bertola, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle.
Un’accusa a cui l’assessore all’Edilizia privata del Comune Mario Viano risponde senza mezzi termini: «Quel palazzo va costruito. Serve per contribuire a ripianare i bilanci». Per quanto si possano stupire i paladini dell’armonia urbanistica, il suo non è un discorso di estetica. Piuttosto di convenienza economica: «Vogliamo tagliare i servizi ai cittadini? Una soluzione per evitare questo è vendere lo stabile di nostra proprietà in via Riberi e riconvertirlo in alloggi. Non sono affatto pentito della scelta, che rispetta il piano regolatore ed è già stata discussa con la Soprintendenza».
Anche lo studio Blu Architetti Associati, a cui è stata commissionata l’opera già nel 2009, prova a gettare acqua sul fuoco: «Abbiamo valutato tutto nei dettagli, per un buon inserimento dell’edificio nell’area, che a oggi è un mix di palazzi eterogenei».
Per il «bestione» che sorgerà a ridosso della Mole, il destino sembra ormai propizio. Ma le perplessità non mancano. Prima fra tutte, da parte del principale inquilino della Mole: «Un caseggiato che si aggiunge in uno spazio così angusto non fa certo onore al monumento», afferma il direttore del Museo del Cinema Alberto Barbera.
Questioni d’impatto turistico: «Se si deve dare seguito all’opera, almeno che si sfruttino i garage sotterranei del nuovo edificio per togliere le auto parcheggiate in via Ferrari». L’obiettivo prioritario? «Rendere la strada libera dal traffico, il vero neo della zona». Un desiderio condiviso da molti commercianti.
Dall’opposizione, non si risparmiano commenti critici. Il capolista in Comune del Pdl Andrea Tronzano: «L’ultima frontiera è stata superata. Dopo il rifugio antiaereo del Moi, adesso ci si spinge fino alla Mole». Voce contraria anche da parte del candidato sindaco del Nuovo Polo Alberto Musy: «La costruzione mi sembra agghiacciante per questo angolo di Torino». E Aldo Di Biagio, coordinatori FliPiemonte: «Le risorse si possono trovare senza mortificare la vivibilità dei torinesi». Il suo partito annuncia l’avvio di una raccolta firme. Anche da sinistra c’è chi fa il pollice verso. È Juri Bossuto, candidato di Rifondazione: «L’ennesimo cedimento a una speculazione edilizia. Sarebbe meglio realizzare lì un punto verde». I cittadini, in segno d’opposizione hanno aperto il blog «Salviamo la Mole». Presto costituiranno anche un comitato di protesta.







