La spesa ecochic
Eataly bandisce gli imballaggi, Auchan non regala più le sue buste di plastica. "Da qualche mese il consumatore consapevole riesce persino a guadagnarci". Latte e saponi sfusi, contenitori riciclabili, rifornimenti fai-da-te: così anche i più agiati cambiano le loro abitudini quando vanno in negozio o al supermercato - da La Repubblica del 13.12.2008
15 December, 2008
Vera Schiavazzi
E venne l´era del consumatore eclettico. Si chiama così, secondo ricercatori e esperti, chi, pur senza esservi direttamente costretto dall´andamento del portafoglio, sceglie di risparmiare, ma soprattutto di mescolare senza troppa ideologia comportamenti virtuosi per l´ambiente e l´etica e altri vantaggiosi per sé. Così non è più raro notare nel baule dell´auto dell´amica grandi flaconi vuoti (servono per la ricarica di detersivo), barattoli col tappo ermetico (per cereali e pasta), sacchetti e scatole di carta ormai sfiniti dall´uso. Ma anche bottiglie lucenti da riempire di latte o di vino, mentre sulla tavola di casa ritorna la vecchia brocca della nonna (rigorosamente piena di acqua del rubinetto) e per fare il pieno di gasolio a meno di un euro ci si mette volentieri in coda da Auchan. I più ardimentosi scelgono i pannolini lavabili per i neonati, o la Mooncup (venduta nel circuito equo e solidale) al posto degli assorbenti femminili.
Il Piemonte è tra le prime regioni in Italia per quantità di consumi ecologici: la Regione sostiene direttamente alcune iniziative (come i distributori di detersivo, presenti tra l´altro nei negozi Coop, in quelli Auchan e Crai), altre arrivano spontaneamente, come la scelta - Auchan tra i primi - di anticipare le nuove norme europee e nazionali facendo sparire già nel 2009, anziché un anno più tardi, le sporte di plastica. Eataly, la cui shopper di tela bianca con la scritta «Io non uso borse di plastica» è già un oggetto cult, ha varato non senza difficoltà il progetto «no packaging»: «Chiediamo ai nostri fornitori, se vorranno restare tali, di ridurre al minino indispensabile gli imballaggi, ad esempio la scatoletta di cartone che ricopre quella di latta del tonno, e di renderli omogenei (cioè smaltibili nella raccolta differenziata con un unico gesto). Vendiamo già latte crudo e vino sfuso, piatti e posate in cellulosa di canna da zucchero, foglie di palma e legno, tovagliette e bicchieri in carta riciclata. Un tipo di birra è venduto in bottiglie riutilizzabili, a breve speriamo di fare la stessa cosa anche con l´olio d´oliva. Le vaschette delle gastronomia e di tutti i take away sono e saranno sempre più in materbi, biologico e riciclabile».
«Fino a pochi mesi fa - spiega Francesco Morace, sociologo, direttore di Future Concept Lab - il consumatore "ecologico" era disposto a spendere di più per rispettare le proprie convinzioni. Ora accade il contrario, e le fasce di pubblico si mescolano, anche dal punto di vista culturale. Non esiste più un mercato "basso" e uno "alto", proprio come è avvenuto nella moda: da Zara o da H&M entrano tutti, non solo chi è costretto a risparmiare». Così, secondo l´ultima ricerca condotta dalla società di Morace, gusto e qualità sono diventati più importanti di altri consumi, e se l´83 per cento degli intervistati dichiara di fare di frequente la spesa in un centro commerciale, un altro 68 per cento (era possibile dare più di una risposta) utilizza il farmer market, anche nella sua versione fai-da-te, comprando ogni volta che ciò è possibile, uova, frutta, verdura, carne e latte direttamente dai produttori. Il consumo dell´acqua in bottiglia è sceso del 20 per cento, sostituito da quello dell´acqua Smat del rubinetto, mentre il vino nel vecchio bottiglione da due litri e mezzo, un lontano ricordo dell´Italia di quaranta o cinquant´anni fa, è tornato anche in piccole rivendite come «Il Vinologo» di corso Belgio, che propongono etichette di qualità media o alta acquistate direttamente dal produttore.
«Per anticipare le norme sui sacchetti stiamo studiando un prodotto in Pla, derivata dal mais», annuncia per Novacoop il responsabile delle politiche sociali Claudio Cucchiarati, mentre Crai ha scelto - non a caso - la zona precollinare di corso Moncalieri per il suo primo ecopoint di cibo e detersivi sfusi in città. E Auchan non regalerà più i sacchetti, ma offrirà quattro diverse opzioni: sacchetti biodegradabili al cento per cento, in carta, scatole di cartone e shopping bag da riutilizzare, tutto a pagamento per «incoraggiare» i consumatori al riutilizzo.
C´è tuttavia un «ma»: per consumare in modo consapevole è indispensabile pensare, portare con sé il contenitore da riempire, decidere di rifornire l´auto in un luogo piuttosto che in un altro. Come spiega Flaminio Orazzini, direttore del Car City Club che gestisce car e van sharing a Torino: «Decidere di prenotare l´auto o il furgone introduce un elemento razionale che prima non c´era, un vero e proprio cambiamento culturale». Non sempre, però: sono oltre 50 i free shop aperti in città in meno di due anni, distributori di cibo politicamente scorretto (bevande gassate, panini, dolciumi, patatine e altri snack) che offrono gratuitamente l´uso del microonde. Si mangia (male) quando si vuole.